Oltre alla forma davvero somigliante alla testa del meraviglioso animale, mi hanno sempre affascinato due cose di questo oggetto:
1) L'eccezionale allineamento prospettico che rende possibile l'intera struttura. La parte brillante, infatti, è una zona ad emissione facente parte del grande complesso nebulare che avvolge quasi tutta la costellazione di Orione, di cui la grande nebulosa di Orione è semplicemente la parte più brillante.
La tipica forma a testa di cavallo è resa possibile dalla presenza tra il nostro punto di vista e lo sfondo luminoso di una nebulosa oscura della forma giusta che nulla ha a che fare con la parte ad emissione. La funzione dello sfondo luminoso è quella unica, ma decisiva, di mostrare per contrasto la più vicina nube oscura che altrimenti sarebbe risultata del tutto invisibile.
2) Le meravigliose foto che potevo osservare sui libri di astronomia di questo complesso nebulare mi facevano sognare. Immaginavo di poter un giorno osservare, o meglio, fotografare questa struttura e cercare di intuire la sua forma con i pochi mezzi di cui potevo disporre, che di certo non potevano competere con le foto fatte dai più grandi telescopi del mondo.
Grazie al grande sviluppo della tecnologia digitale e a costi accessibili anche ai dilettanti, il mio sogno di bambino, ritenuto impossibile, si è realizzato.
Non solo ho potuto riprendere la forma della nebulosa testa di cavallo, ma sono riuscito a farlo con una discreta profondità e scala dell'immagine (ingrandimento), ottenendo un'immagine migliore di quelle che fino a pochi anni fa, con la pellicola chimica, erano possibili solamente con i più grandi telescopi del mondo.
Se non vi siete interessati di fotografia astronomica ai tempi della pellicola (almeno 10 anni fa), forse non riuscite a comprendere fino in fondo il significato di un risultato che oggi è naturalmente surclassato dai grandi telescopi professionali e dalle migliaia di immagini nettamente migliori della mia che si possono osservare con un semplice click del mouse. Nei miei sogni di bambino sensori CCD ed internet erano ancora un miraggio che poche persone nel mondo avevano potuto trasformare in realtà.
Guardate questa immagine non solo dal punto di vista tecnico, ma anche e soprattutto come il coronamento di un piccolo grande sogno che dopo molti anni si è realizzato, nonostante sembrasse impossibile.
Ripresa della nebulosa testa di cavallo |
Per gli amanti dei dati tecnici: la ripresa è stata effettuata al fuoco diretto di un telescopio Schmidt-Cassegrain da 235 mm f10 sulla nuova montatura Avalon M-Uno che ho avuto in prova per dei test, con camera CCD ST-7XME e filtro H-alpha da 10 nm di banda passante. Media di 7 immagini da 30 minuti ciascuna.
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