Qui sulla Terra un vento che spira a 100 km/h è sufficiente per
impedirci di stare in piedi. Se dovessimo per caso trovarci in un uragano con
venti a 200 km/h
voleremmo letteralmente via a causa dell’enorme forza esercitata dall’aria su di
noi.
La Terra non è l'unico pianeta del Sistema Solare sul quale spirano venti molto violenti, quindi viene da chiederci quali potrebbero essere i danni
causati su un impavido astronauta che dovesse un giorno atterrare su quelle
remote superfici planetarie.
Purtroppo il gioco è impossibile da fare per tutti i pianeti
gassosi, anche se qualcosa potremo dire lo stesso, partendo proprio dai corpi
sui quali si potrebbe atterrare.
Marte è sicuramente il pianeta più indicato, tanto che in un
futuro non troppo lontano è certo che l’uomo vi metterà piede. Sì, ma come
sopravvivere ai venti che superano i 200 km/h durante le tempeste?
In realtà la velocità del vento non indica direttamente
quanti danni potrebbe causare perché non abbiamo considerato una variabile
fondamentale: la densità dell’aria in movimento.
L’atmosfera di Marte è molto meno densa della nostra, con il
risultato che, calcoli alla mano, un vento pari a 200 km/h ha la stessa
forza di una moderata brezza che spira a 20-25 km/h, decisamente poco
per creare dei problemi! A riprova di quanto detto, la debole forza del vento
marziano è stata sfruttata da un rover che gettandosi dentro una tromba d’aria
è riuscito a ripulire i pannelli solari pieni di polvere, senza subire alcun
danno.
L’apparenza continua a ingannare anche su Venere. Se le
sommità delle nubi sperimentano venti fortissimi ma pressioni bassissime, sulla
superficie un vento a 5 km/h
avrebbe la stessa forza di un nostro vento a oltre 40 km/h, questa volta
decisamente disturbante per un astronauta che dovesse trovarsi a camminare nel
forno venusiano, o per qualsiasi capsula automatica che dovesse giungere un
giorno.
Per i pianeti gassosi, sebbene non potremo mai sperimentare
sulla nostra pelle l’effetto dei loro venti, tutto dipende quindi dalla
pressione dello strato atmosferico che li genera. Le tenui nubi di Nettuno, ad
esempio, dovrebbero essere molto più rarefatte dell’aria terrestre e il vento
spaventoso di 2000 e passa km/h dovrebbe risultare meno violento.
Il vento
solare rappresenta il caso limite. Con una densità di miliardi di miliardi di
volte inferiore alla nostra atmosfera al livello del mare non produrrebbe danni
neanche a una formica, almeno dal punto di vista della forza.
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