Allora, a quasi un mese di distanza dalla pubblicazione dell'articolo in cui si mostrava lo strano comportamento di questa stella, in apparenza normale, e se ne cercavano delle possibili spiegazioni, nulla in realtà è cambiato dal punto di vista delle nostre conoscenze, ma la fantasia ha corso invece più veloce della luce.
KIC 8462852 è stata scoperta dal telescopio Kepler |
E' indubbio, però, che la stella abbia attratto l'attenzione di gran parte della comunità scientifica per il suo comportamento bizzarro e in apparenza unico tra le decine di migliaia di stelle analizzate a fondo negli ultimi anni dagli astronomi di mezzo mondo. Bisogna però stare attenti a non considerare l'eccitazione della comunità scientifica per qualcosa di incredibile come una megastruttura aliena. Gli astronomi e tutti gli scienziati, infatti, proprio perché animati da un grande spirito di conoscenza, vengono attratti da tutto ciò che mostra comportamenti non conosciuti, soprattutto se riguarda astri che si pensava di conoscere molto bene come le stelle. Ecco spiegato il motivo per cui c'è una vera e propria corsa a chi capirà per primo cosa succede a KIC 8462852 (e aggiudicarsi anche fama e denaro, siamo pur sempre esseri umani!). L'ipotesi della megastruttura aliena resta ancora l'ultima, remota possibilità, una specie di ancora di salvezza per spiegare un fenomeno qualora tutte le ragionevoli ipotesi "naturali" fallissero.
Come impone il metodo scientifico, nessuna ipotesi deve essere esclusa se non ci sono ancora elementi oggettivi per farlo, così ogni astronomo cerca di dare il proprio contributo in base al campo di indagine che meglio conosce. Ecco allora che coloro i quali lavorano da decine di anni al progetto SETI, senza aver mai trovato nulla, sono moralmente obbligati a considerare l'ipotesi di civiltà aliena perché è quella che meglio si sposa con l'obiettivo delle proprie ricerche e con le proprietà dei propri strumenti (i radiotelescopi sono ottimi per trovare eventuali trasmissioni radio ma sono pessimi, ad esempio, per cercare pianeti!). Coloro che dispongono di grossi telescopi stanno cercando di capire se intorno alla stella ci sia un sistema planetario e magari un corpo celeste maturo e adatto per ospitare eventuali forme di vita. E' infatti molto utile ricordare che attorno a questa stella ancora non sappiamo nemmeno se ci siano pianeti simili alla Terra, quindi in grado di ospitare forme di vita, figuriamoci quindi se possiamo al momento confermare la presenza di un manufatto gigantesco costruito da una civiltà avanzatissima per catturare l'energia della propria stella.
Le indagini quindi stanno procedendo. Il SETI sta cercando di ascoltare, tutti gli altri stanno cercando di osservare, sia la stella che eventuali pianeti, magari a diverse lunghezze d'onda per capire le proprietà del corpo o dei corpi che ne occultano la luce a intervalli irregolari. In questo sforzo collettivo, che sa un po' di collaborazione ma tanto di concorrenza agguerrita nel cercare di arrivare per primi a una spiegazione plausibile di cosa stia succedendo a KIC 8462852, si stanno percorrendo tutte le strade e si pensa, o si spera, che presto se ne verrà a capo.
Al momento l'ipotesi più plausibile riguarda la presenza di un folto gruppo di comete (esocomete) disturbate dal passaggio ravvicinato di una stella in tempi recenti (migliaia o milioni di anni). La stella vicina sembra già esserci; pianeti e/o qualsiasi altra cosa che indichi la presenza di strutture aliene, al di là della fervida fantasia di chi ha proposto questa vera e propria speculazione, no.
I primi dati del SETI sono già arrivati e come volevasi dimostrare non sono favorevoli alla bizzarra ipotesi di struttura aliena. Le antenne che cercano di captare eventuali segnali radio, infatti, non hanno ricevuto segnali artificiali (qui l'articolo originale). Questa non è di per sé una prova ancora definitiva per escludere del tutto l'ipotesi artificiale come spiegazione del comportamento della luce stellare, ma di certo non depone a suo favore e indirizza ancora di più energie e risorse verso altri studi, di certo più prolifici ed efficaci.
Tra poco ne sapremo di più, ma intanto impariamo una cosa fondamentale che ci insegna la scienza e che si rivelerebbe molto utile anche nella nostra vita: bisogna avere pazienza e non parlare prima di avere un quadro completo della situazione. Gran parte della scienza si fa in silenzio, perché per poter parlare 10 minuti in una conferenza stampa senza dire enormi cavolate occorrono spesso mesi, anni, di duro e silenzioso lavoro.
La realtà è sempre molto complessa e apprezza molto la calma e la pazienza.
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