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sabato 28 gennaio 2012

La mia nebulosa testa di cavallo

Uno degli oggetti del cielo diffuso che più mi ha affascinato, soprattutto da bambino è sempre stata una nebulosa estremamente particolare, soprannominata testa di cavallo.
Oltre alla forma davvero somigliante alla testa del meraviglioso animale, mi hanno sempre affascinato due cose di questo oggetto:

1)    L'eccezionale allineamento prospettico che rende possibile l'intera struttura. La parte brillante, infatti, è una zona ad emissione facente parte del grande complesso nebulare che avvolge quasi tutta la costellazione di Orione, di cui la grande nebulosa di Orione è semplicemente la parte più brillante.
La tipica forma a testa di cavallo è resa possibile dalla presenza tra il nostro punto di vista e lo sfondo luminoso di una nebulosa oscura della forma giusta che nulla ha a che fare con la parte ad emissione. La funzione dello sfondo luminoso è quella unica, ma decisiva, di mostrare per contrasto la più vicina nube oscura che altrimenti sarebbe risultata del tutto invisibile.

2)   Le meravigliose foto che potevo osservare sui libri di astronomia di questo complesso nebulare mi facevano sognare. Immaginavo di poter un giorno osservare, o meglio, fotografare questa struttura e cercare di intuire la sua forma con i pochi mezzi di cui potevo disporre, che di certo non potevano competere con le foto fatte dai più grandi telescopi del mondo.

Grazie al grande sviluppo della tecnologia digitale e a costi accessibili anche ai dilettanti, il mio sogno di bambino, ritenuto impossibile, si è realizzato.
Non solo ho potuto riprendere la forma della nebulosa testa di cavallo, ma sono riuscito a farlo con una discreta profondità e scala dell'immagine (ingrandimento), ottenendo un'immagine migliore di quelle che fino a pochi anni fa, con la pellicola chimica, erano possibili solamente con i più grandi telescopi del mondo.

Se non vi siete interessati di fotografia astronomica ai tempi della pellicola (almeno 10 anni fa), forse non riuscite a comprendere fino in fondo il significato di un risultato che oggi è naturalmente surclassato dai grandi telescopi professionali e dalle migliaia di immagini nettamente migliori della mia che si possono osservare con un semplice click del mouse. Nei miei sogni di bambino sensori CCD ed internet erano ancora un miraggio che poche persone nel mondo avevano potuto trasformare in realtà.
Guardate questa immagine non solo dal punto di vista tecnico, ma anche e soprattutto come il coronamento di un piccolo grande sogno che dopo molti anni si è realizzato, nonostante sembrasse impossibile.

Ripresa della nebulosa testa di cavallo

Per gli amanti dei dati tecnici: la ripresa è stata effettuata al fuoco diretto di un telescopio Schmidt-Cassegrain da 235 mm f10 sulla nuova montatura Avalon M-Uno che ho avuto in prova per dei test, con camera CCD ST-7XME e filtro H-alpha da 10 nm di banda passante. Media di 7 immagini da 30 minuti ciascuna.

venerdì 30 dicembre 2011

Mia immagine della grande nebulosa di Orione

Le notti invernali, spesso limpide e secche a causa del vento proveniente da nord, sono dominate in cielo dalla evidentte figura della costellazione di Orione.
Il grande quadrilatero principale, delimitato sulla diagonale da due grandi stelle, Betelgeuse (rossa) e Rigel (azzurra), racchiude alcune tra le gemme più belle di questo squarcio di cielo nel pieno del disco della Via Lattea.
Ripresa della grande nebulosa di Orione
Al centro del quadrilatero, tre stelle di luminosità simile e quasi perfettamente allineate formano la celeberrima cintura di Orione, che tanto fa discutere archeologi e storici dell'astronomia in merito al significato e all'interpretazione data dagli antichi popoli.
Più in basso, perpendicolarmente alla linea congiungente le tre stelle della cintura, troviamo altri tre astri, più deboli e ravvicinati, che formano la spada di Orione.

Se vi trovate in un cielo scuro e limpido, non farete fatica a notare che la stella centrale della spada appare sempre piuttosto sfocata e come avvolta da un debolissimo alone. In effetti non stiamo osservando un oggetto stellare, ma la grande nebulosa di Orione, una gigantesca distesa di gas estremamente caldo, dal diametro di circa 35 anni luce.

La nebulosa di Orione è l'oggetto diffuso meglio visibile ad occhio nudo, ed è spettacolare da osservare attraverso qualsiasi strumento ottico, dal binocolo ai telescopi più grandi.
All'interno delle intricate trame del caldo ed estremamente rarefatto gas sono nate e stanno ancora nascendo migliaia di stelle, in quella che può definirsi a tutt gli effetti una grande incubatrice cosmica.

La nebulosa di Orione è anche l'oggetto più fotografato del cielo. Basta una semplice reflex digitale, con un piccolo obiettivo ed una posa di qualche minuto, per evidenziare i magnifici intrecci e colori di questa affascinante regione di formazione stellare.
Il nostro occhio, anche se avessimo a disposizione i telescopi più potenti, non riuscirà mai ad ammirare le meravigliose colorazioni e le parti più tenui di questo complesso nebulare, la cui estensione è enormemente maggiore di quella visibile, coprendo buona parte dell'intera costellazione.

Da molto tempo volevo ottenere delle riprese che mostrassero la reale estensione della nebulosa ed i magnifici giochi di colore, così nei giorni passati ci ho provato con la strumentazione a mia disposizione: riffrattore apocromatico Sharpstar da 106 mm ridotto a f5.2, camera CCD ST-7XME, ed un filtro H-alpha per rendere maggiore il contrasto tra il gas ed il fondo cielo.
La mia camera CCD ha un formato dell'immagine davvero ridicolo: 758X512 pixel; inoltre nel campo di ripresa trovava posto solamente la parte centrale della nebulosa. Ho così pensato di comporre un mosaico per aumentare il campo ripreso e le dimensioni dell'immagine.
In due nottate (25-27 Dicembre) ho ripreso 12 porzioni intorno alla nebulosa, ognuna con un'esposizione complessiva di 40 minuti.
Ho elaborato le singole immagini e poi composto il mosaico, ottenendo l'immagine in bianco e nero che potete vedere qui:

Mosaico della nebulosa di Orione in toni di grigio


La versione a risoluzione piena la trovate cliccando qui

Personalmente amo più il monocromatico sulle nebulose, perché si possono osservare le sfumature di gas più fini senza essere "distratti" dai colori, ma capisco che il mio punto di vista può essere molto personale e poco condiviso, così ho cercato di dare colore all'immagine utilizzando i dati provenienti da una serie di riprese effettuate con lo stesso strumento e la mia Canon 450D, una settimana prima.
Il risultato non mi dispiace, considerando che l'esposizione per ogni quadro è stata di soli 40 minuti, con uno strumenti di appena 10 centimetri.

Versione a colori

I colori sono una mia personale interpretazione secondo quello che dovrebbe riuscire a vedere l'occhio se fosse abbastanza sensibile ai bassi livelli di luce. In molte foto il rosso predomina, ma l'occhio ne vedrebbe solamente una piccola parte perché poco sensibile a queste lunghezze d'onda.

La versione a piena risoluzione è visibile qui

Grazie al grande formato dell'immagine, è possibile anche isolare alcune zone interessanti, come ad esempio la parte sud della nebulosa, che mostra un intreccio di gas e colori dalla bellezza mozzafiato:

Particolare della porzione sud della nebulosa

In totale questa immagine ha richiesto circa 8 ore per la ripresa ed un paio di giorni per comporre il mosaico e cercare di estrapolare tutto il segnale ripreso, tenendo a bada il rumore.
Per migliorarla sarebbe necessario che ogni pezzo del mosaico ricevesse un'esposizione almeno doppia, ma probabilmente non ho tutto questo tempo e alla fine mi accontento del risultato ottenuto. Non sarà il massimo, ma è pur sempre una foto personale e soprattutto uno sguardo su questo meraviglioso Universo.