giovedì 23 febbraio 2012

Il sogno è finito: i neutrini (molto probabilmente) non viaggiano più veloci della luce

Qualche mese fa una notizia apparentemente storica aveva varcato i classici confini accademici per venire catapultata nel grande circo dei media generalisti.
Gli scienziati che lavorano all'esperimento OPERA avevano pubblicato un articolo in cui dichiaravano che i fasci di neutrini utilizzati nei loro esperimenti avevano viaggiato apparentemente ad una velocità superiore a quella della luce.
L'esperimento OPERA
Naturalmente la notizia ben presto trabordò dai binari pacati e scettici degli autori dell'articolo. I ricercatori, dopo lunghe discussioni interne, avevano infatti deciso di rendere pubblici i risultati degli esperimenti con l'unico scopo di chiedere aiuto alla comunità internazionale, per comprendere quale potesse essere l'eventuale errore.

Invece, come era prevedibile, da quel giorno nascuero decine di speculazioni fisiche. Alcuni scienziati più o meno improvvisati si spinsero nel dire che se quei dati fossero stati confermati, si sarebbe dovuta riscrivere gran parte della fisica moderna. I giornali titolavano già senza alcun dubbio che i neutrini erano più veloci della luce e che la teoria di Einstein doveva essere riscritta (nessuno scienziato serio, e men che meno gli autori dell'articolo, hanno mai fatto queste affermazioni).
Il mondo degli appassionati era in fermento, come a voler testimoniare con forza la ricerca di una grande notizia da tempo attesa in un'epoca apparentemente piatta, nella quale sorprendersi diventa sempre più difficile e allo stesso tempo necessario.

Nel rumoroso silenzio delle sterili speculazioni, la comunità scientifica si è data molto da fare nel cercare le eventuali cause di questi dati. Era infatti la prima volta, in oltre 100 anni di esperimenti, che la teoria della relatività sembrava non funzionare, per di più attraverso particelle che negli ultimi 15 anni sono state studiate molto attentamente senza notare mai nulla di anomalo.
In effetti, con razionalità e mente fredda, l'ipotesi di un errore nei calcoli è sempre stata di gran lunga più probabile rispetto al fatto che quell'esperimento avesse violato, per qualche motivo sconosciuto, i principi base della fisica così come la conosciamo.

Benché affascinato come tutti all'idea irrazionale di veder piombare una vera e propria bomba in grado di sovvertire molte delle nostre convinzioni scientifiche, ho taciuto sulla notizia, proprio perché erano necessari maggiori dati per confermare o smentire i risultati dell'esperimento OPERA.
In quei concitati momenti tutti potevano proporre una teoria che aveva esattamente le stesse probabilità di essere corretta o sbagliata.

Una recentissima breaking news di Edwin Cartlidge di sciencemag, che cita fonti vicine all'esperimento OPERA, ha spento le speranze ed i sogni degli appassionati.
A quanto pare i neutrini non avrebbero superato la velocità della luce. La misurazione sarebbe stata affetta da un paio di errori, di cui uno davvero fondamentale.
Durante i controlli, il team italiano nei laboratori del Gran Sasso ha scoperto una connessione difettosa nel cavo in fibra ottica che unisce un computer con il ricevitore GPS utilizzato per correggere il tempo di volo dei neutrini.
Il secondo errore è stato analizzato una volta sistemata la connessione ed è probabilmente quello che spiega i risultati apparentemente paradossali dell'esperimento. I ricercatori hanno scoperto che i dati al computer vengono trasmessi con 60 nanosecondi di anticipo rispetto alle previsioni.
Il numero non è un caso: 60 nanosecondi è esattamente il tempo di anticipo dei neutrini rispetto alla velocità della luce misurato nei mesi precedenti dall'esperimento OPERA.

I ricercatori del Gran Sasso hanno confermato l'individuazione di questi due errori, anche se, da bravi scienziati, mantengono ancora la calma (come successe con la notizia di Settembre) ed affermano, giustamente, che sono necessarie altre misurazioni, che arriveranno solamente nei prossimi mesi.
Purtroppo però, sembra che la storia dei neutrini più veloci della luce sembra destinata solamente a libri e racconti di fantascienza.
Non ci resta che aspettare la prossima notizia bomba, magari cercando di mantenere la calma. Scoperte eccezionali richiedono prove eccezionali. Ed in questo caso l'unica flebile prova, purtroppo, sembra essersi persa nei mai amati cavi di connessione.


Qui trovate la dichiarazione ufficiale di Edwin Cartlidge 
Qui invece potete informarvi sulla notizia che nel Settembre 2011 riportava la clamorosa scoperta dei ricercatori del CERN

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