Benché ci sembrino sempre ferme, le stelle nel cielo si muovono, seppur molto lentamente. Gli astronomi in questi casi parlano di moti propri, generalmente impercettibili dall'occhio nudo in una vita intera, ma fondamentali se facciamo scorrere velocemente il tempo.
L'evoluzione dell'Orsa Maggiore nel corso dei millenni |
Se consideriamo i moti propri delle stelle delle
costellazioni, almeno quelle più evidenti, e allarghiamo l’intervallo
temporale, ci accorgiamo che il cielo che osserviamo in questi millenni non è
altro che un’istantanea di un’evoluzione continua e inarrestabile.
Un esempio piuttosto impressionante riguarda il grande
carro, asterismo da sempre presente nelle cronache e nei miti di tutte le
civiltà. Le stelle di cui è composto hanno moti propri abbastanza elevati e in
direzioni diverse, tanto che la figura attuale così somigliante a un carro
rappresenta semplicemente un momento casuale tra un futuro e un passato
estremamente diversi.
In effetti, quando sulla Terra comparve l’Homo Sapiens,
circa 190.000 anni fa, il grande carro era in realtà un gruppo di stelle che
poco o nulla aveva in comune con la forma attuale.
Non solo il grande carro è soggetto ai moti propri, ma tutte
le costellazioni non rappresentano altro che la fotografia di un cielo in
continuo movimento.
Senza considerare la nascita e la morte delle stelle, la
sfera celeste al tempo della scomparsa dei dinosauri, 65 milioni di anni fa,
era popolata da disegni totalmente alieni alla nostra cultura.
Non bisogna comunque andare così lontano nel tempo per
accorgerci dei continui cambiamenti del cielo.
Proprio nel 1992 alla stella Rho Aquilae venne
cambiato il nome, visto che il suo moto proprio l’aveva portata dalla
costellazione dell’Aquila alla vicina costellazione del Delfino. La stessa
stella di Barnard, tra circa 11.000 anni, diventerà la più vicina al sistema
solare, a circa 3,8 anni luce da noi.
Una cosa quindi è certa: se l’essere umano continuerà ad
abitare questo pianeta, tra qualche centinaia di migliaia di anni potrà
solamente osservare nei libri di storia il cielo sotto il quale è nata e si è
sviluppata l’attuale civiltà.
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