E' sufficiente avere una reflex digitale, privarla dell'obiettivo e collegarla a qualsiasi telescopio attraverso degli appositi adattatori facili da trovare in commercio.
Non è necessario neanche che la montatura del telescopio sia motorizzata, tanto i tempi di esposizione sono piuttosto brevi.
Immagine lunare ripresa con un rifrattore APO da 106 mm |
Per impostare manualmente il giusto tempo di esposizione, basta partire da una semplice considerazione.
Il nostro satellite si trova circa alla stessa distanza dal Sole rispetto a noi e per questo motivo riceve la stessa quantità di luce. Quindi la superficie lunare in prima approssimazione possiede la stessa luminosità di una comune scena diurna terrestre. I tempi di esposizione sono quindi piuttosto brevi, attorno ad 1/250 di secondo se riprendiamo a 100 ISO e con un obiettivo dalla luminosità di circa f6-7.
Non fatevi ingannare dal fatto che il nostro satellite è lontano ed immerso nel nero del cielo, la sua superficie è molto brillante!
Una volta trovata la giusta esposizione, vi consiglio di scattare diverse pose, da mediare in fase di elaborazione attraverso un programma gratuito, come Registax ed ottenere un'immagine finale che contiene molto più segnale rispetto alla singola ripresa.
A questo punto, partendo dall'immagine finale, possiamo scegliere se applicare dei filtri di contrasto per far emergere più chiaramente i dettagli, oppure, se la ripresa è stata fatta a colori, decidere di ottenere quella che si chiama mineral moon, già vista in un post di qualche mese fa.
La mineral moon mostra i veri colori della superficie selenica, prodotti dalle diverse abbondanze degli elementi di cui è costituito il suolo.
Per l'immagine che posto, ottenuta un paio di mesi fa ma mai pubblicata, ho scelto questa seconda strada.
Vedere una Luna a colori ha sempre il suo fascino.
Per l'immagine ho utilizzato un rifrattore apocromatico Sharpstar 106 mm f6.5, al fuoco diretto, riprendendo con una Canon 450D. Media di 25 immagini.
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