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venerdì 15 novembre 2013

Scoperti tre nuovi asteroidi (forse). Tranquilli, non c'è alcun pericolo

Sta circolando in rete, amplificata dalla poca professionalità di certi media generalisti, la notizia della scoperta di tre grossi asteroidi in rotta di collisione con la Terra. Bene: FALSO!
Quando si parla di asteroidi, sono due le costanti sempre presenti:
1) Il pressapochismo (o la malafede) di certa informazione che sembra fregarsene dell'etica professionale, e un fatto un po' più scientifico, quindi interessante:
2) Ci sono ancora molti corpi celesti da scoprire nelle zone interne del Sistema Solare.

Orbite dei tre nuovi corpi celesti scoperti da poco
Detto questo, vediamo di capire come stanno effettivamente le cose, cominciando dalla cronaca nuda e cruda.
Nell'ultima settimana di Ottobre due importanti programmi di monitoraggio del cielo hanno scoperto tre nuovi corpi celesti molto interessanti. Due sono stati identificati dalla Catalina Sky Survey e uno dal programma Pan-STARRS (lo stesso che ha scoperto già diverse comete).
Da una prima analisi delle orbite e delle dimensioni si è scoperto che questi tre oggetti rientrano nella categoria NEO (Near Earth Objects), vale a dire oggetti vicini alla Terra. Il termine, però, deve essere interpretato dal punto di vista astronomico. Gli oggetti NEO sono infatti tutti quei corpi celesti che nel loro percorso intorno al Sole vengono a trovarsi entro poche decine di milioni di chilometri dall'orbita terrestre. Una sottocategoria particolarmente monitorata è rappresentata dai PHO (Potentially Hazardous Objects), corpi celesti che possono avvicinarsi ad almeno 7,5 milioni di chilometri dall'orbita della Terra (non necessariamente alla Terra, perché dipende in quale punto dell'orbita si trova nel momento di massimo avvicinamento!) e con un diametro di almeno 100 metri.
Di asteroidi di questo tipo se ne conoscono più di mille ma nessuno colpirà la Terra nei prossimi 50-100 anni.

I tre corpi celesti scoperti di recente sono effettivamente peculiari, ma non perché rappresentano una potenziale minaccia, anzi, si è capito subito che, almeno per il momento (da qui a 100 anni), non saranno un problema. Oltre questo intervallo temporale non lo sappiamo con certezza semplicemente perché non siamo ancora così bravi nei calcoli, anche se almeno due di loro saranno sicuramente molto lontani da noi.

La loro peculiarità riguarda la forma dell'orbita e le loro dimensioni.
Inizialmente si pensava che fossero tutti oggetti asteroidali, composti quindi da rocce. Questa supposizione aveva portato a una stima delle dimensioni piuttosto notevole: 19 km per 2013 UQ4, 20 km per 2013 US10 e un paio di chilometri per il terzo, 2013 UP8.

I primi due, in effetti, sarebbero gli asteroidi NEO più grandi scoperti dal 1983. Considerando i vari programmi di monitoraggio del cielo, molti astronomi si sono chiesti come sia stato possibile non vedere questi grandi massi cosmici.
La risposta sta lentamente arrivando grazie a nuovi studi. Se il terzo, 2013 UP8, rientra nella categoria NEO senza troppi problemi, gli altri due possiedono orbite molto allungate e inclinate.
2013 US10 ha addirittura un'orbita quasi parabolica e probabilmente si trova nelle zone interne del Sistema Solare forse per la prima volta nella sua esistenza. Dopo un passaggio attorno al Sole si allontanerà velocemente e non si sa se e quando ritornerà . Questa è la perfetta descrizione di una cometa di lungo periodo, un po' come sta accadendo in queste settimane per la cometa ISON che si è appena resa visibile a occhio nudo dai nostri cieli.

Le informazioni in mano agli astronomi dicono proprio che 2013 US10 potrebbe essere una cometa di lungo periodo. Questo significa che la stima delle dimensioni, che si effettua unicamente in base alla luce riflessa dalla superficie, è sbagliata. Le comete sono fatte di ghiacci che riflettono molta più luce, contrariamente agli asteroidi, alcuni dei quali scuri quanto l'asfalto appena steso.
La conseguenza? Non si tratta di un enorme asteroide ma di una piccola cometa o quello che resta della frantumazione di una grande cometa secoli o millenni fa, il cui diametro, se va bene, arriverà a qualche chilometri.
A conferma della natura cometaria, le osservazioni del 5 Novembre scorso fatte dal Canada-France-Hawaii telescope hanno mostrato una debole attività cometaria.

Anche l'altro asteroide, 2013 UQ4, ha delle caratteristiche peculiari. Possiede un'orbita addirittura retrograda (ruota attorno al Sole nel verso contrario rispetto ai pianeti), molto allungata e inclinata. Anche questo, quindi, sembra essere una cometa o ciò che rimane di una cometa ormai esaurita. Se fosse così, e le osservazioni telescopiche sembrerebbero confermarlo, è probabile che la stima delle dimensioni (19 chilometri) sia corretta. Perché non si è scoperto prima? Semplice, perché ha un'orbita molto allungata e solo in questi anni si trova sufficientemente vicino alla Terra (oltre 300 milioni di chilometri attualmente) per poter essere avvistato.

Insomma, in conclusione di questo lungo post, abbiamo capito altre due cose che è meglio mettere ben in chiaro:
1) Non ci sono corpi celesti in rotta di collisione con la Terra;
2) Le comete, attive o spente, provenienti dalla periferia del Sistema Solare sono molto più temibili degli asteroidi NEO che si trovano a orbitare sempre nei paraggi della Terra (in senso astronomico). Se quest'ultimi si possono osservare e seguire lungo tutta la loro orbita, prevedendone gli spostamenti con decenni di anticipo, le piccole comete si riescono a vedere solamente quando ormai si trovano poco oltre la distanza di Marte, un margine troppo esiguo per prevenire in tempo un eventuale impatto.
La buona notizia è che al momento non corriamo alcun pericolo, quindi rilassiamoci.


Link alla notizia ufficiale: http://neo.jpl.nasa.gov/news/news181.html

sabato 31 dicembre 2011

Qualche utile suggerimento per non farsi incantare da false notizie astronomiche

il 16 Dicembre scorso ho tenuto una lezione alla libera Università di città della Pieve (Perugia) che ha riscosso un discreto successo, in merito ai modi per indagare la realtà e come capire se una notizia scientifica può essere vera, verosimile o totalmente inventata.

La lezione è stata liberamente ispirata dalle ingenti quantità di informazioni che si possono trovare in rete e sulla nostra cara televisione.
In questa valanga di notizie scientifiche più o meno eclatanti, le persone che non sono esperte del settore giustamente tendono a dare credito a chi si è guadagnato il diritto di parlare a milioni di persone, attraverso importanti canali di comunicazione.

Purtroppo, come ho ben spiegato ai miei interessati allievi, in Italia il concetto di meritocrazia è molto teorico, quindi chi ha il privilegio di scrivere per importanti giornali o parlare sulle reti nazionali di argomenti scientifici, nel nostro caso astronomici, di solito non se lo è guadagnato grazie alle proprie conoscenze della materia, ma perché sa catturare molto bene il pubblico, inventandosi spesso delle storie senza senso (o è stato raccomandato dal potente di turno).

Nel campo astronomico, la frequenza di notizie false riportate dai media è altissima.
I media generalisti considerano l'astronomia come una disciplina dalla quale estrarre periodicamente notizie sensazionalistiche totalmente inventate, solamente per vendere qualche giornale in più o tenere incollato quache telespettatore alla tv. Non importa se la notizia è totalmente falsa e a volte anche priva di senso; non importa se la gente viene ingannata e a volte pure terrorizzata: tutto questo fa guadagnare soldi, il resto non conta.

La presentazione che presento (gioco di parole!) è in formato power point e cerca di dare delle linee guida, spesso inspirate dall'esperienza e da un po' di logica, per evitare di farvi incantare da coloro che sono bravi solamente (e non sempre) ad usare parole accattivanti, ma prive di ogni significato.
Prima di lasciarvi alla presentazione, ricordate sempre che un buon comunicatore scientifico non vi racconterà mai qualcosa in cui credere ciecamente senza fornirvi alcuna prova, piuttosto si limiterà a darvi gli strumenti e le informazioni necessarie per farvi comprendere con le vostre forze l'argomento.

Cliccate qui per scaricare la presentazione in Power Point

Buona visione!

mercoledì 26 ottobre 2011

UFO nel cielo? L'incredibile caso degli orbs

Post un po' lungo, spero mi possiate perdonare

Con il termine inglese orbs si identifica la comparsa di piccole sfere di luce in alcuni video ed immagini.
Un'invasione aliena? Luogo infestato di fantasmi? Direi proprio di no!
Nei video il fenomeno è ancora più curioso, perché queste sferule sembrano muoversi in direzioni definite e comparire e scomparire da un momento all’altro. 

Se non fossimo condizionati da chi ci dice di credere a priori e senza ragione a spiegazioni a dir poco fantasiose, per scoprire la verità su questo strano fenomeno basterebbero pochi ma semplici esperimenti e magari un po’ di esperienza di fotografia o video.

Alcuni vogliono farci credere, usando i mezzi di comunicazione di massa che queste sferule siano entità soprannaturali, fantasmi, che infestano in particolare alcuni luoghi dove sono accaduti fatti ed eventi misteriosi.
Quali sono le prove a supporto?
Nessuna, anzi, a volte mi sembra di assistere ad un attentato contro l'intelligenza degli spettatori. Si, perché mi spiace dirlo, ma chi mai potrebbe veramente credere ad una cosa del genere?

Purtroppo in una televisione squisitamente commerciale, coloro che conquistano il diritto di parlare in trasmissioni televisive ci riescono unicamente perché la loro idea è commercialmente valida e serve per catturare il maggior numero possibile di telespettatori.
La realtà delle affermazioni cade in secondo (o terzo) piano, mentre si esaspera il lato misterioso ed intrigante della vicenda. Poco importa se è tutta finzione; l’importante è che se ne parli.
Mi permetto di darvi un consiglio: credere indistintamente a tutto quello che passa attraverso il vaglio di operatori commerciali è sbagliato.
Se state leggendo questo post significa che avete a cuore l’uso del mezzo più potente dell’uomo: la capacità di ragionare, che non dovrebbe mai perdersi, a prescindere dal personaggio che vi narra i fatti. Questo vale anche per quello che vi sto raccontando in queste pagine. 
Non voglio essere creduto a priori; vorrei semplicemente comunicarvi un senso critico e qualche strumento di analisi per difendervi dall’assalto mediatico dei giorni nostri. 

Torniamo al discorso degli orbs.
Prima di proporre la mia tesi (anzi, prima di proporvi il ragionamento e le prove a sostegno della mia tesi, è ben diverso!), vi faccio una domanda volutamente provocatoria: su quale base si asserisce che queste sferule siano la prova dell’esistenza di entità soprannaturali? Ovvero, quale potrebbe essere il ragionamento logico per asserire una cosa del genere? Sarà un mio limite, ma io non riesco a concepirlo.

Bene, cominciamo la nostra analisi lasciando da parte giuzidi e pareri che non ci aiutano.
Osservando attentamente un video o un’immagine, ci accorgiamo che questi orbs hanno tutti delle dimensioni circolari e dei segni particolari al loro interno. Essi si spostano, quindi non sono effetti imputabili a difetti del sensore o alla comparsa di raggi cosmici. Non sembra neanche trattarsi di riflessi, visto che il loro numero cambia, pur rimanendo fissa la fonte di illuminazione. 

A questo punto sembra effettivamente che si tratti di dettagli reali, appartenenti alla scena ripresa. 
Ma che tipo di dettagli sono?
Se l’immagine ed il video sono stati ripresi nel visibile, perché queste sferule non sono visibili all’occhio umano, che ha addirittura una sensibilità migliore di qualsiasi dispositivo di ripresa? Questo fatto ci dovrebbe mettere qualche dubbio a riguardo, ma andiamo avanti.

Possiamo a questo punto fare una prova molto interessante, che ci permette di stabilire a quale distanza si trovano questi oggetti reali.
Prendiamo due fotocamere distanziate di almeno una ventina di centimetri e scattiamo due foto contemporaneamente, con la stessa inquadratura.
Questa semplice esperienza ci permette di fare quella che si chiama triangolazione: l’osservazione da due punti di vista leggermente diversi, fornisce informazioni sulla distanza degli oggetti rispetto ad uno sfondo lontano.

Se questi oggetti sono molto vicini all’obiettivo della fotocamera, la loro posizione nelle due fotografie, rispetto allo sfondo, cambierà sensibilmente.
Se sono molto lontani, la posizione rimarrà quasi la stessa.
Non è finita qui, perché conoscendo la distanza e le dimensioni sul sensore, possiamo scoprire anche le loro dimensioni reali. A prescindere da quello che sono (ancora troppo presto per dirlo), potremmo ricavare molti preziosi dati!

Bene, mi dispiace dirvelo, ma se facciamo questa esperienza scopriamo che nessuna delle sferule che si vedono in una ripresa è presente anche nell’altra!
Se ammettiamo che sono reali e non frutto di rumore/riflessi, dobbiamo concludere che sono così vicine all’obiettivo che ognuno ne inquadra di diverse. 

Le sferule presenti sono così tante che è impossibile riconoscere quelle eventualmente comuni alle due immagini? Proviamo allora a fare dei video con due videocamere attaccate che inquadrano sempre la stessa zona.
Dal movimento delle sferule (generalmente omogeneo), siamo in grado di riconoscere quali sono quelle presenti in entrambe le immagini: di nuovo nessuna, anzi, si assiste all’impressione che un gruppo prima sia visibile in una videocamera e poi, quando esce dal campo, compare nell’altra, nonostante le due videocamere inquadrino la stessa zona! 
Senza fare complicati calcoli, questa è la prova definitiva che i dettagli si trovano a pochissima distanza dalle lenti degli obiettivi, non più di qualche centimetro.
Se sono a distanza così ridotta e sull’immagine appaiono ancora piccole rispetto al campo inquadrato, devono avere dimensioni minuscole, inferiori ad 1 millimetro. 

Cosa potrebbe essere secondo voi?
E’ più possibile che siano entità paranormali o della semplice polvere illuminata dal flash della fotocamera (guarda caso sono fotografie fatte sempre al buio) o dagli illuminatori a raggi infrarossi delle videocamere (con l’effetto simile al flash)?

Non siamo ancora convinti?
Indaghiamo la loro forma.
Tutte le sferule sono sferiche, con dei cerchi concentrici all’interno. 
Si potrebbe obiettare, giustamente, che i granelli di polvere non hanno mai questa forma, a cosa è dovuta?
Avete mai osservato attraverso un telescopio a lenti (rifrattore) o un binocolo? Oppure, avete mai osservato ad occhio nudo un lampione incrociando gli occhi?
In tutti questi casi, come vi appaiono le sorgenti puntiformi (stelle, lampioni)? 
Della stessa forma e struttura degli orbs

A questo punto non è difficile capire che queste sferule sono in realtà granelli di polvere minuscoli illuminati dal flash o dal sensore a raggi infrarossi, che appaiono di forma sferica perché rispetto alla scena sono semplicemente fuori fuoco!
Se così non fosse, allora tutte le stelle del cielo viste attraverso un telescopio non a fuoco sarebbero delle entità paranormali!

Volete la prova del nove che vi convinca che si tratta di granelli di polvere?
Prendete una videocamera a led infrarossi e andate in una stanza completamente buia. Riprendete dei video e fate controllare ad un vostro amico cosa vede sullo schermo del computer che riceve le immagini (posto in un’altra stanza).
Ad un certo punto prendete un tappeto e cominciate a sbatterlo.
Le sferule aumenteranno di numero e cominceranno a viaggiare a grandi velocità: tutto normale, state togliendo la polvere dal vostro tappeto!
Riponete il tappeto ed uscite dalla stanza; aspettate un po’ e vedrete, magicamente, che le sferule diminuiranno di numero e saranno meno agitate.

Perché le sfere di luce appaiono però di diverse grandezze?
Semplice, perché non tutti i granelli di polvere si trovano alla stessa distanza dal sensore, quindi qualcuno sarà più sfocato (e grande) di altri a distanza maggiore. 

Perché qualche volta, soprattutto ai bordi, la forma non è più sferica?
Dipende da due fattori: il primo dalla forma del granello di polvere e dall’angolazione della luce; il secondo dai difetti ottici di tutti gli obiettivi economici che distorcono le immagini ai bordi del campo.

Perché i colori sono diversi?
Perché dipende dalla composizione chimica del granello. Ad esempio i pollini dei fiori (che producono lo stesso effetto) tendono ad avere tonalità leggermente più gialle.

Perché in alcune fotografie sembrano lasciare una scia? 
Perché il tempo di esposizione di una foto scattata con un flash è dell'ordine di 1/40-60 di secondo, sufficiente a far venire mossi i granelli che si muovono a (relativamente) grande velocità in direzione parallela alla lente dell'obiettivo.

Coloro che possiedono uno strumento astronomico, forse vedranno in queste sferule qualcosa di familiare.
Se effettivamente con il vostro telescopio puntate una stella e sfocate l'immagine, magicamente otterrete un primo piano di un orbs: in questi casi stiamo effettivamente osservando un oggetto alieno, una stella distante decine di anni luce.
Vi consiglio però di mettere a fuoco l'immagine, così potete condurre un'osservazione più emozionante.

Orbs (sinistra) a confronto con una stella sfocata (a destra). Che ne pensate?

In effetti queste sferule di luce hanno due grandi utilità, di cui forse una non sarà proprio apprezzata da tutti:
  1. Costituiscono un buon metodo per i vostri genitori o vostra moglie/compagna per controllare se davvero avete spolverato la casa come vi è stato gentilmente (!) richiesto.
  2. Vi permettono di studiare la qualità dell'obiettivo che ha fatto la foto. In astronomia si chiama star test, e probabilmente non c'è niente di meglio di una stanza polverosa per studiare la qualità ottica del vostro nuovo obiettivo fotografico lungo tutto il campo inquadrato. Chissà se questa motivazione può funzionare come scusa per non aver sbrigato le faccende di casa!
Proverò e vi farò sapere!