Bologna, 12 Luglio 2012.
Un’anonima notte di mezza estate tipica della Pianura Padana: caldo soffocante,
afa, zanzare. Così calda che senza climatizzatore era impossibile dormire e il
mio, ormai giunti alle 4 di mattina, stava facendo i capricci. Mi svegliai in
un bagno di sudore e dopo le classiche maledizioni, decisi di vestirmi quel
poco che bastava per andare sul balcone senza rischiare un’improbabile denuncia
per atti osceni in luogo pubblico, a controllare se l’unità esterna funzionasse
o meno.
Con gli occhi ancora
semichiusi e un caldo reso ancora più esasperato dalla mia rabbia, mi rassegnai
al fatto che faceva così caldo fuori che il climatizzatore in camera, pur
funzionando, non era in grado di contrastarlo. Con i 28°C che rendevano il mio
letto una poco piacevole sauna, decisi di restare un po’ sul balcone a
osservare la città che dormiva, il silenzio che regnava e che si alternava con
i cinguettii degli uccellini del vicino parco. Se chiudevo gli occhi non facevo
fatica a immaginarmi nella mia amata campagna, in mezzo alla Natura.
Dopo poco, però, decisi di
riaprirli e di scrutare un po’ il cielo: era più forte di me, non potevo non
guardarlo. C’era Giove, ormai sorto da un paio d’ore, sull’orizzonte nord-est e
benché non ci fosse Saturno, gli odori e le sensazioni mi fecero ricordare
quella fantastica mattina in cui iniziò il mio viaggio astronomico in compagnia
dei due giganti gassosi.
Poi, verso nord-est, più
spostato verso nord e a pochi gradi dall’orizzonte, vidi uno strano chiarore,
anzi, c’erano delle nuvole o della nebbia che sembrava illuminata da una grande
sorgente di luce. Eppure, benché le luci artificiali non mancassero, quella
luce era strana, era bianca e per di più non l’avevo mai vista. Presi il binocolo
e notai che quelle nuvole erano molto particolari: sottili, sfilacciate e
illuminate in modo uniforme da qualcosa di cui non si vedeva l’origine al
suolo.
Ci misi un po’ di tempo a
capire, anche perché la mia latitudine non offriva molte speranze per osservare
quello che mi venne in mente, eppure non sembravano esserci più dubbi. Stavo
osservando le famose nubi nottilucenti!
Queste sono nuvole molto
tenui e sottili che si sviluppano a una quota molto superiore rispetto alle
normali nubi, a circa 80 km
di altezza, in una zona atmosferica detta mesosfera. La loro origine non è
ben chiara, ma probabilmente dovuta all’attività di meteoriti e micro meteoriti che nell'ingresso nell'alta atmosfera fanno da nuclei di condensazione per la poca umidità presente a quelle altezze.
Quello che sappiamo è che queste delicatissime nuvole sono stagionali: si
creano nell’emisfero nord solo a cavallo del solstizio d’estate e già sul
finire di Luglio la stagione volge al termine. Di solito sono ben
visibili agli osservatori delle latitudini un po’ più alte delle nostre (dai 50°), gli stessi che possono ammirare con maggior frequenza anche le aurore,
beati loro! Tuttavia sono molti i casi in cui sono state osservate anche alle medie latitudini, proprio quelle del nostro Paese.
Grazie alla loro grande
altezza, quando la notte astronomica termina e sta per iniziare il crepuscolo,
si rendono visibili perché illuminate dalla luce del Sole, che non è però rossa
come quella del tramonto o dell’alba, ma bianca come quella che rischiara i
satelliti artificiali. Tra mezz’ora e un’ora dopo il tramonto del Sole, o prima
dell’alba, sono gli unici momenti in cui possiamo sperare di osservarle: le
nubi nottilucenti sono infatti troppo deboli e tenui per essere viste in pieno
giorno o per causare evidenti disturbi alle stelle di notte.
Gli osservatori del nord
Italia sono più avvantaggiati per via della maggiore latitudine, ma consiglio a
tutti di tentare l’osservazione, almeno per il comodo orario della finestra
serale. Se saranno presenti le riconosceremo senza dubbi!
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