giovedì 10 novembre 2011

Il diametro nell'alta risoluzione

Le leggi dell'ottica affermano chiaramente che a parità di condizioni (turbolenza atmosferica, qualità ottica, collimazione...) uno strumento di diametro maggiore ha una risoluzione migliore di un telescopio di diametro inferiore.
Uno dei criteri più semplici ci dice che il potere risolutivo teorico, nel visibile, può essere determinato da una relazione molto semplice, detta formula o criterio di Dawes: PR=115/D, dove D è il diametro del telescopio espresso in millimetri.

Questo criterio di natura empirica fu sviluppato da Dawes a seguito dell'osservazione di numerose stelle doppie di luminosità paragonabile.
Attualmente, con le moderne tecnologie digitali, il potere risolutivo massimo di uno strumento può essere anche dimezzato rispetto alla formula di Dawes.

A prescindere da complessi dircorsi sul potere risolutivo, argomento in merito al quale potremmo scrivere centinaia di pagine senza venirne a capo, vorrei soffermarmi un attimo sull'aspetto pratico, ovvero: come si manifesta il diverso potere risolutivo in funzione dello strumento utilizzato?

Le parole e le formule alla fine lasciano il tempo che trovano, se non riusciamo a quantificare meglio quanto è il guadagno che uno strumento, ad esempio di 35 centimetri, ha rispetto ad un piccolo telescopio da 10 cm.
Comprendere le differenze sulla base delle immagini è fondamentale anche per farsi delle idee migliori su quali sono i limiti strumentali e quali dovrebbero essere le aspettative che competono a ciascun telescopio.

Posto che per i nostri scopi trascuriamo l'ostruzione e la differente configurazione ottica, elementi che non alterano sensibilmente la risoluzione massima raggiungibile, di seguito riporto un paio di esempi su cosa sia possibile ottenere al massimo con telescopi di diametro compreso tra 10 e 35 centimetri, quindi la quasi totalità degli strumenti utilizzati dai principianti.

Prima di lasciar parlare le immagini, mi preme dirvi che quelli che state per osservare sono i migliori risultati che ci si può aspettare dal proprio telescopio, se e solo se sono soddisfatte una serie di variabili che dipendono in gran parte da noi: acclimatamento dello strumento, appropriata tecnica di acquisizione ed elaborazione, camera di ripresa adeguata (non semplici webcam o reflex), collimazione del telescopio, luogo di osservazione, seeing.

Proprio per la presenza di un numero elevatissimo di variabili che prescindono il puro diametro strumentale, un confronto del genere deve essere fatto con cognizione di causa.
Per evitare il più possibile la dipendenza da queste variabili e mostrare solamente il potenziale massimo dello strumento, ho selezionato le migliori immagini riprese nel corso di ben 8 anni. Il campione da cui ho potuto attingere è stato abbastanza vasto (oltre 300 riprese) da ridurre al minimo la loro influenza e mostrare le reali potenzialità ottiche al variare del diametro strumentale.
Buona visione!

La Luna



Giove

Saturno
Ganimede (satellite di Giove)

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