Le fasi della partenza delle astronavi a bordo di potentissimi razzi sono
sicuramente le più delicate e violente di tutta la missione. Il calore
sviluppato dai giganteschi motori è così grande che potrebbe fondere il metallo
di cui è fatta la piattaforma. Ma il nemico principale è il rumore, capace di
frantumare finestre e creare danni a edifici e persone, fino a una distanza di
oltre dieci chilometri dalla rampa di lancio.
Il decollo dello Shuttle |
Ne sanno qualcosa alcuni tecnici di una stazione televisiva che nel 1967 si sono
ritrovati con finestre frantumate e pannelli del soffitto caduti a seguito del
primo volo dell’enorme razzo lunare Saturn V, nonostante una distanza di oltre 6 chilometri. Dopo
quest’avventura i tecnici della NASA pensarono bene di dotare la rampa di
lancio di un sistema che attenuasse il rumore e i danni prodotti.
L’iniezione di grandi quantità d’acqua nei pochi secondi della partenza è
più che sufficiente per rendere sopportabili rumore e vibrazioni ed evitare il
surriscaldamento della piattaforma.
Quando i razzi si accendono vaporizzano istantaneamente l’acqua, che poi
condensa e forma delle vere e proprie nubi estremamente dense.
Più grande è la potenza dei razzi, maggiore la quantità d’acqua
utilizzata, quindi più imponente sarà la nuvola di vapore che si alzerà.
Ad alimentare la nube di vapore ci pensano anche gli scarichi dei razzi.
Spesso il carburante utilizzato è idrogeno e ossigeno, il cui materiale di
scarto è proprio vapore acqueo puro. Anche nei razzi che utilizzano carburanti diversi il prodotto principale
è il vapore acqueo, sebbene accompagnato da altre sostanze, decisamente inquinanti.
Nonostante gli accorgimenti, la partenza di un razzo è ancora qualcosa di
spaventoso.
Peccato che gli Shuttle non volino più… Sarebbe stato spettacolare assistere alla straordinaria
partenza dell’unica astronave riutilizzabile mai progettata dall’uomo.
La scena sarebbe stata incredibile. Per lunghi secondi si sarebbe visto
decollare lo Shuttle con la lunghissima scia di fuoco ai suoi piedi, senza
sentire alcun suono. Poi sarebbe arrivato, dopo più di un minuto, il rumore assordante della
partenza, con la navicella ormai a diversi chlometri dal suolo. Un
rumore così forte e strano che spaventava molte persone e faceva tremare la
terra, reso surreale e improvviso dal ritardo con cui arrivava alle orecchie
rispetto alla luce. Eppure, in tutto questo caos trovavo qualcosa di terribilmente
affascinante, perché quell’astronave in pochi minuti arrivava nello spazio,
così vicino eppure tanto difficile da raggiungere.
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