Il valore della
costante di Hubble, quindi il tasso con cui si espande lo spazio attorno a noi,
ci suggerisce la risposta a questa domanda, una delle più frequenti in merito
al complesso concetto di espansione dell’Universo.
La costante di Hubble afferma che ogni milione di parsec,
quindi ogni circa 3 milioni di anni luce dal punto di osservazione, la velocità
di allontanamento rispetto all’osservatore aumenta di circa 70 km/s.
Questo sembra proprio un valore estremamente piccolo: basti
pensare a quanto sia grande una distanza di oltre 3 milioni di anni luce!
In effetti, è sufficiente fare qualche semplice calcolo per
capire meglio.
Nel caso di una stella distante da noi circa 1000 parsec (3260
anni luce), la velocità di recessione sarebbe pari a circa 0,07 km/s, un valore
piccolissimo se confrontato con il moto attorno al centro della Galassia, pari a
oltre 200 km/s!
La situazione è ancora più chiara se consideriamo i pianeti.
Anche il più distante dalla Terra, Nettuno, a causa dell’espansione
dell’Universo si allontanerebbe da noi a circa 10 nm, 10 miliardesimi di metro,
al secondo! Questo valore è così piccolo da risultare assolutamente
trascurabile, di gran lunga sopravanzato dalle interazioni gravitazionali con
il Sole, gli altri pianeti, i suoi stessi satelliti.
Siamo arrivati a un’importante conclusione: l’espansione
dell’Universo non si nota per piccole scale, perché è svariati ordini di
grandezza sopravanzata da molte altre variabili, prima su tutti la forza di
gravità. Per osservare l’effetto dobbiamo rivolgere il nostro sguardo
necessariamente verso galassie estremamente lontane, affinché lo spazio che ci
separa sia sufficientemente vasto da notare velocità di recessione comparabili,
o superiori, con quelle gravitazionali.
Il limite per il quale l’espansione dell’Universo si fa
sentire può essere identificato come la distanza alla quale competono velocità
di espansione superiori ai 1.000 km/s. Questo limite si trova a circa 50
milioni di anni luce. Entro questa distanza, l’espansione dell’Universo può
essere trascurata.
Quando i moti
gravitazionali all’interno di un certo spazio sono maggiori dell’espansione
dell’Universo, allora le interazioni gravitazionali sono ancora possibili.
Gli ammassi di
galassie hanno diametri di qualche decina di milioni di anni luce, quindi da un
estremo all’altro la velocità di recessione tra due galassie potrebbe superare
i 1000 km/s. I moti gravitazionali attorno al centro di massa, però, possono
essere anche dieci volte superiori e di fatto l’ammasso non viene disperso.
Per distanze
inferiori, le cose sono ancora più semplici. La galassia di Andromeda, distante
2,3 milioni di anni luce, si dovrebbe allontanare da noi a una velocità di
circa 50 km/s, ma la reciproca attrazione gravitazionale è così forte che,
sebbene lo spazio di espanda, le due galassie si avvicinano a circa 100 km/s.
Questo non significa che lo spazio non si espande, ma solamente che per piccole
distanze prevale l’effetto risultante delle interazioni gravitazionali, quindi
i moti attraverso lo spazio.