Questo post è estratto dal mio libro La straordinaria bellezza dell'Universo
L’immensa atmosfera di Giove è la più caotica e attiva del Sistema Solare. Eppure, a 800 milioni di chilometri dal Sole, l’energia che riceve è 25 volte inferiore di quella che sulla Terra genera venti e tempeste. Il gigante gassoso custodisce un segreto: produce una grande quantità di energia ed è questa che mantiene così attiva la sua circolazione. Non si tratta dell’energia delle stelle, ma di una più banale esperienza che tutti coloro che hanno studiato fisica al liceo hanno fatto, almeno sulla carta: quando si comprime un gas questo si scalda, emettendo quindi energia sotto forma di calore. È la stessa fonte di energia che gli astronomi del diciannovesimo secolo avevano ipotizzato per il Sole; solo che questa volta funziona davvero.
L’immensa atmosfera di Giove è la più caotica e attiva del Sistema Solare. Eppure, a 800 milioni di chilometri dal Sole, l’energia che riceve è 25 volte inferiore di quella che sulla Terra genera venti e tempeste. Il gigante gassoso custodisce un segreto: produce una grande quantità di energia ed è questa che mantiene così attiva la sua circolazione. Non si tratta dell’energia delle stelle, ma di una più banale esperienza che tutti coloro che hanno studiato fisica al liceo hanno fatto, almeno sulla carta: quando si comprime un gas questo si scalda, emettendo quindi energia sotto forma di calore. È la stessa fonte di energia che gli astronomi del diciannovesimo secolo avevano ipotizzato per il Sole; solo che questa volta funziona davvero.
La grande macchia rossa fotografata dalla sonda Juno |
Immaginiamo
di avere una palla di gas da 140 mila chilometri di diametro e di comprimerla
grazie alla sua stessa gravità, molto più intensa di quella terrestre.
L’energia rilasciata può essere sufficiente per alimentare un irrequieto motore
fatto di nubi a una temperatura di -120°C e composte da tutti quegli elementi
che insieme rappresentano appena il 2% della massa del pianeta: acqua,
ammoniaca, metano e zolfo, in cristalli di ghiaccio o in goccioline. Sono
questi rarissimi composti a dipingere tutti questi straordinari colori che
possiamo osservare in quella che senza dubbio è l’atmosfera più bella di tutto
il Sistema Solare.
Se
potessimo orbitare attorno a Giove alla stessa quota della Stazione Spaziale
Internazionale qui sulla Terra, a 400 km dalla sommità delle nubi, capiremmo
quanto è grande. A quella distanza avremmo la terribile impressione di stare
per essere inghiottiti dalle sue nubi minacciose e dalle sconvolgenti tempeste.
Non riusciremmo ad apprezzare la curvatura del pianeta e ci sembrerà di
percorrere le acque agitate che sovrastano la porta degli inferi. Quando
sorvoleremo la grande macchia rossa, la sua imponente forma occuperà metà
esatta del nostro cielo e si staglierà da un orizzonte all’altro, senza vederne
la fine. È questo il ciclone più imponente e duraturo del Sistema Solare, un
immenso turbinio di nuvole lungo due volte la Terra, largo una e che imperversa
da almeno 400 anni. Non c’è stato un momento della nostra storia in cui abbiamo
visto Giove al telescopio privo della sua caratteristica più spettacolare. Sarà
silenzioso ma spaventoso, al punto che la nostra mente si convincerà di sentire
l’impossibile frastuono di quei venti a 500 km/h che sferzano ogni cosa che
incontrano e il rumore assordante di fulmini migliaia di volte più potenti di
quelli terrestri.
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