giovedì 7 giugno 2018

Una tavolozza di colori

La realtà è ciò che vedono i nostri occhi.
Quando si parla di Universo, questa frase non potrebbe essere più sbagliata.
I nostri occhi vedono solo un piccolo spicchio di realtà, che nel caso del Cosmo è limitata enormemente dalle capacità del nostro apparato visivo.

La cosa più incredibile che accade di notte è che i nostri occhi perdono del tutto la sensibilità ai colori. Di notte tutto sembra privo di tonalità, soprattutto gli oggetti celesti. Questa però non è la realtà, ma la sbiadita e limitata interpretazione che il cervello dà dopo aver elaborato le limitate informazioni provenienti dalla retina.

La realtà dell'Universo, superando i limiti del nostro apparato visivo, è fatta di colori talmente straordinari che spesso si fatica ad accettare che siano reali. Eppure basta una semplice macchina fotografica per farci esplorare un mondo del tutto invisibile, dove si potrebbero incontrare tutte le più sottili sfumature di colore che potremmo pensare. Questa è la realtà o, meglio, l'interpretazione più vicina alla realtà che potremmo avere osservando nell'intervallo di sensibilità dell'occhio umano. I colori, quindi, ci sono e possono essere straordinariamente accesi.

Una delle regioni con maggiori varietà di colori si trova a cavallo delle costellazioni dell'Ofiuco e dello Scorpione e si estende su un'area di cielo ampia diversi gradi. Il perno di questa tavolozza è una stella molto ben visibile a occhio nudo: Antares. Per quanto potremo osservarla, anche dal migliore cielo del mondo, non noteremo mai che questa gigante rossa è avvolta da una tenue nebulosità color arancio, unica nel suo genere. Ma questa è solo la punta di un complesso sistema di polveri e gas, milioni di miliardi di volte più rarefatto dell'aria che respiriamo, esteso per centinaia di migliaia di miliardi di chilometri e con temperature che vanno da -260°C a +10000°C. E' polvere di stelle, nient'altro che la materia grezza dalla quale un tempo lontano hanno avuto origine alcune delle stelle che stiamo osservando. E' una polvere mista a una gran quantità di idrogeno, che compone circa il 74% della massa ed è la stessa ricetta che un tempo lontano, in un punto indefinito della Galassia, ha originato una stella e 8 pianeti, tra cui uno molto particolare che gli abitanti del luogo sono soliti chiamare Terra.

Le forme soavi di una scultura, i colori di un dipinto, la magia di una poesia e il fascino di un viaggio unico attraverso le nostre antiche origini. Questo è l'Universo.


lunedì 4 giugno 2018

Perdersi nell'Universo

Ogni spicchio di cielo racconta una storia. Anzi, ogni spicchio di cielo può raccontare tantissime storie. Sono storie di astronomia, di fisica, di astrofisica, ma possono essere anche storie legate alla nostra specie, o racconti personali, talmente segreti che solo le stelle possono meritarsi il diritto di ascoltarli.
Ne avrei tante di storie da raccontare in merito all'Universo, per ogni singola porzione che possiamo osservare con i nostri occhi, o con i nostri strumenti In pratica questo è ciò che fa un divulgatore.
Ma il bello dell'Universo è che non richiede una guida per essere ammirato, per essere desiderato, per essere interpretato. A volte è bello semplicemente perdersi, trasportando con noi le nostre personali storie, invece di ascoltare quelle di chi ci sta parlando.
Per questo motivo lascio a voi la scena. Io vi propongo solo una foto che mi ritrae sotto il cielo di Atacama. Immaginatevi al mio posto e regalatevi la vostra personalissima storia, ispirati dalla straordinaria bellezza dell'Universo.



sabato 2 giugno 2018

La stella Omega della costellazione del Centauro

In queste notti autunnali (primaverili per l'emisfero nord) nel cielo del sud si può osservare la costellazione del Centauro. Questa figura mitologica ospita la stella a noi più vicina, Alpha Centauri e molte brillanti stelle. Nella calma notte del deserto di Atacama, dove l'incessante scorrere diurno del tempo improvvisamente rallenta per farci osservare il cielo, questo spicchio di cielo ci regala l'enigmatica presenza di una stella particolare. Non è molto debole, tanto da far parte della costellazione del Centauro, ma sembra sempre avvolta da un alone diffuso, come se non si riuscisse mai a metterla a fuoco. Eppure è poco oltre la magnitudine 3.5 e sarebbe ben visibile persino dagli inquinati cieli italiani nelle periferie delle grandi città.

Mano a mano che la notte passa e le stelle si muovono, questa curiosa stella, chiamata Omega, non cambia la sua peculiare natura. Potremmo viaggiare con la mente per giorni, cercando di immaginare quale sia il fenomeno alla base della sua soffice apparenza. Potremmo inventarci le più assurde storie in merito alla sua origine, o potremmo portare con noi l'oculista di fiducia affinché confermi che la nostra vista sta bene, anche se quella stella non riusciamo proprio a metterla a fuoco.

Potremmo dire e fare tante cose ma l'unica azione sensata sarebbe quella di prendere un telescopio e osservarla. In un secondo verremmo proiettati a poco più di 15 mila anni luce di distanza, in un altro mondo fatto di milioni di stelle più vecchie del Sole, un tempo appartenenti a una galassia che a un certo punto della sua vita ha deciso di unirsi alla Via Lattea. L'abbraccio soffocante della nostra Galassia ha smembrato le parti esterne di quell'isola di stelle, lasciando a noi, giovani osservatori, l'intrigante mistero di una stella sempre sfuocata che al telescopio esplode in un guizzo di pura meraviglia.


domenica 27 maggio 2018

Come si vede la Via Lattea da Atacama?

L'occhio umano è uno strumento formidabile ma ha molti limiti, soprattutto di notte. Non può vedere i colori e ha una sensibilità relativamente scarsa. Accade, quindi, che una fotografia astronomica, anche di pochi secondi di esposizione, mostri molti più dettagli di quelli che potremmo vedere direttamente. Naturalmente questo è il vero aspetto dell'Universo, di certo non quello limitato e profondamente alterato che possiamo osservare.
Purtroppo, però, non possiamo potenziare il nostro apparato visivo e spesso si sente l'esigenza di capire come si vedano effettivamente le stelle sotto un cielo scuro, magari quello del deserto di Atacama.

Con questa idea ho girato un video in tempo reale con la mia fotocamera Sony A7s del cielo notturno del deserto di Atacama. Ho utilizzato un obiettivo fisheye da 12mm di focale che riproduce piuttosto fedelmente il campo inquadrato dalla nostra vista.
Quindi, in conclusione, alla domanda: come si vede la Via Lattea a occhio nudo dal cielo incontaminato del deserto di Atacama?
La risposta è: così!


mercoledì 9 maggio 2018

Astrofisica per tutti: l'accelerazione di gravità

Se avete seguito la passata video lezione della mia web serie "Astrofisica per tutti", avrete iniziato a familiarizzare con la forza di gravità (e non solo in modo passivo come quando dobbiamo sollevarci dal letto la mattina). A questo punto vale la pena andare un po' più in dettaglio e cercare di capire come può essere descritta questa strana forza, attraverso quello che viene chiamato campo di gravità. Questo può essere descritto, almeno in prima approssimazione, con una quantità detta accelerazione di gravità. Questa, al contrario della forza di gravità, è qualcosa che dipende solo dal corpo che stiamo studiando e non dalla massa dell'oggetto che utilizziamo per misurare la forza. Quanto vale l'accelerazione di gravità sulla Terra? E sugli altri corpi celesti? Scopriremo cose molto interessanti con questo nuovo concetto.
A lunedì prossimo!


sabato 5 maggio 2018

Astrofisica per tutti: l'incredibile debolezza della forza di gravità

La forza di gravità è la più importante dell'Universo e di fatto ne regola il funzionamento, determinando le orbite dei corpi celesti, le proprietà e il destino delle stelle e persino determinando le proprietà della struttura stessa dell'Universo. Eppure in Natura esistono almeno altre 3 forze, di cui una, quella elettromagnetica, è ben conosciuta qui sulla Terra.
Perché l'Universo è regolato sulle grandi scale solo dalla gravità? E perché noi sentiamo la forza di gravità della Terra ma non sentiamo la gravità prodotta da un'auto, un albero, un'altra persona? Eppure anche questi oggetti, in quanto dotati di massa, producono forza di gravità. C'è qualcosa che non sembra tornare, vero? Bene, cerchiamo la risposta nella decima puntata di Astrofisica per tutti e capiremo, con qualche rapido e semplice calcolo, molte cose sulla gravità!



Questa settimana ad Atacama

Cosa è successo questa settimana ad Atacama?
In realtà non molto. In periodo di Luna piena tutte le osservazioni della Via Lattea e del cielo notturno sono sospese e sotto un certo punto di vista è quasi un sollievo, perché il fisico può prendersi un po' di meritato riposo dopo le intense nottate passare a osservare il cielo, ogni volta che era sereno, quindi sempre.

E' una prospettiva, questa, alla quale non sono ancora abituato e alla quale non so se e quando mi abituerò: non si guardano mai le previsioni meteo, non si deve lottare con nuvole, clima locale impazzito, vento, pioggia, nebbia e tutte le sadiche sorprese che il meteo italiano di solito ci propone.

Qui quando il Sole sta per tramontare si prende l'auto, senza aver programmato nulla, e si esce nel deserto aspettando che le stelle compaiano, puntuali ogni notte. Di conseguenza, per un osservatore seriale come me, che in Italia usciva anche quando le previsioni davano meno del 10% di probabilità di cielo sereno, c'è bisogno di registrare un paio di cose. Uscire tutte le notti, tutti i mesi, potrebbe essere un poco stancante, soprattutto se la mattina si ha del lavoro da fare. Ecco quindi che il periodo di Luna piena viene salutato quasi come una benedizione, come quella mano esterna che ti aiuta a fermarti laddove tu non saresti mai riuscito a farlo perché, diciamocelo, come si può decidere volontariamente di non uscire ad ammirare il cielo più scuro del mondo?

Il riposo, però, sta per terminare: la Luna è quasi all'ultimo quarto e da metà settimana si potrà di nuovo osservare il cielo. Dopo 10 giorni di astinenza, questa è sicuramente un'ottima notizia!

Dal punto di vista non astronomico,questa settimana è stata tranquilla: non ho nemmeno sentito terremoti e questo è sì davvero eccezionale, più delle nubi che vengono a coprire il cielo stellato.

sabato 28 aprile 2018

Time lapse del cielo di Atacama in 4K

Ci sono voluti tre mesi di lavoro, più di 20 notti di osservazione, più di 4000 km percorsi alla ricerca dei siti più bui che il deserto potesse offrire e una settimana di lavoro per assemblare il tutto ma alla fine è pronto il mio time lapse del cielo notturno del deserto di Atacama, girato interamente alla risoluzione 4K.

Per vederlo alla massima risoluzione consiglio un grande schermo e un browser come Chrome (su Safari, ad esempio la risoluzione è limitata a 1080). Aumentate il volume e godetevi lo spettacolo del cielo notturno.


martedì 24 aprile 2018

Il cielo di Atacama: video time lapse

L'autunno nel deserto di Atacama è arrivato. Le giornate sono più fresche, le notti più lunghe e ogni tanto qualche sottile velatura macchia il cielo. Niente di serio, né tantomeno si corre il rischio di pioggia, anzi, in queste situazioni le giuste velature possono rendere finalmente interessante anche quello snervante lasso di tempo tra il tramonto del Sole e l'accensione delle migliaia di stelle che popolano questi cieli. Il tramonto si colora di rosso ed è il modo migliore per salutare il silenzioso spettacolo della volta celeste che mi fa compagnia ogni notte.
Ho preparato un filmato time lapse costruito con sequenze riprese tra marzo e aprile. Godetevi lo spettacolo, magari in HD e con il volume alto, delle mie notti nel deserto più arido e antico del mondo.
Se ve la siete persi, c'è anche la prima parte di questo video che riguarda l'estate (l'inverno per l'emisfero nord). Il prossimo sarà girato nell'inverno australe, dominato dal centro Galattico che qui raggiunge esattamente lo zenit. Sarà uno spettacolo memorabile!


domenica 22 aprile 2018

Questa settimana ad Atacama

Con questo post inauguro una rubrica di questo blog che mi impegno a tenere ogni fine settimana.
Mi sono ormai trasferito nel deserto di Atacama, in Cile, per motivi di lavoro, da più di un mese e, dopo aver regolato un po' di cose di questa mia seconda vita, ormai posso dire di aver trovato un nuovo equilibrio.
Cosa è successo quindi in questa settimana ad Atacama?
In sintesi:
1) Notti serene: tutte;

2) Temperatura media a mezzogiorno: 24°C

3) Giornate di pioggia: nessuna

4) Terremoti sentiti: 2, un 3.9 e un misero 3.3, senza alcun boato, al contrario della settimana precedente quando un 4.5 è stato preceduto da un signor boato. Siamo un po' sotto media come intensità e numero ma per dare un po' di brio posso dire che entrambi i piccoli terremoti sentiti si sono verificati a una manciata di minuti di distanza. Nessuna paura comunque, gli esperti hanno detto che se durante un terremoto uno riesce a stare in piedi, allora molto probabilmente non si corre pericolo perché siamo sotto i 7-7.5 gradi. I tremblor (così li chiamano quando sono sotto 7 e non fanno danni) di solito non fanno neanche notizia ai telegiornali (c'è stato un 5.6 in una città un po' più a nord di Copiapó poche settimane fa e ha fatto notizia solo perché è franata una parte di una collina. I servizi al telegiornale erano solo su questo, non sui danni alle case, perché non ne ha fatti);

5) Nottate di osservazione: 2 (non molte ma ho un lavoro!), entrambe in un sito osservativo a quasi 3000 metri di altezza. Un cielo incredibile, con la Via Lattea che faceva ombra, Giove che dava fastidio alla vista e la luce zodiacale visibile da orizzonte a orizzonte! La seconda sera, venerdì 20 Aprile, l'airglow era evidentissimo (se non sapete cosa è aspettare un paio di giorni e ve lo dico) e faceva anche piuttosto freddo: -2°C.
Volete vedere una foto? Eccola qui! 30 secondi di posa con Sony A7s, obiettivo fisheye Samyang 12 mm f2.8 a 6400 ISO. Non servono altre parole!


giovedì 19 aprile 2018

Il centro galattico dal deserto di Atacama

Aspettavo questo momento da una vita.
Nel 2012 andai in Australia ma era Novembre e il centro della nostra Galassia si trovava basso sull'orizzonte, immerso in un'accecante luce zodiacale.
Quando mi trasferii ad Atacama lo scorso Dicembre, il periodo era ancora peggiore perché il centro Galattico si trovava proprio nella posizione occupata dal Sole. Sono dovuti passare quattro mesi prima di inaugurare quella porzione del cielo dell'emisfero sud talmente spettacolare da meritare avventurosi viaggi da parte di molti appassionati europei.
Ancora basso sull'orizzonte, il centro Galattico inizia a fare la sua apparizione verso la mezzanotte locale. Quando la sua sagoma valica l'orizzonte, ancora indistinta, si pensa che qualcuno abbia acceso le luci di una città a non molti chilometri di distanza. Quello che si osserva però non è inquinamento luminoso. Il cielo diventa chiaro, molto chiaro, a causa della luce di miliardi di stelle sovrapposte le une sulle altre, troppo lontane per essere viste singolarmente ma abbastanza brillanti da originare una nube luminosa estesa per decine di gradi.
Anche a pochi gradi dall'orizzonte, il centro Galattico è già più brillante della porzione che è possibile osservare dalle latitudini italiane nel periodo estivo. Si fa persino fatica a capire che stiamo osservando la stessa cosa, tanto sono stagliate le regioni oscure e talmente sono brillanti le nubi stellari galattiche.

E' l'inizio di uno spettacolo che terminerà nell'invero australe, con il centro Galattico proprio allo zenit e talmente brillante da illuminare il paesaggio intorno a noi. Non ho ancora provato questa situazione, ma posso assicurare che già al suo sorgere la luminosità dell'ambiente intorno a me è cambiata e non a causa delle luci di una lontana, quanto improbabile, città.

Singola posa da 30 secondi. Ecco la lampada cosmica dei cieli del Sud da Aprile fino a Ottobre

lunedì 16 aprile 2018

Astrofisica per tutti: nuova web serie

L'astrofisica è una materia affascinante che cerca di rispondere a tutte le domande che possono venirci in mente quando pensiamo all'Universo e ai suoi abitanti.
Purtroppo l'astrofisica non è una materia facile da comprendere, soprattutto perché si fonda su un linguaggio piuttosto astruso: la matematica. Certo, i concetti base e le conclusioni possono essere semplici da comprendere e accettare. Dire ad esempio che tutti i corpi celesti sentono e producono forza di gravità non presenta alcuna difficoltà di comprensione. Tuttavia, c'è molta differenza tra credere e capire, tra accettare quello che un astrofisico ci racconta e capire se effettivamente quello che ci è stato detto può essere vero o no.

Visto la scienza basa le conclusioni su fatti provati e non su opinioni, ho deciso di creare una web serie che cerchi di spiegare alcuni argomenti di fisica/astrofisica sotto un punto di vista differente. Non più il professore che recita agli alunni concetti indimostrabili che devono quindi essere accettati come un atto di fede, piuttosto un percorso comune che spesso parte da domande piuttosto semplici, le cui risposte verranno trovate insieme e soprattutto dimostrate con gli strumenti della matematica e della fisica. Non vi preoccupate, il linguaggio, la matematica, ce la metterò io. Insieme, però, dovremo (re)imparare a ragionare, a pensare, a fare ipotesi, a immaginare, a proporre deduzioni logiche ed esperimenti mentali per capire se le nostre supposizioni e le conclusioni possono essere corrette o meno.

Non impareremo quindi solo semplici nozioni teoriche ma un metodo per iniziare a scoprire con le nostre forze la straordinaria realtà che ci circonda.
La prima stagione della web serie è stata già girata. L'appuntamento è ogni lunedì sera alle 21:30 sul mio canale Youtube. Andremo avanti fino a settembre e poi, se la vostra risposta sarà stata positiva, verrà girata una seconda (e più impegnativa, per me e per voi!) serie.
Sono già online i primi 6 episodi. Guardateveli e non vi perdete i prossimi!

sabato 14 aprile 2018

Il cielo di Atacama, introduzione

Come forse molti di voi già sapranno, mi sono trasferito per motivi di lavoro in Cile, precisamente nel deserto di Atacama, il miglior luogo dal quale osservare il cielo, grazie alla grande trasparenza e alla scarsità di luci artificiali.
Molte persone appassionate di astronomia mi hanno spesso domandato cosa si provi a stare sotto un tale cielo e cosa si possa vedere. Ho cercato di descriverlo con le fotografie ma sappiamo che queste hanno il brutto vizio di mostrare cose che gli occhi, a causa della limitata sensibilità, non riescono a vedere. Più che con le fotografie, quindi, provo a integrare la spiegazione, e lo stupore, con le parole.

Il deserto di Atacama, nella parte settentrionale del Cile, è la regione più arida del mondo; in alcuni luoghi non si vedono precipitazioni degne di nota da secoli. Gran parte del deserto, inoltre, si trova ad elevate altitudini, grazie alla presenza della cordigliera delle Ande che lo delimita nella porzione a est. Il connubio tra stabilità atmosferica e altitudine regala spettacoli emozionanti.

La tipica notte nel deserto di Atacama inizia già appena 10 minuti dopo il tramonto del Sole. E' in questo breve intervallo di tempo che nel cielo invernale (estivo per me) compaiono le prime stelle, ovvero Sirio e Canopo, la seconda stella più brillante del cielo. Già questo fa una certa impressione, ma è solo l'antipasto di quello che ci aspetta.
Un'ora dopo il tramonto del Sole è sufficiente per far accendere le Nubi di Magellano, le due galassie satelliti più brillanti. Sono ancora indistinte, a tal punto che possono venir scambiare con una certa facilità per delle sottili nuvole, ma presto ci si accorge che sono ben'altra cosa.
Il buio totale sta per arrivare ma i venti minuti che ci separano dalla notte astronomica sembrano non passare mai, tanta è l'impazienza e l'emozione di inebriarsi dello spettacolo che sta per iniziare.

Si guarda allora con insistenza verso l'orizzonte ovest, cercando di capire quando l'ultimo barlume del tramonto lascerà definitivamente la scena, ma si rischia di dover aspettare ben più del necessario. Ancora prima del sopraggiungere della notte astronomica, infatti, tutta la porzione ovest del cielo, fino a oltre 30° di altezza, resta e resterà luminosa, a volte persino troppo. Sembra un crepuscolo senza fine, addirittura a volte si ha l'impressione che il Sole abbia cambiato idea e voglia ritornare sopra l'orizzonte. Non è così, naturalmente, ma stiamo assistendo al primo spettacolo di questo meraviglioso cielo. L'orizzonte ovest diventerà scuro solo dopo la mezzanotte e mai in modo totale perché sarà sempre presente la luce zodiacale. Evanescente, sfuggente, al punto che per i cieli italiani è spesso avvolta da un alone leggendario; qui ad Atacama, invece, domina la scena ogni notte. E' un cambiamento radicale: l'inquinamento luminoso è prodotto dal cielo stesso, dalla luce dell'Universo: stiamo osservando la luminosità generata dalle sottili polveri presenti nel piano del Sistema Solare, illuminate dalla luce del Sole, ormai abbondantemente sotto l'orizzonte. Il cambio di prospettiva è disarmante. Com'è possibile che dai cieli Italiani non si veda una tale torre di luce quando qui è persino fastidiosa e illumina debolmente il terreno, che altrimenti sarebbe completamente nero? Si ha la prima, impressionante consapevolezza di quanto siano inquinate le nostre regioni, di quanto l'uomo moderno abbia perso contatto con quello che fino a meno di un secolo fa era il dono più bello che la Natura avesse fatto a questo pianeta e a tutti i pianeti dell'Universo.

La luce zodiacale
Quando ci si accorge che quella lingua di luce non se ne andrà mai, il cielo intorno a noi si è trasformato, letteralmente. A sud, a poche decine di gradi sopra l'orizzonte, troneggiano le due nubi di Magellano, luminose ed evidenti quanto la porzione della Via Lattea tra il Cigno e l'Aquila vista di nostri cieli più scuri. La grande Nube è talmente grande e luminosa che in visione distolta si vede distintamente la forma irregolare e le concentrazioni di stelle azzurre luminosissime nella periferia. E' un peccato che questi due gioielli non siano visibili dalle latitudini settentrionali del Pianeta, ma possiamo star tranquilli che dagli inquinati cieli Italiano sarebbero risultati invisibili per almeno l'80% della popolazione.

Le Nubi di Magellano

La luce zodiacale e le Nubi di Magellano ci hanno distratto quel tanto che basta per non notare una cosa sconvolgente: l'orizzonte, a parte la porzione ovest, è nero in tutte le altre direzioni. Non si vedono i pennacchi delle città e neanche lo strato di smog e umidità che circonderebbe tutte le nostre pianure. Per bloccare la luce delle stelle, ad Atacama, servono delle montagne, altrimenti queste conquistano ogni spicchio di cielo.


Quando si osserva l'orizzonte nerissimo pieno di stelle, ci si rende perfettamente consapevoli del nostro regresso culturale nel modo più spiacevole possibile. Il cielo, infatti, sembra cadere verso di noi. La mancanza di luci artificiali che lo rischiarano rende la scena per certi versi angosciante, perché in vita nostra non l'abbiamo mai vista. Le cime delle montagne appaiono nere come la pece e si possono distinguere solo per il contrasto con il cielo. I nostri piedi diventano indistinguibili dal terreno, le mani protese verso il suolo si fanno fatica a notare persino in visione distolta. Si è nell'oscurità quasi completa e nel silenzio assoluto di una natura che qui, di giorno e di notte, preferisce una discrezione quasi esasperata. Con la vista che non riesce a distinguere alcunché intorno a noi, il nostro istinto primordiale potenzia al massimo l'udito. Inconsapevolmente ci trasformiamo in sentinelle attente a ogni piccolo dettaglio; in prede, anziché predatori, timorosi della Natura che per troppi anni abbiamo ripudiato. Se si è da soli l'effetto è stravolgente e, in un certo senso, travolgente, se non si ritrova presto un briciolo di razionalità. Il rumoroso silenzio dell'invisibile mondo intorno a noi inizia a farci percepire il frastuono tedioso del nostro respiro. Se proviamo ad ascoltare qualche cenno della Natura intorno a noi falliamo inevitabilmente e ci ritroviamo a inseguire suoni fantasma che provengono dal nostro stesso corpo e che, ci posso scommettere, non abbiamo quasi mai sentito. Il battito del nostro cuore ci fa credere che che qualcuno si stia avvicinando a noi con passo regolare e sempre più vicino; il fruscio del sangue nei vasi sanguigni ci fa credere che una terribile preda si sia nascosta in un vicino, quanto improbabile, cespuglio. Il fruscio dei pantaloni prodotto dai nostri passi diventa un suono difficile da sostenere e il rumore delle scarpe che premono sul terreno ci ricorda la rumorosa marcia degli elefanti africani.
Sono tutti suoni e sensazioni che i nostri antenati, persino i nostri nonni, potevano sperimentare quotidianamente senza alcun fastidio ma che per noi, nati nella generazione delle luci e dei rumori, generano timore e inquietudine.

Buio

Ci vogliono diversi minuti all'Homo Cittadinus europeo per adattarsi a quest'ambiente tanto alieno e non è detto che tutti possano riuscire a sopportarlo, se non sono in compagnia, magari di un abitante del luogo che ti guarda ed esclama: "Caspita, stasera il cielo è proprio chiaro". Tu ti giri verso di lui, cerchi di guardarlo senza vedere i suoi occhi ma intuendo solo la sua sagoma e vorresti dirgli tante cose brutte. Per fortuna lui non può vedere la tua espressione che parlerebbe meglio di qualsiasi parola detta a metà strada tra l'italiano e lo spagnolo.

Il modo migliore per placare il senso di angoscia è tornare senza esitazione al cielo e provare a guardare le stelle. Ed è qui che avviene a livello istintivo l'improvviso cambio di mentalità. Non è necessario cercare la luce intorno a noi o i suoni della nostra vita caotica: è lassù, nel cielo, che si riesce a trovare tutto ciò di cui si ha bisogno, la pace, la sicurezza, la meraviglia e lo stupore che hanno guidato la nostra evoluzione.
La nostra natura ancestrale di assidui contemplatori del cielo torna a galla con la pressione dirompente che ha accumulato nelle ultime due-tre generazioni e proietta la mente in un viaggio privo di barriere dal quale sarà difficile tornare.

Le stelle... Le stelle nel cielo di Atacama sono così tante che tutte le principali costellazioni diventano irriconoscibili. Certo, il fatto che qui siano ruotate di circa 70° rispetto all'Italia non aiuta affatto ma, caspita: quando mai si è visto Orione circondato da così tante stelle? E quando è mai capitato di vedere la Via Lattea invernale (per me estiva) solcare il cielo da nord a sud con la stessa intensità con la quale dall'Italia, sotto cieli molto scuri, si può osservare la ben più luminosa porzione estiva? Il cielo diventa di nuovo qualcosa di alieno, ma questa volta nel senso più bello del termine perché ci troviamo in uno straordinario parco giochi che possiamo esplorare in lungo e in largo, meravigliandoci di ogni cosa. A tal proposito, cosa dire di Sirio, che raggiunge gli 80° di elevazione e diventa tanto brillante da creare una debole ombra in terra?
Ci sarebbe tanto da dire e molto di più da provare ma, come accadde a me durante la prima notte, per ora è tutto. Contrariamente a quanto ci impone la società, l'Universo non ha fretta, le stelle si presentano puntuali ogni notte e noi possiamo provare la rarissima sensazione di abbracciare la meraviglia del Cosmo senza dover guardare in modo compulsivo l'orologio.

Che costellazioni ci sono in questa foto?

mercoledì 31 gennaio 2018

Un'offerta speciale per i miei follower!

Perché non regalare un po’ di astronomia?
Nell’ultimo anno sono cambiate molte cose nella mia vita e sempre più persone hanno deciso di seguire le mie avventure, i miei post e le mie pubblicazioni. 
Per questo motivo voglio ringraziarvi con un’offerta speciale, anzi, due. 

Per una settimana, da oggi 31 gennaio fino a mercoledì 7 febbraio compreso, potrete acquistare da me i miei libri di astronomia pratica e teorica in formato digitale PDF, con immagini ad alta risoluzione. Le offerte che propongo sono due:

  1. 1)   Il pacchetto completo da 35 libri al quale aggiungo in regalo, per chi risiede in Italia e lo desidera, due stampe 20X30 cm delle mie foto astronomiche (e non solo) che potete scegliere da questa mia raccolta: https://astroatacama.visualsociety.com  . Non dovete acquistare le fotografie ma solo sceglierle e comunicarmele. Le stampe vi saranno spedite con corriere espresso. Il pacchetto completo viene solo 60 euro, meno di 2 euro a ebook e vi garantirete una libreria completa di astronomia per i prossimi anni ;) . In alternativa:
  2. 5 libri digitali in PDF a vostra scelta a soli 15 euro. La lista dei titoli da scegliere è disponibile qui: https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_noss_2?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&url=search-alias%3Daps&field-keywords=Daniele+gasparri . In questo modo chi ha già qualche mia pubblicazione non è costretto ad acquistare il pacchetto completo.


Cosa dovete fare? 
Semplice: scegliete l’offerta che più vi piace e comunicatemi le preferenze via email, al seguente indirizzo: danielePUNTOgasparriCHIOCCIOLAgmailPUNTOcom, sostituendo la parola PUNTO con il . e CHIOCCIOLA con @. 
Se scegliete l’offerta numero 1) dovrete comunicarmi quali fotografie vi piacerebbe ricevere stampate su carta fotografica e l’indirizzo al quale fare la spedizione (la consegna dei PDF sarà invece fatta via email una volta ricevuto il pagamento).
Se scegliete l’offerta numero 2 dovrete comunicarmi i libri che vi piacerebbe avere.
Il pagamento può essere fatto via PayPal o bonifico bancario, a vostra scelta.

La straordinaria bellezza dell’Universo non è mai stata così vicina!

martedì 2 gennaio 2018

Il cielo più scuro del mondo

Dal 6 Dicembre scorso ho dato una svolta repentina alla mia vita e mi sono trasferito dall'altra parte del mondo per inseguire i miei sogni.
Io sotto un tappeto di stelle.
Mi trovo nel deserto di Atacama, nella capitale dell'omonima regione, una città chiamata Copiapó. Per chi non lo sapesse, il deserto di Atacama si trova in Cile ed è la regione più secca del Pianeta, nonché il deserto più antico. Ma per ogni appassionato di astronomia il deserto di Atacama evoca racconti mitologici del cielo notturno più scuro e trasparente della Terra. Ebbene, dopo un mese che sono qui, posso dire che tutte le leggende che circondano questo luogo mistico sono vere: qui il cielo è incontaminato, è trasparentissimo e offre tutti i gioielli dell'emisfero sud che dalle latitudini italiane sarebbero comunque impossibili da osservare. Qui Sirio, la stella più luminosa del cielo, proietta debili ombre al suolo. Le nubi di Magellano sembrano nuvole cariche di pioggia ma ci si accorge che non portano acqua perché le nostre nuvole sarebbero totalmente nere, perché non verrebbero illuminate da nessuna fonte di luce. Ho usato il condizionale perché qui le nuvole sono merce molto rara. In media ci sono 320 giorni sereni l'anno, anche se la proverbiale fortuna di ogni appassionato di astronomi ha già colpito: a cavallo della scorsa Luna nuova ho avuto tre giorni con il cielo quasi completamente velato. Va bè, pazienza, tanto ho in programma di stare qui per molto tempo.
Nel corso delle settimane questo blog si arricchirà delle esperienze e delle foto che scatterò sotto il cielo d'Atacama, lì dove le stelle ancora mostrano all'Uomo la meravigliosa potenza di un Universo straordinario.



lunedì 1 gennaio 2018

La costellazione del mese: Orione


Orione
La costellazione di Orione è un gruppo di stelle riconosciuto come una costellazione sin dalle prime civiltà della Terra. 
Per i Greci Orione era un grande cacciatore, che fece innamorare di lui persino Artemide, dea della Luna e della caccia. La dea era così persa per il gigante cacciatore che trascurò il suo compito di illuminare le notti. Una notte, Apollo, fratello gemello di Artemide, vide Orione nuotare in mare e sfidò la sorella a colpire con una freccia quello che da lontano sembrava un cane. Artemide raccolse la sfida, scoccò la freccia e uccise il cacciatore. Solo dopo, quando il suo corpo venne portato a riva dalla corrente, Artemide riconobbe il suo amato Orione, e distrutta dal dolore decise di porlo nel cielo insieme ai suoi cani. Il dolore della dea è ancora visibile nella fredda e triste luce della Luna, che ogni notte viene fatta sorgere e tramontare dalla dea.
Orione è la costellazione più bella e appariscente di tutto il cielo, impossibile da non individuare nelle notti invernali, proprio a cavallo dell’equatore celeste.

Anche la forma somiglia a un gigante, il cui corpo è individuato dal grande quadrilatero dominato da Betelgeuse e Rigel, stelle molto brillanti e suggestive. Al centro vi sono 3 stelle quasi allineate e di luminosità simile, che vanno a formare la famosa cintura di Orione. In basso altre tre stelle, più deboli, poste in senso verticale, formano la spada del gigante. In alto, da Betelgeuse si diparte un braccio che sorregge una clava e dall’altra parte, a destra, l’altro che sostiene la pelle di un Leone.

Contiene al suo interno alcune delle nebulose più belle e suggestive dell’emisfero boreale.

Oggetti principali
NGC2169: Piccolo ammasso aperto, abbastanza brillante da essere individuato con binocoli e con i cercatori dei telescopi. Oggetto da osservare ad almeno 100 ingrandimenti per avere una visione soddisfacente.

M42: La grande nebulosa di Orione è una magnifica distesa di gas, principalmente idrogeno, che brilla di una luce tendente al rosso (in foto). È la nebulosa più luminosa del cielo ed è facile da osservare, a occhio nudo, al centro della spada anche da cieli moderatamente inquinati. Al binocolo mostra bellezza ed eleganza, dando l’impressione di un’aquila nel cielo. Non regala le colorazioni che si possono osservare nelle fotografie, ma la visione è veramente stupenda. Visibile meravigliosamente con ogni telescopio, a patto di usare ingrandimenti modesti, toglie letteralmente il fiato con uno strumento di almeno 200 mm da un cielo scuro e con un oculare dal grande campo.
Nella zona centrale si trovano 4 stelle brillanti disposte a trapezio, nate dal gas della nebulosa, facili da osservare con ogni telescopio e almeno 100 ingrandimenti. Uno strumento da 150 mm vi mostrerà un’altra componente, uno da 250 mm un’altra ancora, rivelando la natura di questo giovane ammasso aperto.

M43: Porzione nord della nebulosa di Orione che all’osservazione visuale appare  distaccata dalla principale. La nebulosità si avvolge attorno a una stella poco a nord di M42 ed è ben visibile, seppur debole, con ogni strumento nello stesso campo di vista della parte principale.



M78: È la nebulosa a riflessione più brillante di tutto il cielo. Nonostante ciò, è un oggetto prettamente telescopico, ancora debole con strumenti di 80-90 mm. Telescopi di diametro doppio, intorno ai 150 mm, la mostrano evidente, sebbene dai bordi abbastanza confusi. Non rivela molti particolari, ma è un raro esempio di una categoria di oggetti difficili da osservare.



IC434 e Barnard 33: Sigla che identifica la famosissima nebulosa Testa di Cavallo, la cui immagine tappezza libri e articoli di astronomia. Questo oggetto è il risultato di una particolare combinazione cosmica. Una nebulosa oscura, denominata Barnard 33, si staglia infatti su una più distante nebulosa ad emissione, IC434, facente parte di un gigantesco complesso che avvolge tutta la costellazione di Orione, compresa M42. Questo fortuito allineamento prospettico e la forma particolare della nebulosa oscura che si trova di fronte, conferiscono a questo oggetto la tipica forma della testa di un cavallo. Sfortunatamente l’osservazione richiede telescopi di grande diametro, dai 250 mm in su, e un occhio davvero sensibile per poter notare almeno la parte brillante del complesso nebulare. Molto difficile notare la forma a testa di cavallo, se non con telescopi a partire dai 500 mm di diametro. In fotografia, invece, anche un piccolo telescopio da 60 mm di diametro riesce ad evidenziare la struttura.