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lunedì 29 giugno 2015

30 giugno: uno spettacolare avvicinamento tra Venere e Giove [aggiornato]

Giove e Venere il 28 giugno 2015
Venere e Giove, i due astri che possiamo ammirare poco dopo il tramonto del Sole, si stanno avviando verso uno spettacolare incontro. Il 30 giugno saranno separati di appena 20 minuti d'arco, ovvero una distanza inferiore di 1/3 al diametro della Luna piena visibile a occhio nudo. Questa sarà anche la minima distanza apparente ai quali li potremo vedere questa stagione. Dopo un veloce "bacio" i due astri si separeranno in modo evidente già nei giorni successivi.

Giove e Venere il 23 febbraio 1999
Sebbene siano nella realtà separati da centinaia di milioni di chilometri, questo avvicinamento, che viene anche chiamato congiunzione (sebbene il termine abbia formalmente un significato un po' più specifico) ce li fa sembrare vicinissimi nel cielo. Ben più brillanti di qualsiasi altra stella, è impossibile non notarli a occhio nudo.

La congiunzione stretta del 30 giugno è seconda solo a quello record del Febbraio 1999, quando i due pianeti si portarono ad appena 9 minuti d'arco di distanza e apparivano simili a uno strano disco volante.



Ecco qui una foto effettuata attraverso il mio telescopio da 235 mm di diametro del momento di massimo avvicinamento. Entrambi i pianeti si potevano osservare insieme fino a 100 ingrandimenti, sufficienti per mostrare la fase di Venere, le 4 principali lune di Giove e i dettagli dell'atmosfera del gigante. Un'emozione indescrivibile, soprattutto se ci si sforza di pensare che quei due puntini in realtà sono mondi distanti decine e centinaia di milioni di chilometri. Fantastico!



giovedì 14 maggio 2015

Osserviamo Venere nel cielo serale



Venere è il pianeta più luminoso dei nostri cieli, grazie alla sua vicinanza. Poiché si trova più vicino al Sole rispetto alla Terra, non si allontanerà mai più di 48° dalla nostra stella. Questo significa che non potremmo mai osservarlo in piena notte ma al massimo 2 ore prima dell’alba o dopo il tramonto del Sole, a seconda della sua posizione orbitale.
Riconoscere Venere è semplicissimo: se visibile la sera è la prima “stella” ad accendersi nella direzione del tramonto; la mattina, invece, è l’ultima a spegnersi, sempre nella direzione del Sole.

Non molti in realtà sanno che Venere è talmente brillante che quando si trova abbastanza lontano dal Sole è possibile rintracciarlo a occhio nudo persino in pieno giorno, a patto di avere un cielo molto limpido e sapere bene dove cercarlo. Quando riusciremo a trovarlo, perché la parte più difficile è far percepire all’occhio un puntino brillante immerso nell’azzurro, sarà evidente e ci chiederemo come abbiamo fatto a non vederlo prima!

Venere, al centro e Giove in alto
Se abbiamo un cielo sereno e diamo uno sguardo verso ovest a partire da mezz’ora dopo il tramonto del Sole, non dovremo faticare affatto nel riconoscere Venere perché la sua luce sarà talmente evidente che alcuni (non scherzo!) lo scambiano persino per un UFO (e in effetti se non si sa che è Venere, a rigor di logica, resta un oggetto volante non identificato!).

Venere può essere spettacolare se prossimo alla minima distanza dalla Terra, come accade in questi mesi. Sebbene la sua atmosfera spessa sia priva di dettagli e non ci mostrerà mai la superficie, il pianeta ci regala le fasi, come la Luna. Quando è vicino alla Terra, e questo succederà a Luglio e Agosto, diventa una falcettina sottilissima e di cospicue dimensioni apparenti, le più grandi tra tutti i pianeti. In queste circostanze, anche un binocolo che ingrandisce solo 5-7 volte è sufficiente per mostrarne la forma. Ci si chiede addirittura quale sia la magia: un pianeta puntiforme a occhio nudo e una falcetta sottile già con pochi ingrandimenti!

Qualsiasi telescopio è adatto a osservare Venere, anche perché non mostra molti dettagli, anzi, non ne mostra quasi per niente, a meno di usare un filtro blu/viola. Basta un piccolo rifrattore da 60-70 mm, che si trova in offerta anche in qualche supermercato ogni tanto, e almeno 50 ingrandimenti per vedere bene il disco e la fase, qualunque sia. 

Le cose cambiano molto in fotografia, se usiamo un filtro UV o un infrarosso a partire dai 700 nm, riprendiamo di giorno con il pianeta altissimo sull'orizzonte e raccogliamo almeno 10 mila frame. 
Qui un esempio di cosa si può ottenere in fotografia con strumenti da 235 e 355 mm.
 
Con molta esperienza, un cielo stabile e un filtro blu-viola, su Venere potrebbero comparire pure deboli dettagli delle spesse nubi
Venere in fotografia


mercoledì 29 febbraio 2012

Lo spettacolo della Luna, Venere e Giove vicini nel cielo

Nei giorni passati una sottile falce lunare quasi distesa sull'orizzonte ha dato spettacolo assieme ai pianeti più brillanti del cielo: Venere e Giove.
Luna, Venere e Giove nel cielo di Bologna
L'emozionante quadro cosmico si è protratto per tutta la scorsa settimana e spero proprio che anche voi ve lo siate potuto godere.
Pubblico qui il mio piccolo contributo; uno scatto effettuato dal terrazzo della mia casa di Bologna. La luce del tramonto, la neve ancora presente sui tetti e sulle colline, hanno reso ancora più spettacolare la visione dei tre corpi celesti perfettamente allineati.
L'immagine non è stata ritoccata: gli aloni luminosi attorno ai corpi celesti sono naturali e prodotti dalle sottili nubi ancora illuminati dalla luce del Sole tramontato e resa rossa da una tenue foschia.
La Natura molto spesso è più brava di qualsiasi operazione di foto-ritocco!


Per gli amanti dei dati tecnici: Canon 450D, obiettivo da 18 mm f4.5, 400 ISO, esposizione di 8 secondi.

Aspettiamo il prossimo mese per assistere ad un altro allineamento, con Giove e Venere molto più vicini di ora!

giovedì 26 gennaio 2012

Una magnifica congiunzione tra Venere e la Luna

Quando due corpi celesti così brillanti come Venere ed una sottile falce di Luna si incontrano, magari un un cielo limpido, con i colori del tramonto a fare da sfondo, lo spettacolo è assicurato.
Questo è quanto successo ieri (25 Gennaio), ma l'allineamento si ripeterà, ancora più bello, anche questa sera (26 Gennaio) poco dopo il tramonto del Sole, con la Luna e Venere ancora più vicini nel cielo.
Il nostro satellite naturale mostrerà una sottile falce illuminata e l'evidente luce cinerea che ci consentirà di osservarne debolmente tutto il disco.
Questo debole chiarore non è nient'altro che la luminosità prodotta dalla grande luce della Terra, in grado di illuminare il paesaggio selenico e renderlo visibile anche se non direttamente illuminato dal Sole.

Per immortalare l'evento in modo originale ho preso la mia Canon 450D, l'ho montata su un treppiede ed ho scattato una serie di immagini di 3 secondi di esposizione ogni 5 minuti fino al tramonto dei due oggetti.
In fase di elaborazione, grazie al software gratuito startrails, le immagini sono state unite per formare la versione finale che mostra il percorso dei due corpi celesti ancora immersi nella luce del crepuscolo serale.

Spero che questa semplice fotografia riesca a comunicare la stessa emozione che ho avuto il piacere di provare osservando questi due brillanti corpi celesti scendere lentamente sotto l'orizzonte. Il nostro unico satellite naturale ed il pianeta più vicino ed inospitale del Sistema Solare sono così luminosi che sembra quasi di toccarli, invece non sono altro che gli avamposti di un Universo veramente meraviglioso e sterminato, che noi abbiamo la grande fortuna di poter osservare.

La Luna e Venere vicini nel cielo serale

sabato 21 gennaio 2012

Le nubi di Venere

Immaginate un pianeta completamente avvolto da un'atmosfera decine di volte più densa di quella della Terra, con nubi imponenti composte da acido solforico che si estendono per decine di chilometri in altezza.
Queste nubi, presenti da miliardi di anni, si modificano in continuazione e solcano i cieli a velocità comprese tra 300 e 400 km/h, compiendo una rotazione completa attorno al pianeta in un periodo compreso tra 4 e 6 giorni, contro i 243 impiegati dalla superficie solida.

Credo che ormai abbiate compreso tutti che sto parlando di Venere, il pianeta a noi più vicino e il più inospitale di tutto il sistema solare.
La meteorologia del pianeta è veramente sorprendente e come vi ho mostrato qualche post addietro può essere studiata anche con i nostri telescopi amatoriali.

La mia stagione di osservazione Venusiana è iniziata e queste che vi presento sono le immagini che ho ottenuto nei giorni precedenti.
La prima ritrae due aspetti differenti del pianeta.
A seconda dei filtri utilizzati per la ripresa sono accessibili diverse zone atmosferiche. Un filtro ultravioletto mostra la sommità delle nubi, a circa 80 km di altezza, mentre un infrarosso i sitemi nuvolisi posti a quote più basse, intorno ai 60 km. I due livelli atmosferici sembra non abbiano nulla in comune, visto che le nubi osservabili sono totalmente diverse: un altro punto terribilmente affascinante di questo mondo così inospitale, eppure così vicino.

Venere in ultravioletto (UV) ed infrarosso (IR)




lunedì 16 gennaio 2012

Come riprendere le nubi e la superficie di Venere [aggiunta nuova immagine]

Come vi ho anticipato in un precedente post, dopo oltre un anno di attesa, il pianeta Venere si rende di nuovo ben osservabile la sera appena dopo il tramonto del Sole.

Le nubi di Venere riprese con un telescopio da 23 centimetri
Tra gli appassionati di astronomia, il pianeta purtroppo non è molto amato perché avvolto da una perenne cappa di nubi che oscura completamente la superficie. Oltre al danno, però, anche la beffa, perché alle lunghezze d'onda del visibile le nubi appaiono quasi completamente omogenee.
Il pianeta, quindi, dopo una fugace occhiata e magari qualche foto ricordo, viene abbandonato perché ritenuto poco interessante.

Invece, proprio come dovrebbe suggerire il nome femminile, Venere, come ogni donna, deve essere corteggiata, capita, apprezzata, e lentamente rivelerà, solamente ai più determinati e attenti, un'intricata trama di dettagli probabilmente unici, in tutto il sistema solare, per la dinamicità e le proprietà, accessibili a telescopi a partire dai 10 centimetri.

Ottenere immagini soddisfacenti del pianeta è possibile ma richiede quindi una tecnica appropriata ed una buona dose di esperienza.
Prima di svelare qualche piccolo segreto, vediamo quali dettagli si possono osservare, perché le sorprese sono proprio qui, visto che molti non sono neanche conosciuti.

1)  Riprese nel vicino ultravioletto (UV): questa è la classica lunghezza d'onda che anche in passato ha sempre mostrato le nubi di Venere, con la classica forma ad Y piuttosto ricorrente.
In questa banda si può osservare la sommità delle nubi, a circa 80 km dalla superficie. Questa porzione di atmosfera ruota in soli 4 giorni, con una velocità maggiore all'equatore e nettamente minore ai poli. La cosiddetta super-rotazione dell'alta atmosfera venusiana, contro i 243 giorni della superficie solida, è uno dei tanti misteri ancora non risolti di questo intrigante pianeta.

Una delle mie migliori riprese in UV delle nubi di Venere

2)  Riprese nel vicino infrarosso. Venere non mostra le nubi solamente in UV, lunghezza d'onda peraltro difficile da domare, sia a causa della relativa opacità dell'atmosfera terrestre che dell'elevata turbolenza, ma anche e soprattutto nel vicino infrarosso.
A questa lunghezza d'onda sono visibili sistemi nuvolosi completamente diversi rispetto all'UV, sia per quanto riguarda la forma che la dinamica.
Le nubi visibili hanno dimensioni decisamente minori in latitudine ma sono ben estese in longitudine.
Gli strati osservabili si trovano a circa 60 km di altezza, quota confermata dallo studio della loro velocità, minore rispetto alle nubi visibili in ultravioletto. L'atmosfera di Venere accessibile all'infrarosso ruota in poco più di 6 giorni e si modifica molto più rapidamente.

Due delle mie migliori riprese in IR delle nubi di Venere


3) Riprese nel visibile. Le moderne camere planetarie (monocromatiche), con sensori estremamente sensibili e magari dotati di dinamica superiore agli 8 bit, riescono a fornirci in realtà dettagli delle nubi venusiane ad ogni lunghezza d'onda. Cade quindi anche l'ultima convinzione, ancora ben radicata: Venere mostra sempre dettagli!
Curiosamente, le nubi accessibili alle lunghezze d'onda visibili, sono molto simili a quelle che si osservano nel vicino infrarosso, a testimonianza del fatto che questi dettagli sono dovuti al diverso contrasto dei sistemi nuvolosi, mentre nell'ultravioletto interviene qualche processo chimico ancora sconosciuto, che produce dettagli osservabili solo a questa lunghezza d'onda.

Aspetto di Venere dall'UV all'IR. Le nubi si riprendono anche nel visibile


4) Riprese della superficie. C'è una tecnica particolare che consente di riprendere anche la superficie di Venere, ritenuta completamente inaccessibile a causa della spessa ed opaca atmosfera. Una camera CCD sensibile, un filtro passa infrarosso da 1000 nm ed una fase del pianeta estremamente sottile, ci consentono di riprendere la radiazione termica (il calore) della parte non illuminata del pianeta, sensibile alle variazioni di quota.

La superficie di Venere ripresa attraverso la radiazione termica della parte non illuminata dal Sole


Ora veniamo alla tecnica, simile alle riprese in alta risoluzione degli altri corpi celesti, ma con alcune fondamentali differenze.
Il confine tra rilevare e non rilevare i dettagli di Venere è molto sottile; se qualcosa non va fatto a dovere, il pianeta non mostra assolutamente nulla.
Ho passato ben ben 8 anni a studiare la tecnica per portare al limite la nostra strumentazione e questi sono i miei consigli:

Le riprese delle nubi dovrebbero essere eseguite sempre di giorno, con il pianeta alto sull'orizzonte, in prossimità del punto più alto.
La luminosità di Venere è così elevata che il chiarore del cielo non crea alcun disturbo.
Se si aspetta il tramonto del Sole, il pianeta sarà sempre troppo basso sull'orizzonte e la turbolenza atmosferica rovinerà i dettagli, piuttosto elusivi e molto sensibili al seeing. Delle oltre 100 riprese del pianeta, non ho mai ottenuto una risoluzione migliore dopo il tramonto del Sole rispetto a quando ho ripreso di giorno.

Non esponete il tubo del telescopio al Sole mentre riprendete Venere, altrimenti la turbolenza locale rovinerà sempre l'immagine.

La finestra temporale prima che si noti la rotazione delle nubi è attorno ai 15-20 minuti, quindi sfruttatela tutta, acquisendo filmati per tutto questo intervallo!
Il contrasto dei dettagli è così basso che per formare un'ottima immagine finale da elaborare devono essere mediati almeno 10-15000 frame. Maggiore è il numero di ottimi frame utilizzati, migliore sarà il contrasto delle nubi. Se sommate solo poche centinaia di frame, come con gli altri pianeti, non vedrete nulla, soprattutto in infrarosso.
Io di solito acquisisco 4-5 filmati da 7000 frame ciascuno. A causa della turbolenza, raramente sommo più di 3000 frame a filmato. Ogni filmato è elaborato indipendentemente, arrivando a formare l'immagine grezza e la sua versione finale elaborata. Solo alla fine medio le singole immagini elaborate per ottenere la versione finale. Questa tecnica è anche molto utile per evitare gli artefatti, sempre in agguato quando si lavora al limite delle potenzialità del sensore di ripresa. Se le immagini finali di ogni video mostrano gli stessi dettagli, allora sono reali, altrimenti no.
Per mostrare le tenui sfumature delle nubi, soprattutto in infrarosso, è necessario applicare dei filtri di contrasto piuttosto intensi. I dettagli delle nubi saranno appena visibili in mezzo al rumore dell'immagine.

I filtri
Per le riprese in infrarosso, il filtro ideale è un passa infrarosso da 700 nm. Sebbene il contrasto sia leggermente migliore con filtri più selettivi, come quello da 1000 nm, i risultati sono sempre migliori con il filtro da 700 nm, a patto di seguire la tecnica della somma di moltissimi frame. Tutte le prove che ho effettuato hanno portato a questo risultato; d'altra parte è normale, visto che a 1000 nm la risoluzione del telescopio è inferiore di un 30% rispetto a 700 nm.

Per le riprese in ultravioletto, ho trovato migliore l'accoppiata tra un filtro violetto N.47 ed un taglia infrarossi (solo taglia infrarossi, non taglia UV!), piuttosto che del classico filtro ultravioletto, per le stesse ragioni dei filtri infrarossi: se nell'ultravioletto puro si ha maggiore contrasto, nel violetto si ha più luce, quindi più frame da sommare, minor tempo di eposizione per congelare meglio il seeing, ergo un risultato migliore.

Per le riprese della superficie, occorre invece aspettare che Venere raggiunga una fase sottile, inferiore al 20%.
Un filtro infrarosso da 1000 nm è indispensabile, così come una camera CCD per riprese deep-sky (se si vogliono riprendere dettagli).
Il nostro obiettivo è riprendere la parte non illuminata del pianeta, che emette una debole luce, 20000 volte inferiore rispetto alla parte illuminata. Questa radiazione termica proviene direttamente dalla superficie.
E' necessario aspettare che il Sole tramonti, perché la luminosità dell'emisfero non illuminato è veramente bassa e richiede un cielo scuro.
A queste lunghezze d'onda il potere risolutivo del telescopio è dimezzato rispetto al visibile, quindi non serve usare focali lunghe. Dalle prove che ho fatto, un rapporto focale superiore ad f10 si rivela controproducente, sparpagliando i pochi dettagli visibili.
La tecnica da seguire è sostanzialmente la stessa delle riprese planetarie: si effettuano tante esposizioni, tipicamente di 4-10 secondi ciascuna (la parte illuminata saturerà, ma non ci interessa), fino a quando il pianeta non tramonta (o la qualità dell'immagine non peggiora). In questo frangente abbiamo tutto il tempo che vogliamo, visto che la superficie ruota in 243 giorni!
La fase di allineamento, somma ed elaborazione resta naturalmente la stessa.
Se si sommano frame di ottima qualità ed il cielo è scuro, il segnale della parte non illuminata del pianeta è più che sufficiente per mostrare dettagli: le zone con una quota più elevata saranno più fredde, quindi emetteranno meno radiazione termica, al contrario delle pianure e depressioni, che risulteranno più brillanti.
In questo modo cade anche l'ultimo mito: la superficie di Venere si può riprendere!
Ma non solo; confrontando le immagini riprese in giorni diversi, è possibile mostrare anche l'impronta lasciata dalle nubi poste a quote ancora più basse, tipicamente 35 km, che sebbene trasparenti, si possono osservare nelle immagini della radiazione termica.

Impronte delle nubi a bassa quota nell'emisfero non illuminato di Venere

Come forse avrete capito, la strumentazione amatoriale permette di ottenere risultati impensabili fino a pochi anni fa. Per scoprire cosa è possibile fare, basta essere curiosi e provare.
L'unico vero limite è la nostra immaginazione!

Non ci credete ancora?
Allora vi do un altro paio di spunti.
Se riuscite a seguire l'atmosfera del pianeta nel vicino ultravioletto con una fase maggiore del 60% e per 4 giorni consecutivi, potrete costruire un planisfero completo dell'alta atmosfera venusiana, proprio come questo:

Mappa completa delle nubi in UV risalenti alla rotazione del 20-23 Aprile 2007

E poi, aiutandoci con un programma come Winjupos, possiamo "avvolgere" la mappa atmosferica del pianeta su un globo rotante ed ottenere un video decisamente suggestivo:


Clicca qui per scaricare la versione a piena risoluzione del video.

Il bello di quese mappe ed animazioni è che ad ogni rotazione sono diverse, perché l'atmosfera si modifica rapidamente, quindi non vi annoierete mai!


Se volete approfondire risultati e soprattutto tecniche, date un'occhiata a questo mio articolo.

Se invece volete vedervi tutte le mie immagini di Venere, andate qui.

Buone riprese!


Aggiornamento 16/01/2012  18:50

All'articolo forse mancava una ripresa recente di Venere. Oggi pomeriggio, complice un'atmosfera che finalmente ha collaborato un po' (ma non tanto), sono riuscito ad effettuare la prima ripresa decente di questa elongazione. Ho usato un filtro passa infrarosso da 700 nm e ripreso in pieno giorno, alle 15. Questo è il risultato:

lunedì 9 gennaio 2012

Quel punto luminoso nel cielo dopo il tramonto del Sole

Una limpida e tiepida giornata sta per terminare.
La temperatura è stata gradevole, a mezzogiorno ha sfiorato i 20°C.
Tutto intorno a me tace il paesaggio; non c'è anima in giro, si è soli con se stessi, e forse è la compagnia che certe volte più temiamo.
La bellezza di un deserto sta nel panorama e nei pensieri di giorno, e, come per ricompensa, nel meraviglioso cielo che si può osservare di notte, indisturbati dalle luci artificiali.

Oggi, a dire la verità, il cielo è stato solcato da qualche nuvola di passaggio.
Sottili strisce bianche hanno pitturato di diverse tonalità questo dipinto a pastello.
Le nuvole mi aiutano a pensare; interrompono un pensiero troppo pesante, o un ragionamento ormai andato fuori controllo. Le guardo e mi chiedo: "sono così lontano da casa, eppure voi siete anche qui a tenermi compagnia. Non vi ho mai amato, ma oggi voglio fare pace con voi e ringraziarvi di essere qui"



Non sono rare le nuvole nel deserto, come a volte non è raro veder queste nuvole, dalle trame così intricate e definite, perdersi improvvisamente, diventare un tutt'uno con il cielo.
E' il segno che la neve sta cadendo in quota, formando una sottile foschia annunciatrice di uno spettacolo che non raggiungerà purtroppo quasi mai la superficie. I fiocchi sottili non riescono a sopravvivere così a lungo, si dissolvono quasi completamente, tornando nello stato di vapore che li ha portati fin lassù.

Il Sole sta per andare sotto l'orizzonte; il cielo si tinge.
Nubi, ancora queste fedeli compagne di viaggio, poco sopra l'orizzonte, illuminano i miei occhi di un rosso impossibile da dimenticare.
Il mondo, anzi, l'Universo è davvero piccolo.
Questo è il modo più bello per salutare una giornata unica e ringraziare il Sole di un altro turbinio di emozioni, in questo sussulto di vita reso possibile dal suo calore.




La notte scende presto, così come la temperatura.
Il cielo si fa subito scuro e trasparente.
Lo spettacolo sta per iniziare.
Tutti i pensieri imbrigliati nel tiepido deserto, ora possono trovare la via delle stelle e perdersi nell'infinità dell'Universo.
Aspetto trepidante questo momento, ogni volta come se fosse il primo, e l'ultimo.
Poco sopra il blu del crepuscolo, le prime stelle della sera si accendono; ma non sono stelle, quelle sono meno luminose. I nostri compagni di viaggio, in questa avventura attorno al Sole, si mostrano per primi.
Non ho controllato di proposito le mappe celesti da molto tempo; voglio che questo cielo mi soprenda, come se lo osservassi per la prima volta nella mia vita.
E forse è proprio così....

Un punto si mostra brillante.
Ha una magnitudine abbondantemente negativa; sembra Giove, ma brilla di un colore nettamente azzurro. Sembra Urano o Nettuno, peccato che non siano visibili così bene ad occhio nudo. Troppo brillante per essere una stella, troppo insolito per essere un pianeta.
Il cielo diventa più scuro e nelle immediate vicinanze si scorge a fatica un'altra stellina, molto più debole e di colore decisamente bianco/giallo. Il gioco di colori è molto bello; ricorda la stella doppia Albireo, ma con le tonalità invertite. Sarà una stella? Un altro pianeta per caso vicino a quello brillante che sto osservando?

Difficile descrivere in queste situazioni le sensazioni che si susseguono, spesso contraddittorie e per questo ancora più belle, perché la bellezza di un'emozione risulta doppia quando affiancata da un'altra di senso opposto.
Allora ecco che alla voglia di contemplare ancora questo spettacolo mai visto prima, si affaccia il desiderio quasi morboso di guardare la mappa celeste per scoprire subito di cosa si tratta.
Ma la curiosità va controllata ed usata a proprio vantaggio; alla fine non c'è gusto nel leggere subito l'ultima pagina di un intrigante giallo dopo aver dato solamente un'occhiata all'introduzione.
L'emozione va fatta maturare, va coltivata, e solo quando sarà il momento potrà raggiungere il massimo, che non è nella soddisfazione di aver letto chi è l'assassino, ma nel tempo intercorso cercando di risolvere il mistero e nel momento in cui viene finalmente raggiunto l'obiettivo con le proprie forze, prima di farcelo dire dal libro stesso.


Quasi rapito da questo punto azzurro brillante e dal suo compagno apparente, non mi sono accorto che nelle vicinanze un altro astro ha fatto capolino, ancora più brillante di colui che mi ha incantato. Colore giallastro, poco distante dal Sole, più splendente di qualsiasi stella e molto diverso da Giove; non può che trattarsi di Venere.

Con una sicurezza che non trova basi razionali, cosciente che forse avrei almeno dovuto puntare il mio telescopio per confermare la mia ipotesi, ritorno su quel piccolo faro azzurro di cui non so, o non voglio ancora, trovare una spiegazione.

A volte la mente si comporta in modo davvero bizzarro.
Di fronte ad un'emozione forte, ad un cielo mai visto prima, ad un luogo sempre sognato, ma solo in questo momento raggiunto, logica e razionalità vengono fortunatamente rilegate in un angolo remoto, dal quale forse solo una distrazione di portata simile, per una curiosa legge di annullamento reciproco, può farle tornare a galla quel tanto che basta.
Mi godo questa emozione incontrollata qualche altro minuto, non c'è fretta; la distrazione arriverà al momento opportuno e nel modo migliore.

Pochi minuti, il cielo ormai quasi completamente scuro, ed ecco un altro punto luminoso comparire basso sull'orizzonte, solo che questa volta si muove.
L'emozione si trasforma in stupore, amalgamandosi ad un pizzico di inquietudine, agitazione, mistero, paura.
Non è un aereo, impossibile avvistarli in questa zona; troppo lenta per essere una meteora.
Un attimo di smarrimento, di pensiero, sebbene confuso e rallentato.
Ho la soluzione! Perché non averci pensato prima?
E' un satellite. Possibile, visto che ve ne sono alcuni in orbita attorno al pianeta, o al limite una meteora estremamente lenta.
A volte luoghi alieni e visioni incontaminate ci fanno dimenticare tutte le variabili in gioco.
Ecco la distrazione cercata e il sovraccarico di emozioni che costringe la mente a recuperare quel minimo di lucidità necessaria per selezionarne e cercarne di nuove e più forti.
Il punto luminoso in movimento è ancora visibile. Posiziono la fotocamera digitale e scatto una foto, così potrò riconoscerlo una volta tornato al riparo.



E' arrivato il momento di tornare a quel misterioso pianeta, ora ancora più azzurro e brillante, e di alimentare il mio essere, senza bruciare nessun passo intermedio.
Prendo un teleobiettivo, scatto una foto e attraverso di esso lo osservo.
Non vedo dettagli, ma non servono.
Passano forse 10 secondi per me, 10 minuti per il resto dell'Universo...


Il pianeta sta lentamente avvicinandosi all'orizzonte, è giunta l'ora di andare all'oculare del piccolo telescopio che sono riuscito a portare fin qui, e cercare di osservarlo.
Mai nella mia vita avrei pensato di poter fare quello che ora sembra più che mai un sogno, sopraffatto come sono da brividi, sussulti, sorrisi, parole senza senso e senza suono sussurrate solamente a me stesso.
In questi momenti, di solito, ci si sveglia all'improvviso e si realizza, con delusione, di aver fatto semplicemente l'ennesimo sogno.
Aspetto terrorizzato per un attimo questo momento, ma fortunatamente non arriva: non sto sognando.

Il cuore scandisce il ritmo dei miei movimenti un po' impacciati.
Con un po' di fatica riesco a puntare il telescopio sul pianeta, ma la montatura non sembra seguirlo nel suo percorso celeste.
Ho totalmente dimenticato che il luogo è diverso, la montatura va regolata ed orientata; non c'è tempo, non mi ricordo più come si fa, non mi serve, non mi interessa altro.
Nelle interminabili ore necessarie ad inserire un oculare e mettere a fuoco l'immagine, forse solo alcuni secondi per il resto dell'Universo, i miei pensieri si aggrovigliano togliendomi quasi il respiro: cosa vedrò? Di cosa si tratta? Come faccio ad osservare così vestito? Perché sto tremando?
Per un semplice motivo; un motivo che ho sempre saputo, ma ora finalmente posso mostrare ai miei occhi increduli:


Non c'è tempo per farmarsi ora; le emozioni sono così tante ed intense che si sono congestionate in qualche parte tra il mio cuore ed il cervello, e ancora non hanno cancellato i miei movimenti. Così prendo un oculare più potente per una visione migliore .
La prima occhiata dopo aver messo a fuoco, poi il momento di lasciarsi andare.
L'oculare precedente, ancora in mano, cade nella sabbia rosata senza far rumore; le mani, entrambe, si aprono e leggermente si sollevano con il palmo rivolto verso l'alto. Respirare diventa uno sforzo troppo grande per più di un minuto. Tutto intorno un silenzio mai stato più rumoroso, scosso dai colpi di cannone del mio cuore.
Sollevo leggermente il casco dall'oculare, distolgo inconsciamente un attimo lo sguardo per capire se potrò ritrovare quello che stavo osservando. Poi vedo riflessa l'intera umanità sul vetro sottile che mi separa da quest'aria gelida e irrespirabile, e non posso far altro che sorridere in segno di resa e godermi la magnifica consapevolezza del più grande spettacolo della mia vita:

Quel punto azzurro nel cielo è la Terra, così come appare dalla superficie di Marte

Questo è quello che si vede da qui, da questo cielo così simile alla Terra, eppure così alieno; da questa sabbia che scomparso il Sole ha perso il suo colore rosato, da questo deserto così simile al mio amato Sahara, eppure centinaia di milioni di chilometri distante.
Mi siedo un attimo, anche se non potrei, perché rialzarsi con questa ingombrante tuta sarà difficile.
Ora riesco a sentire il tocco di questa sabbia finissima che scivola dal palmo della mia mano; osservo le sagome delle lontane montagne che si stagliano su un cielo ancora leggermente rischiarato dal Sole, ormai abbondantemente sotto l'orizzonte.
Sento addirittura i suoni di questo lontano mondo, anzi, l'unico suono che si può sentire sulla sua superficie completamente deserta, di cui io e i miei compagni di viaggio siamo gli unici abitanti: lo strano ed un po' inquietante sibilio del vento, che ora soffia impetuoso ma che fa fatica a muovere anche gli oggetti più leggeri accanto a me. Lo sento sulla mia tuta e lo vedo smuovere leggermente questa polvere finissima.

Un ultimo sguardo al cielo e a quel puntino blu; la notte è finalmente scesa, le stelle si sono presentate in tutta la loro eleganza. Sono uguali a quelle che per anni ho osservato ogni notte serena quando mi trovavo su quel puntino blu.
Il cielo, finalmente, calma il suono del silenzio di questo mondo che ora sembra davvero troppo alieno.

Questo deserto esteso per migliaia di chilometri, è il pianeta sul quale ho la fortuna di trovarmi, dopo un viaggio durato ben 6 mesi e sognato tutta una vita.
Gli abitanti del mio pianeta, che ora osservo piccolo al telescopio, lo hanno chiamato Marte.
Da qui si ha davvero un altro punto di vista sulla nostra esistenza, tutta concentrata in quel puntino che anche attraverso il mio telescopio sembra ancora indistinto e così lontano.
Il vuoto dello spazio non mi permette di ascoltare le grida dei 6 miliardi di esseri umani concentrati in quella piccola falce azzurra, e questo è forse un bene, perché riesco ad apprezzare lo spettacolo per quello che è veramente, non per quello che crediamo che sia, quando ci troviamo immersi sulla sua superficie.
Al riparo e al caldo, tolgo la tuta, guardo da dietro il piccolo oblò, alzo la matita che ho di fronte a me e con la sua piccola punta affilata riesco a coprire quel lontano pianeta azzurro.
Tutte le situazioni, i pensieri ed i ricordi di questa fragile vita, che troppo spesso ci sembra rappresentino l'Universo intero, da quassù non sono nient'altro che un punto indistinto nascosto dalla punta della mia matita.



Tutte le immagini e le descrizioni di questo racconto sono reali, ma invece di averle vissute in prima persona, mi sono limitato a sognarle attraverso le immagini ed i dati provenienti dalle sonde che sulla superficie del pianeta rosso ci sono state ed hanno potuto godere di questo spettacolo unico.

martedì 27 dicembre 2011

La Luna e Venere vicini nel cielo di questa sera (27/12) e visibili anche di giorno

Questa sera una sottile falce lunare si troverà prospetticamente vicino al brillante pianeta Venere in direzione sud-ovest dopo il tramonto del Sole.
Il quadro cosmico sarà molto bello da osservare ad occhio nudo e magnifico da immortalare con qualsiasi fotocamera digitale.

La Luna e Venere ad occhio nudo in pieno giorno
A dire la verità, se il cielo è bello limpido, si possono osservare i due corpi celesti ad occho nudo anche in pieno giorno.
Non ci credete? Allora eccovi una foto scattata con la mia Canon 450D alle 13:30 con obiettivo da 55 mm, che mostra la sottile falce lunare ed il brillante Venere perfettamente visibili anche in pieno giorno.
La sfida è: riuscite ad osservarli anche voi prima che tramonti il Sole? Vi do un consiglio: cercate prima la falce lunare, ad est del Sole, e poco sotto troverete anche Venere, più brillante, ma più difficile da trovare per l'occhio.
Buon divertimento e buone osservazioni!

giovedì 15 dicembre 2011

Venere al tramonto da Bologna

Venere al tramonto da Bologna
A volte il cielo della pianura padana in questo periodo può regalare delle belle emozioni, soprattutto nei pressi del tramonto, quando la perenne foschia che avvolge questi luoghi riesce ad offrirci dei colori estremamente suggestivi.

Questo è quello che è successo nel pomeriggio del 7 Dicembre scorso, quando il tramonto della nostra Stella ha tinto il cielo di un'accesa colorazione rosso/magenta.
Il lento cammino di Venere proprio sopra i colli bolognesi ha dato quel tocco di magia necessario per meritare una fotografia in grado di catturare l'emozione del momento.
Qualcuno di voi forse l'avrà già vista sulla mia pagina personale di Facebook, in tal caso perdonate la ripetizione, ma non ho resistito al fascino di questo dipinto cosmico.
L'immagine è il risultato di un'esposizione totale di circa 20 minuti, che quindi mostra il cammino di Venere fino al suo tramonto.
A volte non serve necessariamente un telescopio per accarezzare la bellezza dell'Universo.

sabato 19 novembre 2011

Venere è tornato nel cielo serale

Finalmente dopo un'attesa durata un anno e mezzo, il pianeta Venere si rende di nuovo visibile nei cieli serali appena dopo il tramonto del Sole.
Venere in fase sottilissima ripreso in pieno giorno
Impossibile non rintracciarlo, visto che è circa 7 volte più brillante di Giove. Quella luce che brilla poco dopo il tramonto del Sole è proprio l'astro che domina questi pomeriggi autunnali.

Venere è il pianeta più vicino alla Terra ed orbita ad una distanza dal Sole minore rispetto al nostro pianeta.
A causa di questo, esso non si potrà mai osservare alto nel cielo buio, ma sempre prospetticamente vicino alla nostra stella.
Anche l'aspetto ne è influenzato: Venere infatti mostra il fenomeno delle fasi, simili a quelle lunari.
In queste settimane ha da poco superato quella che viene detta congiunzione superiore, posizione geometrica che lo ha visto transitare prospetticamente quasi dietro il disco solare.
Nei prossimi mesi si allontanerà gradualmente ma vistosamente dalla nostra stella; di conseguenza la fase, che ora è quasi piena, si assottiglierà, aumenterà anche il diametro apparente, ancora di soli 11" e la sua altezza sull'orizzonte ovest.

La "stella" della sera sarà presente nel cielo almeno fino a maggio 2012, raggiungendo la massima elongazione nel prossimo mese di Marzo. La sua magnitudine apparente, già pari a -3,9, sfiorerà la -5 circa un mese prima della congiunzione inferiore, quando il pianeta sarà illuminato per solo il 25%.
Pensate che in queste condizioni, osservando da un cielo buio, la luce del pianeta è sufficiente per proiettare una debole ombra in terra!

Al telesocopio il pianeta si mostra avaro di dettagli, anche se già la fase risulta davvero spettacolare, soprattutto quando è molto sottile.
L'aspetto di Venere cambia a seconda della lunghezza d'onda

In fotografia è probabilmente il corpo planetario che mostra più sorprese: con un filtro UV si possono riprendere gli imponenti sistemi di nubi che solcano perennemente il pianeta.
Con un filtro IR si possono riprendere le nubi che si trovano a quote inferiori rispetto all'ultravioletto: il loro aspetto è totalmente diverso e di fatto rivelano un altro pianeta.

Non tutti forse sanno che la luminosità di Venere è più che sufficiente per farlo osservare anche in pieno giorno, con il Sole alto sull'orizzonte. Se si sa esattamente dove guardare ed il cielo è trasparente, proverete l'emozione di osservare un oggetto di aspetto stellare in pieno giorno!
Le osservazioni telescopiche si conducono addirittura meglio rispetto alla notte, perché la luce del pianeta non appare più così elevata all'occhio da cancellare i deboli dettagli che si possono ammirare anche nel visibile.

Buone osservazioni!