Molte persone che vogliono approfondire i grandi temi dell'astronomia, dopo un po' mi pongono questa domanda, spaventati e di certo scoraggiati dalla situazione. La risposta è semplice: perché numeri e formule
sono il linguaggio con cui si può descrivere in modo oggettivo e non
interpretabile il comportamento dell’Universo.
La Natura stessa sembra
avere nella matematica il suo linguaggio fondamentale: niente è lasciato al
caso, tutto può essere descritto con precise regole fisiche che utilizzano la
matematica per essere espresse.
Sulla Terra, due persone
che non si conoscono, un cinese e un arabo, non si comprenderanno mai senza
conoscere almeno qualche parola delle rispettive lingue.
La matematica invece, o
meglio, i suoi principi base, sono gli stessi sulla Terra e nell'intero
Universo. Il significato di addizione, sottrazione, divisione e moltiplicazione
sono fissati dalla Natura, non dall'Uomo, il quale ha solo inventato una
nomenclatura per poterle applicare e scrivere su un foglio. I numeri primi, i
numeri divisibili per due, i numeri razionali, irrazionali e complessi, la
potenza di un numero e le radici di un'equazione sono proprietà universali, che
valgono in ogni posto dell'Universo, perché intrinseche a questo Universo.
La matematica, dunque, è il
linguaggio della Natura, attraverso il quale possiamo spiegare il suo
comportamento fondato su regole fisiche, ovvero su regole spiegabili con la
notazione matematica.
Possiamo affinare questo
concetto dicendo che nell'ambito della Natura,
intesa come Universo, la matematica rappresenta le lettere dell'alfabeto, la
fisica parole e frasi di senso compiuto con la quale si sviluppa e funziona.
Ultimo, ma non per
importanza: la matematica è molto più sintetica delle parole.
Vediamo un piccolo esempio:
siamo degli astronomi che studiano la forma delle galassie chiamate a spirale e
scopriamo con molta sorpresa che tutte hanno delle dimensioni definite;
inoltre, maggiori sono le dimensioni, maggiori sono le stelle contenute. Questa
teoria, per essere accettabile, deve quantificare con numeri le parole
espresse, le quali sono interpretabili e non forniscono dati oggettivi. Dire,
ad esempio, che tutte le spirali hanno dimensioni inferiori a 100 mila anni
luce e che le dimensioni sono proporzionali al numero di stelle contenute, è
già un buon metodo per esprimere la propria teoria perché espressa secondo
grandezze definite.
Se poi riuscissimo a
tradurre in linguaggio puramente matematico tutto questo ragionamento, la frase
precedente potrebbe essere espressa con due semplici formule che richiedono
neanche un quarto di riga: semplice, breve, oggettivo e NON interpretabile!
C’è una certa riverenza, se
non paura verso qualsiasi simbolo matematico, ma in realtà comprendere le
formule e saperle leggere in modo adeguato non è differenze dall’imparare a
comprendere una nuova lingua, oppure le note di una composizione musicale
scritte su un pentagramma. Tutti possono riuscirci senza alcun problema!
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