Fasi lunari. Foto di Fred Espenak |
Le
fasi lunari sono la prova che la Luna, il nostro unico satellite naturale, ci orbita intorno e ci mette
29 giorni per completare il ciclo. A seconda della sua posizione rispetto al
Sole possiamo vedere illuminata una piccolissima porzione della Luna, oppure
tutta intera. Se si trova dietro di noi verrà illuminata di fronte dal Sole e
noi vedremo uno splendido plenilunio. Quando l’angolo con il Sole è di 90° vedremo
il primo o l’ultimo quarto e, infine, quando si trova tra noi e il Sole non la noteremo
più, perché nessuna porzione rivolta verso la Terra sarà illuminata. Ma, a
pensarci bene, quando si trova tra noi e il Sole non dovrebbe coprirlo, scatenando
una bellissima eclisse solare? E quando è proprio dietro non dovrebbe finire
nell’ombra della Terra e produrre un’eclisse di Luna? In realtà no, ma la
spiegazione non la darò in questo post, così avete il tempo per pensarci e scoprirlo voi stessi.
Soffermiamoci piuttosto a osservare bene queste foto e a scoprire su uno sconvolgente dettaglio: non
importa in quale fase la si fotografa, il nostro satellite mostrerà sempre gli
stessi dettagli, sempre e solo metà della sua faccia. È mai possibile? Che la
Luna sia piatta e quindi non abbia un’altra faccia? Che invece non ruoti
attorno al proprio asse come invece fanno tutti i corpi celesti dell’Universo,
nessuno escluso? Che questo prodigio cosmico sia un segno divino,
un’incredibile coincidenza che rappresenterebbe la prova provata di una mano superiore
senziente dietro la nostra esistenza? Il dubbio si sta insinuando, vero? A
queste domande non avevamo mai pensato e ora non sappiamo come rispondere? Ci
sentiamo smarriti e speriamo che qualcuno, in questo caso l’autore, dia una
risposta rivelatrice? Facciamo un bel respiro e in questo momento di
vulnerabilità in cui siamo stati condotti cerchiamo di mantenere la calma e non
dare ascolto al primo ciarlatano che vuole regalare certezze senza un minimo di
logica.
La
Luna non è piatta, naturalmente.
Esiste un’altra faccia che però non vediamo
mai, perché il tempo che impiega a fare un giro intorno alla Terra è identico
al periodo di rotazione attorno al suo asse. La Luna quindi ruota su sé stessa,
ma dal nostro punto di vista il periodo di rotazione e di rivoluzione
coincidono, con il risultato che vedremo solo metà del nostro satellite (il 59%
per essere precisi). Ma questo è sconvolgente: l’autore sta ammettendo che
qualcuno debba aver regolato i due periodi della Luna. Tra le infinite
combinazioni possibili con cui poteva ruotare e rivoluzionare intorno alla
Terra è capitata la sola e l’unica che ci impedisce di guardare l’altra metà! Una
mente poco incline alla scienza si fermerebbe qui e sentenzierebbe che c’è qualquadra
che non cosa (o qualcosa che non quadra). Se è un tipo religioso invocherà Dio,
se è più incline al complottismo parlerà di alieni super avanzati che hanno
bloccato la Luna per non farci vedere dalla Terra le complesse basi che hanno
eretto sulla faccia nascosta.
Una
mente che ha iniziato almeno a comprendere che l’Universo segue delle regole,
che c’è una spiegazione a tutto e che non esiste un artista che muove gli astri
a suo gusto ignorando le leggi della fisica andrebbe più a fondo, magari
osservando gli altri corpi celesti e facendo due calcoli. Ecco allora che
scoprirebbe una cosa molto interessante: la Luna mostra sempre la stessa faccia
alla Terra perché non potrebbe fare altro, perché sono le leggi della fisica
che hanno deciso in questo modo.
Questa che sembra un’assurda coincidenza è in
realtà il comune risultato di una semplice ricetta: prendi due corpi celesti,
uno molto più massiccio dell’altro, e li fai orbitare per miliardi di anni a
distanza relativamente vicina, su una traiettoria quasi circolare. In ogni configurazione
di questo tipo, dopo qualche miliardo di anni il corpo celeste meno massiccio
avrà rallentato la sua rotazione fino a portarla identica al periodo di
rivoluzione. Succede con la Terra e la Luna, con Plutone e Caronte, con molti
satelliti di Giove e Saturno, a tutte le stelle doppie strette, a molti pianeti
extrasolari che si sono portati troppo vicino alle loro stelle. Il nostro
pianeta non è un’eccezione in un Universo disegnato apposta per noi, ma un
ambiente comune, che sottostà alle regole della Natura.
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