Post un po' lungo, spero mi possiate perdonare
Con il termine inglese orbs si identifica la comparsa di piccole sfere di luce in alcuni video ed immagini.
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Un'invasione aliena? Luogo infestato di fantasmi? Direi proprio di no! |
Nei video il fenomeno è ancora più curioso, perché queste sferule sembrano muoversi in direzioni definite e comparire e scomparire da un momento all’altro.
Se non fossimo condizionati da chi ci dice di credere a priori e senza ragione a spiegazioni a dir poco fantasiose, per scoprire la verità su questo strano fenomeno basterebbero pochi ma semplici esperimenti e magari un po’ di esperienza di fotografia o video.
Alcuni vogliono farci credere, usando i mezzi di comunicazione di massa che queste sferule siano entità soprannaturali, fantasmi, che infestano in particolare alcuni luoghi dove sono accaduti fatti ed eventi misteriosi.
Quali sono le prove a supporto?
Nessuna, anzi, a volte mi sembra di assistere ad un attentato contro l'intelligenza degli spettatori. Si, perché mi spiace dirlo, ma chi mai potrebbe veramente credere ad una cosa del genere?
Purtroppo in una televisione squisitamente commerciale, coloro che conquistano il diritto di parlare in trasmissioni televisive ci riescono unicamente perché la loro idea è commercialmente valida e serve per catturare il maggior numero possibile di telespettatori.
La realtà delle affermazioni cade in secondo (o terzo) piano, mentre si esaspera il lato misterioso ed intrigante della vicenda. Poco importa se è tutta finzione; l’importante è che se ne parli.
Mi permetto di darvi un consiglio: credere indistintamente a tutto quello che passa attraverso il vaglio di operatori commerciali è sbagliato.
Se state leggendo questo post significa che avete a cuore l’uso del mezzo più potente dell’uomo: la capacità di ragionare, che non dovrebbe mai perdersi, a prescindere dal personaggio che vi narra i fatti. Questo vale anche per quello che vi sto raccontando in queste pagine.
Non voglio essere creduto a priori; vorrei semplicemente comunicarvi un senso critico e qualche strumento di analisi per difendervi dall’assalto mediatico dei giorni nostri.
Torniamo al discorso degli orbs.
Prima di proporre la mia tesi (anzi, prima di proporvi il ragionamento e le prove a sostegno della mia tesi, è ben diverso!), vi faccio una domanda volutamente provocatoria: su quale base si asserisce che queste sferule siano la prova dell’esistenza di entità soprannaturali? Ovvero, quale potrebbe essere il ragionamento logico per asserire una cosa del genere? Sarà un mio limite, ma io non riesco a concepirlo.
Bene, cominciamo la nostra analisi lasciando da parte giuzidi e pareri che non ci aiutano.
Osservando attentamente un video o un’immagine, ci accorgiamo che questi orbs hanno tutti delle dimensioni circolari e dei segni particolari al loro interno. Essi si spostano, quindi non sono effetti imputabili a difetti del sensore o alla comparsa di raggi cosmici. Non sembra neanche trattarsi di riflessi, visto che il loro numero cambia, pur rimanendo fissa la fonte di illuminazione.
A questo punto sembra effettivamente che si tratti di dettagli reali, appartenenti alla scena ripresa.
Ma che tipo di dettagli sono?
Se l’immagine ed il video sono stati ripresi nel visibile, perché queste sferule non sono visibili all’occhio umano, che ha addirittura una sensibilità migliore di qualsiasi dispositivo di ripresa? Questo fatto ci dovrebbe mettere qualche dubbio a riguardo, ma andiamo avanti.
Possiamo a questo punto fare una prova molto interessante, che ci permette di stabilire a quale distanza si trovano questi oggetti reali.
Prendiamo due fotocamere distanziate di almeno una ventina di centimetri e scattiamo due foto contemporaneamente, con la stessa inquadratura.
Questa semplice esperienza ci permette di fare quella che si chiama triangolazione: l’osservazione da due punti di vista leggermente diversi, fornisce informazioni sulla distanza degli oggetti rispetto ad uno sfondo lontano.
Se questi oggetti sono molto vicini all’obiettivo della fotocamera, la loro posizione nelle due fotografie, rispetto allo sfondo, cambierà sensibilmente.
Se sono molto lontani, la posizione rimarrà quasi la stessa.
Non è finita qui, perché conoscendo la distanza e le dimensioni sul sensore, possiamo scoprire anche le loro dimensioni reali. A prescindere da quello che sono (ancora troppo presto per dirlo), potremmo ricavare molti preziosi dati!
Bene, mi dispiace dirvelo, ma se facciamo questa esperienza scopriamo che nessuna delle sferule che si vedono in una ripresa è presente anche nell’altra!
Se ammettiamo che sono reali e non frutto di rumore/riflessi, dobbiamo concludere che sono così vicine all’obiettivo che ognuno ne inquadra di diverse.
Le sferule presenti sono così tante che è impossibile riconoscere quelle eventualmente comuni alle due immagini? Proviamo allora a fare dei video con due videocamere attaccate che inquadrano sempre la stessa zona.
Dal movimento delle sferule (generalmente omogeneo), siamo in grado di riconoscere quali sono quelle presenti in entrambe le immagini: di nuovo nessuna, anzi, si assiste all’impressione che un gruppo prima sia visibile in una videocamera e poi, quando esce dal campo, compare nell’altra, nonostante le due videocamere inquadrino la stessa zona!
Senza fare complicati calcoli, questa è la prova definitiva che i dettagli si trovano a pochissima distanza dalle lenti degli obiettivi, non più di qualche centimetro.
Se sono a distanza così ridotta e sull’immagine appaiono ancora piccole rispetto al campo inquadrato, devono avere dimensioni minuscole, inferiori ad 1 millimetro.
Cosa potrebbe essere secondo voi?
E’ più possibile che siano entità paranormali o della semplice polvere illuminata dal flash della fotocamera (guarda caso sono fotografie fatte sempre al buio) o dagli illuminatori a raggi infrarossi delle videocamere (con l’effetto simile al flash)?
Non siamo ancora convinti?
Indaghiamo la loro forma.
Tutte le sferule sono sferiche, con dei cerchi concentrici all’interno.
Si potrebbe obiettare, giustamente, che i granelli di polvere non hanno mai questa forma, a cosa è dovuta?
Avete mai osservato attraverso un telescopio a lenti (rifrattore) o un binocolo? Oppure, avete mai osservato ad occhio nudo un lampione incrociando gli occhi?
In tutti questi casi, come vi appaiono le sorgenti puntiformi (stelle, lampioni)?
Della stessa forma e struttura degli orbs!
A questo punto non è difficile capire che queste sferule sono in realtà granelli di polvere minuscoli illuminati dal flash o dal sensore a raggi infrarossi, che appaiono di forma sferica perché rispetto alla scena sono semplicemente fuori fuoco!
Se così non fosse, allora tutte le stelle del cielo viste attraverso un telescopio non a fuoco sarebbero delle entità paranormali!
Volete la prova del nove che vi convinca che si tratta di granelli di polvere?
Prendete una videocamera a led infrarossi e andate in una stanza completamente buia. Riprendete dei video e fate controllare ad un vostro amico cosa vede sullo schermo del computer che riceve le immagini (posto in un’altra stanza).
Ad un certo punto prendete un tappeto e cominciate a sbatterlo.
Le sferule aumenteranno di numero e cominceranno a viaggiare a grandi velocità: tutto normale, state togliendo la polvere dal vostro tappeto!
Riponete il tappeto ed uscite dalla stanza; aspettate un po’ e vedrete, magicamente, che le sferule diminuiranno di numero e saranno meno agitate.
Perché le sfere di luce appaiono però di diverse grandezze?
Semplice, perché non tutti i granelli di polvere si trovano alla stessa distanza dal sensore, quindi qualcuno sarà più sfocato (e grande) di altri a distanza maggiore.
Perché qualche volta, soprattutto ai bordi, la forma non è più sferica?
Dipende da due fattori: il primo dalla forma del granello di polvere e dall’angolazione della luce; il secondo dai difetti ottici di tutti gli obiettivi economici che distorcono le immagini ai bordi del campo.
Perché i colori sono diversi?
Perché dipende dalla composizione chimica del granello. Ad esempio i pollini dei fiori (che producono lo stesso effetto) tendono ad avere tonalità leggermente più gialle.
Perché in alcune fotografie sembrano lasciare una scia?
Perché il tempo di esposizione di una foto scattata con un flash è dell'ordine di 1/40-60 di secondo, sufficiente a far venire mossi i granelli che si muovono a (relativamente) grande velocità in direzione parallela alla lente dell'obiettivo.
Coloro che possiedono uno strumento astronomico, forse vedranno in queste sferule qualcosa di familiare.
Se effettivamente con il vostro telescopio puntate una stella e sfocate l'immagine, magicamente otterrete un primo piano di un orbs: in questi casi stiamo effettivamente osservando un oggetto alieno, una stella distante decine di anni luce.
Vi consiglio però di mettere a fuoco l'immagine, così potete condurre un'osservazione più emozionante.
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Orbs (sinistra) a confronto con una stella sfocata (a destra). Che ne pensate? |
In effetti queste sferule di luce hanno due grandi utilità, di cui forse una non sarà proprio apprezzata da tutti:- Costituiscono un buon metodo per i vostri genitori o vostra moglie/compagna per controllare se davvero avete spolverato la casa come vi è stato gentilmente (!) richiesto.
- Vi permettono di studiare la qualità dell'obiettivo che ha fatto la foto. In astronomia si chiama star test, e probabilmente non c'è niente di meglio di una stanza polverosa per studiare la qualità ottica del vostro nuovo obiettivo fotografico lungo tutto il campo inquadrato. Chissà se questa motivazione può funzionare come scusa per non aver sbrigato le faccende di casa!
Proverò e vi farò sapere!