Il progetto SETI si occupa da molti anni della ricerca di eventuali segnali radio provenienti da civiltà extraterrestri intelligenti, scandagliando con potenti radiotelescopi il cielo notturno alla ricerca di un flebile segnale di chiara natura artificiale, che però, ad esclusione della controversa trasmissione del 1977, non è mai stato rilevato con certezza.
I segnali radio rilevati da due possibili sistemi planetari |
Oppure che nessuno comunica utilizzando le onde elettromagnetiche, di cui i segnali radio fanno parte?
Non abbiamo ancora prove per confermare o smentire queste congetture, ma un dato è sicuro: il cielo è davvero troppo grande per sperare di catturare un segnale radio intelligente puntando le nostre antenne a caso.
Questo in effetti è quello che ha fatto fino a poco tempo fa il progetto SETI: ha scandagliato zone di cielo più o meno casuali. Capite anche voi che fare una ricerca senza un minimo criterio su dove orientare i telescopi, ha più o meno la stessa probabilità di riuscita del puntare casualmente il vostro piccolo telescopio di notte e scoprire un nuovo pianeta.
Grazie alla nascita e all'imponente sviluppo della branca dell'astronomia che si occupa della ricerca dei pianeti extrasolari, ora il progetto SETI ha centinaia di potenziali obiettivi sui quali puntare le proprie antenne radio. E' molto più semplice, infatti, sperare di captare qualche comunicazione (voluta o meno) puntando quei sistemi stellari che già sappiamo possedere dei pianeti, magari simili, per dimensioni e massa, alla Terra.
Il progetto è iniziato ufficialmente nei primi mesi del 2011 e già in un paio di occasioni si sono ricevuti segnali che a prima vista potevano sembrare di origine extraterrestre, provenienti da KOI 817 e KOI 812. Queste due sigle indicano pianeti candidati scoperti dal telescopio spaziale Kepler (Kepler Object of Interest), ancora in attesa di conferme indipendenti.
Le antenne del SETI hanno ricevuto dei segnali piuttosto marcati e con una ristretta ampiezza di banda, proprio come ci si aspetta da una trasmissione di origine artificiale.
Ulteriori analisi hanno poi rivelato che con tutta probabilità si tratta di interferenze di natura terrestre, visto che i segnali captati sono identici per entrambi gli oggetti, caratteristica estremamente improbabile per due possibili pianeti extrasolari posti in diverse zone di cielo.
Questi due "falsi positivi" comunque hanno ufficialmente aperto una seconda fase per il progetto SETI, che dopo quasi 40 anni era arrivato allo stremo delle forze (meglio, dei fondi).
Visto che il numero di pianeti di taglia terrestre è destinato a crescere di molto nei prossimi anni, la seconda vita del SETI potrebbe rivelarsi molto più utile e speriamo fruttuosa rispetto agli anni precedenti.
Solamente nella nostra Galassia si stima ci siano circa 200 miliardi di stelle (che potrebbero essere anche 400 miliardi). Un recente studio di cui vi ho accennato in un precedente post, si è spinto a teorizzare che i pianeti di taglia terrestre potrebbero essere la regola nella Via Lattea.
Rilevare segnali radio provenienti da questi lontani mondi resta ancora estremamente improbabile (è necessaria una civiltà evoluta che comunica con le onde radio e che ha deciso di inviare un segnale nella nostra direzione, nel momento giusto), ma sono pronto a scommettere che nei prossimi anni le sorprese, almeno da parte di Kepler, non mancheranno di certo.
Nessun commento:
Posta un commento