Per chi non se lo ricorda, KIC 8462852 è stato
senza dubbio uno
dei misteri astrofisici più importanti del 2015. Una normalissima stella di
sequenza principale e di classe spettrale F3, come ce ne sono tante
nell'Universo, ha mostrato agli occhi molto sensibili del telescopio spaziale
Kepler delle improvvise e imprevedibili diminuzioni della propria luce, anche
fino al 20%. Furono molte le ipotesi proposte per spiegare quel comportamento
unico, tra cui
anche le più fantasiose che riguardavano la possibile presenza di una mega
struttura aliena con l'obiettivo di sfruttare l'energia della stella. Chiamata
sfera di Dyson, quest'affascinante ipotesi era interessante non per il
fatto in sé, quanto piuttosto perché testimoniava il grosso buio interpretativo
degli astronomi in merito a quanto era stato osservato.
Una famiglia di comete? Probabilmente no. |
Un nuovo studio pubblicato il 13 Gennaio scorso
dall'esperto astronomo Bradley E. Schaefer e accessibile a questo link,
sembrerebbe rimescolare le carte e distruggere le flebili certezze che si
stavano timidamente affacciando. Schaeder ha fatto un enorme lavoro di ricerca,
andando a scovare in tutti gli archivi fotografici del passato il campo
stellare di KIC 8462852, che ha la fortuna di trovarsi in una
porzione di cielo (tra Cassiopea e il Cigno) che è stata osservata con
continuità da ogni programma di ricerca nel visibile, dall'invenzione delle
lastre fotografiche a oggi.
E infatti Schaefer ha ottenuto preziosissime
informazioni fotometriche su un periodo temporale di ben 99 anni, dal 1890 al
1989, decisamente maggiore del tempo di osservazione di Kepler, limitato a
circa 3 anni.
100 anni di variazioni di luminosità di KIC 8462852 (punti blu) |
La costruzione e successiva interpretazione dei
dati non lascia scampo: la stella KIC 8462852 non ha subito variazioni di
luminosità solo nel periodo di osservazione di Kepler, ma nell'ultimo secolo ha
diminuito sistematicamente la propria luminosità di quasi 2 decimi di
magnitudine. Sebbene la limitata risoluzione in luminosità e tempo della curva di luce secolare non permetta di
riconoscere i repentini cambi di magnitudine osservati da Kepler, lo studio di
Schaefer ci rivela una stella dal comportamento davvero unico, che sta subendo
qualche fenomeno fisico che ne attenua in modo sistematico la luminosità sul grande periodo
temporale e la fa variare in modo imprevedibile su scale più brevi. E' una variabilità che potrebbe andare avanti da diversi secoli, se non millenni, e che quindi presuppone
un fenomeno fisico molto più complesso, stabile e duraturo di quelli finora
ipotizzati.
Calcoli alla mano, infatti, se la diminuzione
della luce fosse dovuta al transito di oggetti cometari organizzati in gruppi
più o meno folti, per giustificare una diminuzione di luce che va avanti da
oltre un secolo servirebbero circa 648 mila comete giganti di oltre 200 km di diametro, ben
organizzate nel passare di fronte alla propria stella proprio nell'ultimo secolo, tutte
sullo stesso piano orbitale. Per confronto, la cometa più grande conosciuta nel
Sistema Solare è la
Hale-Bopp, con un diametro di circa 60 km. Come se non bastasse,
la massa di tutte le 648 mila comete dovrebbe essere quasi la metà di quella
della Terra, 4 volte superiore alla massa stimata di tutti gli oggetti della
nostra fascia di Kuiper. Schaefer si chiede come sia possibile spiegare in questi
termini una diminuzione di luminosità che potrebbe andare avanti anche da ben
più di un secolo.
Ora, tutto è possibile, certo, ma l'ipotesi che al
momento era la preferita tra gli scienziati, ovvero la presenza di un folto
gruppo di comete, sembra vacillare non poco e perdere diverse posizioni. Il
problema è che non si ha la più pallida idea di quali ipotesi al momento
potrebbero guadagnare credito; su questo punto
neanche Schaefer si sbilancia.
Se la diminuzione di luce osservata da Kepler
fosse dovuta ad esempio alla presenza di un disco compatto di polveri o di
ammassi di polveri attorno alla stella, per giustificare la diminuzione della
luce in un periodo di almeno un secolo si dovrebbe aumentare la quantità di
polvere prevista attorno a KIC 8462852 tra 10 mila e 10 milioni di volte e
giustificare il motivo della sua presenza, visto che nell'ultimo
secolo sembra aver pure aumentato di densità! Di nuovo, questo è uno scenario che
attorno a una stella di classe F, ormai con una certa età, non è mai stato
osservato.
Il mistero, quindi, prosegue più forte che mai.
Non resta che darci appuntamento alla prossima puntata, perché di sicuro ci
sarà ancora molto di cui parlare di quest'oggetto unico.
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