Visto che ne ho parlato nel precedente post, approfondiamo in questo piccolo spazio il discorso sulle aurore polari.
Le aurore polari (boreali se si verificano nell’emisfero nord, australi per quello sud), sono dei magnifici giochi di luce, riservati purtroppo solamente agli osservatori situati oltre i 50° di latitudine (nord o sud), alla cui base c’è una stretta “collaborazione” tra il Sole, il campo magnetico terrestre e le molecole di ossigeno degli strati più alti dell’atmosfera.
Aurora polare nei cieli dell'Alaska |
Il Sole, soprattutto nel massimo della sua attività (che raggiunge ogni 11 anni) emette in modo continuo quello che è definito vento solare: un flusso di particelle cariche (protoni, nuclei di elio) che si perde nello spazio.
Quando le particelle giungono in prossimità del nostro pianeta, il campo magnetico le devia ed impedisce loro di raggiungere la superficie, salvaguardando tutte le specie viventi che altrimenti risulterebbero seriamente danneggiate. Una piccola quantità, a causa della particolare forma del campo magnetico terrestre, viene catturata e deviata verso le regioni polari, penetrando nell’atmosfera terrestre.
Quando queste particelle incontrano gli atomi di ossigeno presenti negli strati più alti (circa 600-1000 km), collidono e privano gli atomi di un elettrone. Dopo pochissimo tempo l’elettrone viene di nuovo catturato dall’atomo e viene emessa una debole luce di colore principalmente verde.
Quando l’attività solare è sostenuta ed il numero di particelle catturate dal campo magnetico elevato, i numerosi impatti con gli atomi di ossigeno rendono visibili le aurore polari, degli spettacolari fiumi di colore verde che solcano il cielo muovendosi e modificandosi in pochi secondi.
Nei rarissimi casi in cui l’attività solare sia estremamente elevata (ad esempio a seguito di una tempesta solare violenta), è possibile assistere ad aurore polari anche alle nostre latitudini.
Questo purtroppo si verifica al massimo una volta ogni 11 anni per le regioni settentrionali del nostro paese (l’ultima risale al 20 Novembre 2003), e molto più raramente (1 volta ogni 100 anni circa) per le regioni centrali e meridionali.
Le aurore polari che si spingono fino alle medie latitudini sono generalmente diverse da quelle classiche, sia per la colorazione, in questi casi tipicamente rossastra, che per le caratteristiche (non si notano giochi di luce evidenti, piuttosto una tenue luminosità del cielo in direzione nord).
In ogni caso, le aurore polari, anche queste eccezionali, si possono prevedere. Un ottimo punto di partenza è il sito www.spaceweather.com . Nella homepage, a sinistra, potete vedere in diretta l'intensità e l'estensione dell'ovale aurorale e se la parte di solito gialla diventa arancione e arriva a lambire le regioni settentrionali, allora avrete ottime probabilità di osservare un'aurora.
Non ho mai avuto la possibilità di assistere ad un fenomeno del genere; spero che voi sarete più fortunati di me!
Nessun commento:
Posta un commento