L’effetto fionda, conosciuto anche come fly-by o assist gravitazionale è
un modo ingegnoso per far accelerare o cambiare direzione alle astronavi senza
utilizzare carburante ed è da diverse decine di anni uno standard di volo ben
collaudato da tutte le sonde automatiche che lasciano l’orbita terrestre.
Schematizzazione di un flyby con Giove |
La tecnica prevede di rubare letteralmente un pizzico dell’immensa
energia gravitazionale dei pianeti. Quando una sonda viene fatta avvicinare con
un angolo appropriato a un corpo celeste, può acquisire velocità in abbondanza
e cambiare a piacimento la propria traiettoria.
È questo il motivo per cui i viaggi interplanetari possono richiedere un
periodo di tempo molto maggiore rispetto a una traiettoria diretta.
Per raggiungere Saturno, ad esempio, alla sonda Cassini è stata data una
spinta iniziale verso le regioni interne del Sistema Solare. Dopo qualche mese
di viaggio ha raggiunto Venere. L’incontro a poche migliaia di chilometri dalla
superficie ha consentito di cambiare rotta e aumentare drasticamente la
velocità, proiettando la sonda di nuovo verso il Sistema Solare esterno.
Qualche altro mese di attesa, poi Cassini ha effettuato un fly-by anche
con la Terra,
dalla quale ha preso maggiore velocità per vincere l’attrazione del Sole e
proiettarsi verso il pianeta con gli anelli, con la giusta velocità e direzione
per poter entrare in orbita.
Senza l’aiuto dei fly-by, missioni interplanetarie oltre Venere o Marte
sarebbero impossibili, perché richiederebbero sforzi economici enormi per
lanciare tutte le tonnellate di carburante necessarie per il viaggio e le
manovre.
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