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lunedì 1 gennaio 2018

La costellazione del mese: Orione


Orione
La costellazione di Orione è un gruppo di stelle riconosciuto come una costellazione sin dalle prime civiltà della Terra. 
Per i Greci Orione era un grande cacciatore, che fece innamorare di lui persino Artemide, dea della Luna e della caccia. La dea era così persa per il gigante cacciatore che trascurò il suo compito di illuminare le notti. Una notte, Apollo, fratello gemello di Artemide, vide Orione nuotare in mare e sfidò la sorella a colpire con una freccia quello che da lontano sembrava un cane. Artemide raccolse la sfida, scoccò la freccia e uccise il cacciatore. Solo dopo, quando il suo corpo venne portato a riva dalla corrente, Artemide riconobbe il suo amato Orione, e distrutta dal dolore decise di porlo nel cielo insieme ai suoi cani. Il dolore della dea è ancora visibile nella fredda e triste luce della Luna, che ogni notte viene fatta sorgere e tramontare dalla dea.
Orione è la costellazione più bella e appariscente di tutto il cielo, impossibile da non individuare nelle notti invernali, proprio a cavallo dell’equatore celeste.

Anche la forma somiglia a un gigante, il cui corpo è individuato dal grande quadrilatero dominato da Betelgeuse e Rigel, stelle molto brillanti e suggestive. Al centro vi sono 3 stelle quasi allineate e di luminosità simile, che vanno a formare la famosa cintura di Orione. In basso altre tre stelle, più deboli, poste in senso verticale, formano la spada del gigante. In alto, da Betelgeuse si diparte un braccio che sorregge una clava e dall’altra parte, a destra, l’altro che sostiene la pelle di un Leone.

Contiene al suo interno alcune delle nebulose più belle e suggestive dell’emisfero boreale.

Oggetti principali
NGC2169: Piccolo ammasso aperto, abbastanza brillante da essere individuato con binocoli e con i cercatori dei telescopi. Oggetto da osservare ad almeno 100 ingrandimenti per avere una visione soddisfacente.

M42: La grande nebulosa di Orione è una magnifica distesa di gas, principalmente idrogeno, che brilla di una luce tendente al rosso (in foto). È la nebulosa più luminosa del cielo ed è facile da osservare, a occhio nudo, al centro della spada anche da cieli moderatamente inquinati. Al binocolo mostra bellezza ed eleganza, dando l’impressione di un’aquila nel cielo. Non regala le colorazioni che si possono osservare nelle fotografie, ma la visione è veramente stupenda. Visibile meravigliosamente con ogni telescopio, a patto di usare ingrandimenti modesti, toglie letteralmente il fiato con uno strumento di almeno 200 mm da un cielo scuro e con un oculare dal grande campo.
Nella zona centrale si trovano 4 stelle brillanti disposte a trapezio, nate dal gas della nebulosa, facili da osservare con ogni telescopio e almeno 100 ingrandimenti. Uno strumento da 150 mm vi mostrerà un’altra componente, uno da 250 mm un’altra ancora, rivelando la natura di questo giovane ammasso aperto.

M43: Porzione nord della nebulosa di Orione che all’osservazione visuale appare  distaccata dalla principale. La nebulosità si avvolge attorno a una stella poco a nord di M42 ed è ben visibile, seppur debole, con ogni strumento nello stesso campo di vista della parte principale.



M78: È la nebulosa a riflessione più brillante di tutto il cielo. Nonostante ciò, è un oggetto prettamente telescopico, ancora debole con strumenti di 80-90 mm. Telescopi di diametro doppio, intorno ai 150 mm, la mostrano evidente, sebbene dai bordi abbastanza confusi. Non rivela molti particolari, ma è un raro esempio di una categoria di oggetti difficili da osservare.



IC434 e Barnard 33: Sigla che identifica la famosissima nebulosa Testa di Cavallo, la cui immagine tappezza libri e articoli di astronomia. Questo oggetto è il risultato di una particolare combinazione cosmica. Una nebulosa oscura, denominata Barnard 33, si staglia infatti su una più distante nebulosa ad emissione, IC434, facente parte di un gigantesco complesso che avvolge tutta la costellazione di Orione, compresa M42. Questo fortuito allineamento prospettico e la forma particolare della nebulosa oscura che si trova di fronte, conferiscono a questo oggetto la tipica forma della testa di un cavallo. Sfortunatamente l’osservazione richiede telescopi di grande diametro, dai 250 mm in su, e un occhio davvero sensibile per poter notare almeno la parte brillante del complesso nebulare. Molto difficile notare la forma a testa di cavallo, se non con telescopi a partire dai 500 mm di diametro. In fotografia, invece, anche un piccolo telescopio da 60 mm di diametro riesce ad evidenziare la struttura.



sabato 28 novembre 2015

Osserviamo la bellissima costellazione di Orione

Le notti invernali sono molto fredde, ma allo stesso tempo hanno due grandi vantaggi: 1) Il cielo tende a essere più trasparente che nelle altre stagioni (se è sereno!) e 2) La notte scende presto, così non dobbiamo fare le ore piccole per gustarci un po' di cielo.
C'è anche un terzo vantaggio, ed è quello di poter osservare la costellazione a mio avviso più bella di tutto il cielo: Orione.
Il mitologico cacciatore domina il cielo invernale sin dal pomeriggio, quando si può osservare verso l'orizzonte est. Con il passare delle ore la sua inconfondibile sagoma guadagna sempre più spazio, fino a svettare verso sud poco prima della mezzanotte.

La costellazione di Orione in una foto di 30 secondi, sotto un cielo molto scuro


La costellazione di Orione è facile da riconoscere, perché la figura predominante è rappresentata da un quadrilatero, ai cui vertici ci sono tra le stelle più brillanti del cielo. In alto a sinistra una stella dall'acceso color arancio, Betelgeuse; in basso a destra, invece, un astro azzurrino, Rigel. Queste due stelle, anche se non sembrerebbe, hanno molte cose in comune: in pratica, con le dovute approssimazioni, Betelgeuse rappresenta lo stadio finale di stelle che nella loro gioventù emettono una forte luce di color azzurro/blu, proprio come Rigel.
Betelgeuse è un astro che sta giungendo a grandi passi verso la fine della propria vita. Al suo centro l'idrogeno, il combustibile più appetibile e duraturo con cui le stelle si mantengono in vita, è terminato da tempo. Betelgeuse allora, da astro azzurro si è espansa all'inverosimile, fino a superare un diametro di un miliardi di chilometri, e si è trasformata in una supergigante rossa, l'ultimo stadio prima di terminare la propria vita con un'immensa esplosione chiamata supernova, di cui abbiamo parlato brevemente in un post recente.

Al centro di questo brillante quadrilatero, troviamo tre stelle quasi allineate e in uno spazio piccolo: sono gli astri della famosa cintura di Orione. Da sinistra a destra troviamo Alnitak, Alnilam e Mintaka. Citate in tantissime mitologie, antiche e moderne, queste stelle, in realtà, come tutti gli astri, se ne fregano delle nostre insignificanti vicende e brillano perché così hanno deciso le leggi dell'Universo, non per inviare chissà quale strano messaggio a esseri posti su un pianeta che diventa inivisibile già dalla periferia del Sistema Solare.

Più in basso, perpendicolarmente alle tre stelle della cintura, troviamo altri tre astri, più vicini e deboli: stiamo osservando la spada di Orione. La stella centrale in realtà non è una stella mala splendida grande nebulosa di Orione, parte più brillante di un enorme sistema nebulare che avvolge tutta la costellazione. Vale la pena andare sotto un cielo scuro, senza la Luna, e osservare questo piccolo gioiello anche con un modesto binocolo. Ci stupiremo nell'osservare quelle tenui trame di gas dalle quali stanno nascendo ancora oggi centinaia di stelle e chissà quanti pianeti.

martedì 21 gennaio 2014

Fotografia astronomica: Orione

La costellazione di Orione, regina dei cieli invernali, è tra le figure più luminose e facili da osservare nel cielo. Ma questa regione, proprio a ridosso del disco della Via Lattea, è avvolta in gigantesche nubi di gas estremamente caldo, la cui parte più evidente è rappresentata dalla grande nebulosa di Orione, nel cuore della costellazione e visibile anche a occhio nudo.
E' un peccato che i nostri occhi non abbiano la sensibilità sufficiente per farci ammirare tutte le tenui volute di gas che avvolgono il gigante mitologico. Per fortuna possiamo sopperire a questa mancanza con una fotografia a lunga esposizione, utilizzando una reflex digitale modificata, l'obiettivo di serie 18-55 mm e una piccola montatura equatoriale motorizzata che segue la rotazione della Terra.
Ultimo, ma non per importanza, un cielo scuro.
Ed ecco a voi la costellazione di Orione come non la potrete mai vedere a occhio nudo:


domenica 15 gennaio 2012

Astrofotografia semplice: riprendiamo la nebulosa di Orione

Se non siete esperti astrofotografi, ma avete sempre sognato di riprendere almeno una delle moltissime immagini che si vedono circolare su internet, questo post fa per voi.

Alcuni oggetti, come le nebulose ad emissione, appaiono magnifici quando ripresi al telescopio, mostrando un'estensione e soprattutto dei colori impossibili da osservare attraverso qualsiasi strumento.
Purtroppo fare una buona fotografia di una nebulosa richiede una fotocamera, magari modificata per le applicazioni astronomiche, da collegare ad un telescopio, che poggia su una solida montatura equatoriale in grado di bilanciare il movimento della Terra ed un sistema chiamato autoguida che consente di controllare e correggere il movimento della montatura, affinché l'immagine, che richiede una lunga esposizione, non venga mossa
Tutto questo, oltre ad essere dispendioso in termini economici, è anche piuttosto difficile da mettere in pratica, soprattutto se si è agli inizi.

Se non volete, almeno per il momento, imbarcarvi in un'avventura lunga, dispendiosa e dall'esito incerto, come la fotografia degli oggetti deep-sky, molti astrofili vi diranno allora di continuare ad osservare le immagini di nebulose e galassie comodamente seduti di fronte allo schermo di un computer.

Fortunatamente, anche in questa affermazione pessimistica quanto perentoria, c'è almeno una piacevole eccezione.
In cielo esiste una nebulosa abbastanza brillante da non richiedere altro che una reflex collegata a qualsiasi telescopio ed una montatura equatoriale motorizzata. Niente lunghe esposizioni, niente super telescopi, nessun meccaniscmo di autoguida.

La nebulosa di Orione è molto semplice da riprendere
La grande nebulosa di Orione, ben visibile anche ad occhio nudo in queste fredde ma spesso limpide notti invernali, è la più brillante e spettacolare di tutto il cielo, facilissima e bellissima da fotografare.
Volete una prova? Ve la do subito.
La foto che vedete a lato è stata ottenuta con una comune reflex Canon 450D non modificata, collegandola ad un rifrattore apocromatico da 106 mm f 6.5 a sua volta posto su una montatura equatoriale cinese HEQ5. Non è stato necessario far altro se non scattare una serie di immagini di 30 secondi di esposizione ed allinearle e sommarle con uno dei classici programmi astronomici, tra cui il gratuito Registax.
Non sarà un capolavoro, ma la nebulosa e le tenui colorazioni sono ben visibili; direi che per chi si accontenta di uno scatto senza troppi problemi è già un grande risultato!

venerdì 30 dicembre 2011

Mia immagine della grande nebulosa di Orione

Le notti invernali, spesso limpide e secche a causa del vento proveniente da nord, sono dominate in cielo dalla evidentte figura della costellazione di Orione.
Il grande quadrilatero principale, delimitato sulla diagonale da due grandi stelle, Betelgeuse (rossa) e Rigel (azzurra), racchiude alcune tra le gemme più belle di questo squarcio di cielo nel pieno del disco della Via Lattea.
Ripresa della grande nebulosa di Orione
Al centro del quadrilatero, tre stelle di luminosità simile e quasi perfettamente allineate formano la celeberrima cintura di Orione, che tanto fa discutere archeologi e storici dell'astronomia in merito al significato e all'interpretazione data dagli antichi popoli.
Più in basso, perpendicolarmente alla linea congiungente le tre stelle della cintura, troviamo altri tre astri, più deboli e ravvicinati, che formano la spada di Orione.

Se vi trovate in un cielo scuro e limpido, non farete fatica a notare che la stella centrale della spada appare sempre piuttosto sfocata e come avvolta da un debolissimo alone. In effetti non stiamo osservando un oggetto stellare, ma la grande nebulosa di Orione, una gigantesca distesa di gas estremamente caldo, dal diametro di circa 35 anni luce.

La nebulosa di Orione è l'oggetto diffuso meglio visibile ad occhio nudo, ed è spettacolare da osservare attraverso qualsiasi strumento ottico, dal binocolo ai telescopi più grandi.
All'interno delle intricate trame del caldo ed estremamente rarefatto gas sono nate e stanno ancora nascendo migliaia di stelle, in quella che può definirsi a tutt gli effetti una grande incubatrice cosmica.

La nebulosa di Orione è anche l'oggetto più fotografato del cielo. Basta una semplice reflex digitale, con un piccolo obiettivo ed una posa di qualche minuto, per evidenziare i magnifici intrecci e colori di questa affascinante regione di formazione stellare.
Il nostro occhio, anche se avessimo a disposizione i telescopi più potenti, non riuscirà mai ad ammirare le meravigliose colorazioni e le parti più tenui di questo complesso nebulare, la cui estensione è enormemente maggiore di quella visibile, coprendo buona parte dell'intera costellazione.

Da molto tempo volevo ottenere delle riprese che mostrassero la reale estensione della nebulosa ed i magnifici giochi di colore, così nei giorni passati ci ho provato con la strumentazione a mia disposizione: riffrattore apocromatico Sharpstar da 106 mm ridotto a f5.2, camera CCD ST-7XME, ed un filtro H-alpha per rendere maggiore il contrasto tra il gas ed il fondo cielo.
La mia camera CCD ha un formato dell'immagine davvero ridicolo: 758X512 pixel; inoltre nel campo di ripresa trovava posto solamente la parte centrale della nebulosa. Ho così pensato di comporre un mosaico per aumentare il campo ripreso e le dimensioni dell'immagine.
In due nottate (25-27 Dicembre) ho ripreso 12 porzioni intorno alla nebulosa, ognuna con un'esposizione complessiva di 40 minuti.
Ho elaborato le singole immagini e poi composto il mosaico, ottenendo l'immagine in bianco e nero che potete vedere qui:

Mosaico della nebulosa di Orione in toni di grigio


La versione a risoluzione piena la trovate cliccando qui

Personalmente amo più il monocromatico sulle nebulose, perché si possono osservare le sfumature di gas più fini senza essere "distratti" dai colori, ma capisco che il mio punto di vista può essere molto personale e poco condiviso, così ho cercato di dare colore all'immagine utilizzando i dati provenienti da una serie di riprese effettuate con lo stesso strumento e la mia Canon 450D, una settimana prima.
Il risultato non mi dispiace, considerando che l'esposizione per ogni quadro è stata di soli 40 minuti, con uno strumenti di appena 10 centimetri.

Versione a colori

I colori sono una mia personale interpretazione secondo quello che dovrebbe riuscire a vedere l'occhio se fosse abbastanza sensibile ai bassi livelli di luce. In molte foto il rosso predomina, ma l'occhio ne vedrebbe solamente una piccola parte perché poco sensibile a queste lunghezze d'onda.

La versione a piena risoluzione è visibile qui

Grazie al grande formato dell'immagine, è possibile anche isolare alcune zone interessanti, come ad esempio la parte sud della nebulosa, che mostra un intreccio di gas e colori dalla bellezza mozzafiato:

Particolare della porzione sud della nebulosa

In totale questa immagine ha richiesto circa 8 ore per la ripresa ed un paio di giorni per comporre il mosaico e cercare di estrapolare tutto il segnale ripreso, tenendo a bada il rumore.
Per migliorarla sarebbe necessario che ogni pezzo del mosaico ricevesse un'esposizione almeno doppia, ma probabilmente non ho tutto questo tempo e alla fine mi accontento del risultato ottenuto. Non sarà il massimo, ma è pur sempre una foto personale e soprattutto uno sguardo su questo meraviglioso Universo.