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Orione |
La costellazione di Orione è un gruppo di stelle riconosciuto come una costellazione sin dalle prime
civiltà della Terra.
Per i Greci Orione era un grande cacciatore, che fece
innamorare di lui persino Artemide, dea della Luna e della caccia. La dea era
così persa per il gigante cacciatore che trascurò il suo compito di illuminare
le notti. Una notte, Apollo, fratello gemello di Artemide, vide Orione nuotare
in mare e sfidò la sorella a colpire con una freccia quello che da lontano
sembrava un cane. Artemide raccolse la sfida, scoccò la freccia e uccise il
cacciatore. Solo dopo, quando il suo corpo venne portato a riva dalla corrente,
Artemide riconobbe il suo amato Orione, e distrutta dal dolore decise di porlo
nel cielo insieme ai suoi cani. Il dolore della dea è ancora visibile nella
fredda e triste luce della Luna, che ogni notte viene fatta sorgere e
tramontare dalla dea.
Orione è la costellazione più bella e appariscente di tutto il cielo, impossibile
da non individuare nelle notti invernali, proprio a cavallo dell’equatore
celeste.
Anche la forma somiglia a un gigante, il cui corpo è individuato dal
grande quadrilatero dominato da Betelgeuse e Rigel, stelle molto brillanti e
suggestive. Al centro vi sono 3 stelle quasi allineate e di luminosità simile,
che vanno a formare la famosa cintura di Orione. In basso altre tre stelle, più
deboli, poste in senso verticale, formano la spada del gigante. In alto, da
Betelgeuse si diparte un braccio che sorregge una clava e dall’altra parte, a
destra, l’altro che sostiene la pelle di un Leone.
Contiene al suo interno alcune delle nebulose più belle e suggestive
dell’emisfero boreale.
Oggetti principali
NGC2169: Piccolo ammasso aperto, abbastanza brillante
da essere individuato con binocoli e con i cercatori dei telescopi. Oggetto da
osservare ad almeno 100 ingrandimenti per avere una visione soddisfacente.
M42: La grande nebulosa di Orione è una magnifica distesa
di gas, principalmente idrogeno, che brilla di una luce tendente al rosso (in
foto). È la nebulosa più luminosa del cielo ed è facile da osservare, a occhio
nudo, al centro della spada anche da cieli moderatamente inquinati. Al binocolo
mostra bellezza ed eleganza, dando l’impressione di un’aquila nel cielo. Non regala
le colorazioni che si possono osservare nelle fotografie, ma la visione è
veramente stupenda. Visibile meravigliosamente con ogni telescopio, a patto di
usare ingrandimenti modesti, toglie letteralmente il fiato con uno strumento di
almeno 200 mm da un cielo scuro e con un oculare dal grande campo.
Nella zona centrale si trovano 4 stelle brillanti disposte a trapezio,
nate dal gas della nebulosa, facili da osservare con ogni telescopio e almeno
100 ingrandimenti. Uno strumento da 150 mm vi mostrerà un’altra componente, uno
da 250 mm un’altra ancora, rivelando la natura di questo giovane ammasso aperto.
M43: Porzione nord della nebulosa di Orione che
all’osservazione visuale appare
distaccata dalla principale. La nebulosità si avvolge attorno a una
stella poco a nord di M42 ed è ben visibile, seppur debole, con ogni strumento
nello stesso campo di vista della parte principale.
M78: È la nebulosa a riflessione più brillante di tutto il
cielo. Nonostante ciò, è un oggetto prettamente telescopico, ancora debole con
strumenti di 80-90 mm. Telescopi di diametro doppio, intorno ai 150 mm, la
mostrano evidente, sebbene dai bordi abbastanza confusi. Non rivela molti
particolari, ma è un raro esempio di una categoria di oggetti difficili da
osservare.
IC434 e Barnard 33: Sigla che identifica la famosissima nebulosa Testa di Cavallo, la cui immagine tappezza libri e articoli di astronomia. Questo oggetto è il risultato di una particolare combinazione cosmica. Una nebulosa oscura, denominata Barnard 33, si staglia infatti su una più distante nebulosa ad emissione, IC434, facente parte di un gigantesco complesso che avvolge tutta la costellazione di Orione, compresa M42. Questo fortuito allineamento prospettico e la forma particolare della nebulosa oscura che si trova di fronte, conferiscono a questo oggetto la tipica forma della testa di un cavallo. Sfortunatamente l’osservazione richiede telescopi di grande diametro, dai 250 mm in su, e un occhio davvero sensibile per poter notare almeno la parte brillante del complesso nebulare. Molto difficile notare la forma a testa di cavallo, se non con telescopi a partire dai 500 mm di diametro. In fotografia, invece, anche un piccolo telescopio da 60 mm di diametro riesce ad evidenziare la struttura.