I neutrini
sono in assoluto le particelle più elusive e strane dell’Universo.
Queste sono
prodotte da processi di decadimento nucleare, come quello beta che porta al
decadimento del neutrone. Si tratta di particelle che interagiscono pochissimo
con la materia, tanto che il loro cammino libero medio nella materia è dell’ordine degli anni
luce, ovvero un neutrino percorre in media qualche anno luce prima di
interagire con un’altra particella: per essere più precisi, ben 18 anni luce!
Nel
piombo, uno dei materiali più densi, il libero cammino medio dei neutrini si
abbassa di un fattore 10, a circa 2 anni luce! In altre parole, per rivelare un
neutrino utilizzando un serbatoio di acqua di 1 metro cubo occorre un flusso di almeno 1017 particelle.
Il Sole,
data la vicinanza, è la più forte sorgente stabile di neutrini, molti generati
dalla prima reazione della catena protone-protone (il decadimento beta già citato):
p + p --> d + e+
+ νe
I neutrini sono particelle associate ad altre particelle chiamate leptoni, di cui l'elettrone ne è il rappresentante più famoso. All’elettrone è associato il
neutrino di tipo elettronico (νe), mentre al muone, un altro leptone, (μ-) quello di tipo muonico (νμ); alla particella Tau (τ-) quello tauonico (ντ).
Il Super-Kamiokande |
I neutrini
di tipo elettronico prodotti nel nucleo, al contrario della radiazione
elettromagnetica, riescono a uscire senza praticamente interagire con la
materia, seppur densissima, del nocciolo solare, liberandosi nello spazio e
raggiungendo anche la Terra.
Lo studio
dei neutrini è fondamentale per comprendere i processi e gli ambienti all'interno delle stelle, ma anche per capire come funziona l'Universo su grande scala e cercare di districarsi nell'enorme problema della materia oscura.
Rivelare i
neutrini non è per niente semplice, tanto che occorrono rivelatori davvero
giganteschi, come il Super-Kamiokande, in Giappone, un immenso serbatoio
contenente 50.000 tonnellate di acqua, il cui compito è di rilevare il
passaggio di neutrini quando interagiscono con le molecole d’acqua.
Con questo
apparato è stato in effetti possibile misurare il flusso di neutrini solari e
avere finalmente le prime prove a sostegno di teorie fisiche e astrofisiche
riguardanti le stelle e il loro funzionamento, nonché sulla struttura e comportamento
stesso dei neutrini.
Si può rivelare la presenza di una particella solamente quando questa interagisce con il
nostro apparato di misurazione o, in generale, con altra materia. Se non c’è
interazione non c’è misurazione, quindi non esiste rivelazione, anche se ciò
chiaramente non esclude la presenza di tali tipi di particelle.
I neutrini
sono così debolmente interagenti che solo uno ogni 10 miliardi, di quelli
che attraversano l’intero diametro terrestre, interagisce con un protone o un
neutrone, sempre attraverso l’interazione debole. Gli altri attraversano il
nostro pianeta (e noi stessi) senza sentire la presenza della materia. Si
capisce come sia estremamente difficile costruire apparati di rilevazione
efficienti.
A ogni
leptone è associato un neutrino; la differenza tra i tre “sapori” diversi (flavour
in inglese) è sostanzialmente nella massa, che secondo le recenti teorie ed
esperimenti, condotti proprio al Super-Kamiokande, è compresa tra
100.000 e 1 milione di volte inferiore a quella dell’elettrone.
Il
decadimento o la formazione di leptoni è sempre accompagnato da neutrini del
tipo leptonico interessato. Non troverete mai, ad esempio, un neutrino di tipo
muonico nel decadimento beta, nel quale viene prodotto un positrone, quindi un
neutrino di tipo elettronico. Contrariamente ai leptoni ai quali sono
associati, i neutrini sono tutti stabili, con vita media molto maggiore
dell’età dell’Universo.
Le ultime
osservazioni e conteggi dei neutrini solari suggeriscono che i tre tipi diversi
di neutrini non siano poi così indipendenti l’uno dall’altro.
La teoria
prevede che se sono dotati di massa, come si pensa, possono cambiare sapore,
trasformarsi cioè in ognuno dei tre tipi finora scoperti.
Questa
possibilità è l’unica che fornisce una spiegazione al cosiddetto e famoso
problema dei neutrini solari: solamente 1/3 dei neutrini elettronici prodotti
dal Sole sono stati effettivamente osservati e misurati; degli altri non si ha
traccia.
Si pensa
che nel loro tragitto verso la Terra (si muovono a velocità molto prossime a
quelle della luce), alcuni di essi cambino sapore, trasformandosi in neutrini
muonici o tauonici.
In
effetti, benché non si sia assistito direttamente a nessun evento di
trasformazione o meglio, di oscillazione del neutrino, la prima prova, seppure
indiretta, è stata fornita nel 1999, dal solito rivelatore Super-Kamiokande,
con il seguente esperimento.
Negli
strati superiori dell’atmosfera, l’impatto di raggi cosmici, particelle alpha
(nuclei di elio), protoni, elettroni e fotoni gamma, produce particelle tau che
a loro volta decadono in elettroni e neutrini muonici. Se si considera il
flusso di raggi cosmici costante su tutta la superficie terrestre, il numero di
neutrini muonici osservato dovrebbe essere lo stesso in ogni direzione. Ebbene,
il numero di neutrini muonici osservati provenienti dagli strati posti sopra
l’osservatore differisce dalla quantità proveniente dalla parte opposta del
globo terrestre.
Poiché i
neutrini attraversano la Terra praticamente senza interagire, non si spiega in
alcun modo questa differente popolazione, se non con il fatto che durante il
maggior tragitto effettuato da quelli provenienti dalla parte opposta del
globo alcuni abbiano oscillato, cambiando in questo modo tipo (o sapore).
Ultimo, ma
non per importanza, dato l’altissimo numero di neutrini presenti nell’Universo
e prodotti dalle stelle, la misurazione esatta della loro massa potrebbe dare
una mano concreta al conteggio della materia dell’Universo e a definire meglio
quale teoria cosmologica descrive meglio la passata, l’attuale e la futura
storia, forma e sorte dell’Universo.
A prescindere dai problemi fisici e astrofisici che questi sfuggenti abitanti dell'Universo stanno creando agli scienziati di mezzo mondo, fermiamoci un attimo per riposarci dopo la fatica fatta per leggere questo post, apriamo una delle nostre mani e voltiamo il palmo verso il cielo. In appena un secondo, un centimetro quadrato del palmo della nostra mano è attraversato da circa 65 miliardi di neutrini solari, ognuno dei quali lo supera come se non esistesse. Siamo costantemente bombardati da miliardi e miliardi di piccolissime particelle per le quali siamo del tutto invisibili, non solo noi, ma i nostri vestiti, le nostre case, persino il nostro intero pianeta, che è ciò che più si allontana dalla definizione di corpo trasparente. Eppure questa è la Natura; questa è la realtà, che è ben più estesa, complicata, sorprendente e affascinante di quel minuscolo spicchio che riusciamo a percepire con i nostri sensi.
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