Una delle attività nelle quali sono maggiormente impegnato in questi ultimi mesi riguarda la ripresa in alta risoluzione della fotosfera solare e delle eventuali macchie, in luce visibile.
Qualcuno forse avrà sentito nominare speciali telescopi solari che permettono di osservare le protuberanze e la cromosfera, centrati sulla riga H-alpha dell'idrogeno. Sebbene portino a risultati spettacolari, questi strumenti costano tantissimo, così ho deciso di adottare la soluzione più economica possibile: utilizzare un normale filtro solare da applicare al mio telescopio.
La scelta è ricaduta su una sottile pellicola chiamata astrosolar; per il mio scopo ho acquistato quello di densità fotografica, che lascia passare maggiore luce ed ha una qualità ottica migliore. Naturalmente NON va bene per osservare il Sole, ma solo per fare foto; non metteteci mai l'occhio, solamente il sensore di ripresa.
Con la modica spesa di 70 euro ho applicato il filtro solare al mio telescopio da 35 centimetri ed ho cominciato l'avventura solare, a discapito di molte leggende metropolitane che affermano l'inutilità di grandi diametri nell'osservazione della nostra stella.
Il diametro vince sempre, anche di giorno.
Con questa risoluzione il Sole diventa uno spettacolo unico: oltre alle macchie solari, zone in cui la temperatura è oltre 1000° inferiore rispetto a quella media, è visibile una trama, detta granulazione.
La granulazione è formata da sacche di gas dal diametro tipico di 2000 km che risalgono dalle profondità fino in superficie e lentamente si raffreddano.
Le dimensioni angolari tipiche di queste sacche di gas sono dell'ordine di 2". Tra i singoli grani è presente una rete più scura, detta spazio intergranulare: in queste zone la temperatura è più bassa di quella dei grani di circa 400°. Le dimensioni di queste sottili linee sono intorno a 0,3-0,4" (secondi d'arco)
Non voglio annoiarvi con altre nozioni sul Sole, ci sarà tempo per tutto; piuttosto godetevi questa immagine.
La versione a risoluzione piena è visibile qui
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