Il movimento rispetto alle stelle di una delle due nuove lune |
Le più grandi sono le quattro scoperte da Galileo Galilei nel 1610, chiamate: Io, Europa, Ganimede e Callisto.
Oltre a queste quattro ne esistono molte altre di dimensioni nettamente inferiori. La loro forma irregolare ci dice che probabilmente sono asteroidi catturati dall'intenso campo gravitazionale del pianeta qualche miliardo di anni fa.
Fino a pochi giorni fa il numero delle luce di Giove era fermo a 64, ma attualmente è salito a 66 grazie alla recente scoperta di altri due satelliti artificiali risalente allo scorso Settembre.
Con la denominazione provvisoria S/2011 J1 e S/2011 J2 i satelliti sono i più piccoli mai individuati, con un diametro stimato non maggiore di un chilometro. Si pensa che anche questi siano quindi piccoli asteroidi catturati durante un passaggio ravvicinato. Il loro moto attorno a Giove si compie in modo retrogrado, ovvero nel senso contrario rispetto a quello delle altre lune interne.
Oltre al diametro veramente ridotto, le due lune orbitano così lontano da Giove che impiegano 580 e 726 giorni per compiere un giro completo.
La debolezza e soprattutto la grande distanza dal pianeta sono i motivi per cui le due lune si sono scoperte solamente adesso e sono state mancate sia dalle sonde che negli anni passati si sono avvicinate al pianeta (Voyager 1 e 2, Pioneer 11) che dalla sonda Galileo, rimasta più di dieci anni in orbita attorno a Giove.
I due satelliti scoperti, però, potrebbero essere solamente i primi di una famiglia che ne potrebbe contare almeno altri 100, con dimensioni e proprietà simili. Gli astronomi in effetti sono convinti che satelliti di queste caratteristiche potrebbero essere presenti attorno a tutti gli altri pianeti gassosi, a cominciare da Saturno.
Scoprire queste particolari famiglie di lune sarebbe molto importante per comprendere l'ambiente nel quale è nato il Sistema Solare e ricostruire le prime, intense, fasi evolutive.
Tutte le lune più grandi ed interne si pensa infatti si siano formate dallo stesso materiale che ha generato il pianeta, mentre questi piccoli ed irregolari satelliti hanno buone probabilità di essere stati catturati successivamente dai campi gravitazionali.
Capire quanti satelliti di questo tipo esistono attorno ai pianeti esterni, ci potrebbe dare ottime indicazioni sulla quantità di materiale presente al tempo della formazione del Sistema Solare; un piccolo pezzo in più per completare il complesso puzzle della nascita e del successivo sviluppo dei pianeti così come li conosciamo.
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