Per molti
esseri umani la Terra
rappresenta tutto il loro, personalissimo, universo. Ti stupiresti nello
scoprire quante persone, così impegnate nella scelta dei vestiti, dei locali e
nella moda del consumismo, di cui, un giorno, ti spiegherò il significato se
mai dovessi riuscire a scoprirlo, ignorino completamente cosa ci sia poco sopra
le loro teste, che cosa sia davvero l’Universo e quale la loro reale,
insignificante, importanza.
Tutto il nostro mondo in due pixel. Ecco qual è la realtà |
Se questo
pianeta lo sentiamo così enorme, al punto che non riusciamo neanche a capire
che in realtà non è piatto, come potrebbe sembrare, ma una sfera quasi perfetta,
è semplicemente perché siamo talmente piccoli da non riuscire a vedere
chiaramente, a volte, neanche quello che si mostra di continuo sotto i nostri
occhi.
Per
completare un giro attorno alla Terra, e ritrovarsi esattamente nel punto di
partenza, ti servirà un aereo potente, con abbastanza carburante per compiere i
40.000 km
necessari. Viaggiando a circa 800
km/h, una velocità molto più elevata di qualsiasi
automobile, impiegheresti 50 ore esatte per chiudere il cerchio.
Se
decidessi di provare a fare il giro del mondo a piedi, trovando il modo di
camminare sul 70% della superficie, nonostante sia piena d’acqua, ci vorranno
mesi, forse anni, per tornare al punto di partenza.
Nessuna
persona vive così a lungo da riuscire a vedere in una vita intera tutto il
pianeta, neanche limitandosi al 30% di terre emerse.
Ora,
invece, immagina di essere a bordo di un raggio di luce, che per qualche strano
motivo riesce a portarti con sé nel proprio viaggio attraverso il Cosmo. Aggrappati
bene alle sue comode spalle e lasciati trasportare dall’incredibile velocità.
Poco più
di un secondo, neanche il tempo di capire cosa stia succedendo, e ti vedi
sfrecciare alla tua destra la Luna. Ti
servirà un altro secondo per voltarti a vedere dove sia finita la Terra, stendere rapidamente
il braccio, e capire che quella sterminata distesa di acqua e vita, ora, è una
biglia sempre più piccola adagiata sulla tua mano.
Sono
passati quindici secondi ed è sufficiente il mignolo per coprire quella
capocchia di chiodo azzurra. Neanche un quarto d’ora di viaggio su questo
raggio di luce, e acqua e suolo si fondono in punto infinitesimo molto più
luminoso di qualsiasi stella; vicino un altro punto che ricorda vagamente, dal
colore, la Luna. Di
fronte Marte saluta fugacemente per ricordarti che sei, forse, a poco più di 60
milioni di chilometri da casa. Un’ora di
viaggio, e mentre Saturno mostra quegli incredibili e perfetti anelli, la Terra e la fidata compagna, la Luna, sono ormai un unico spillo
indistinto investito dalla vicina luce solare.
Il tempo che
qualche uomo d’affari impiega per volare da Roma a New York e tu sei a oltre 10
miliardi di chilometri. Il Sole s’è fatto piccolissimo e molto più debole; la Terra… beh, la potrai vedere
solamente se ti sarai portato almeno un binocolo. Ma devo essere sincero, non
ti servirà a molto, perché tra qualche ora non riuscirai più a vederla neanche
con un telescopio.
Un giorno
di viaggio, il tempo richiesto per volare in Australia, e sei già circondato da
un cielo nero come la pece, privo di pianeti, con il Sole che sembra aver preso
il posto di Venere dei cieli terrestri. Credi di essere in chissà quale parte
sperduta dello spazio, ma in realtà hai appena girato l’angolo di via del Sistema
Solare, più che una via un piccolo e stretto vicolo di una grande megalopoli.
Le altre
stelle non sembrano essersi spostate di un millimetro; possibile? Sì, perché
solamente per giungere alla più vicina ti serviranno oltre 4 anni di viaggio, e
almeno la metà per riuscire a notare, ben più lento del cammino del Sole
durante un’assolata giornata terrestre, lo spostamento delle più vicine causato
dalla tua enorme velocità.
Non ci
sarà molto da fare; avrai tempo per pensare che vite, urla, guerre, voci, ma
anche sogni, speranze, grandi imprese, di cui sono capaci gli esseri umani, nonché
tutto quello che hai visto fino al momento di partire, sono così lontani che si
perdono in un punto visibile solamente con telescopi molto, molto più potenti
di quelli che su quel pianeta chiamato Terra scrutano la vastità del Cosmo.
Avrai
molto da pensare, ma anche dopo 1000 vite avrai esplorato solamente una parte
su 200.000 dell’Universo che possiamo osservare. Avrai modo, forse, anche di
sentire il peso della consapevolezza di qualcosa molto più grande di noi; qualcosa
che fa star male, a volte, quando qualcuno, non molti, intraprende
nell’immaginazione il tuo stesso viaggio.
Devi
partire.
Riuscirai
a vedere molto più chiaro il significato di certe azioni dei tuoi simili;
capirai quali sono le vere priorità della vita, forse troverai e capirai la
vera Vita, e sicuramente imparerai ad apprezzare e sfruttare molto meglio il
tempo a tua disposizione.
Poi ti
sentirai piccolo e insignificante, e realizzerai che una formica, anche se
regina del suo folto popolo, non potrà fare nulla contro un elefante, che da
quell’altezza neanche vedrà quegli indisciplinati puntini che fanno tanto
baccano, ma non comprendono che le loro urla non si alzeranno mai per più di
pochi centimetri dal suolo. E stai pur certo che quell’elefante continuerà la
sua esistenza con o senza la regina e il suo piccolo popolo, perché per lui, da
quell’altezza, nulla cambierebbe se non esistessero.
Non andare
troppo lontano; magari un giorno torna su questo pianeta e mostra come sarebbe
bello e utile se molti altri riuscissero ad aggrapparsi alle spalle di un
raggio di luce.
Non c’è bisogno di spaventarli con il buio e il
freddo del Cosmo. Quell’esperienza non tutti possono sopportarla; giusto un
giro dell’angolo per
"Non c’è bisogno di spaventarli con il buio e il freddo del Cosmo. Quell’esperienza non tutti possono sopportarla; giusto un giro dell’angolo per" .... come finisce?
RispondiEliminaComunque grazie per il tuo blog, me lo sto gustando a partire dai post più vecchi. Sei un ottimo divulgatore scientifico!