Dettaglio di una porzione del polo sud di Encelado |
L'acqua che viene proiettata nello spazio congela all'istante, formando una tenue foschia di minuscoli cristalli di ghiaccio, sporcati dalla sabbia e dalle rocce del fondale oceanico. Senza quindi dover scavare profondi, quanto improbabili, buchi di decine di chilometri per capire quali siano le condizioni di quell'oscuro oceano d'acqua, il modo migliore per studiarne le proprietà è far passare a decine di migliaia di chilometri l'ora un'astronave in mezzo a queste nuvole di detriti. Questo è quello che, con una buona dose di coraggio, hanno deciso di fare i tecnici di missione all'impavida Cassini, giunta quasi alla fine della propria vita operativa.
A soli 49 km dalla superficie, Cassini si è tuffata nei suoi geyser |
Gli imponenti geyser di Encelado |
Non sappiamo cosa ci sia sotto la spessa crosta ghiacciata, ma questi geyser sono delle vere e proprie porte per capire se effettivamente questo satellite al suo interno possa ospitare forme di vita, protette dagli impervi ambienti dello spazio vuoto e riscaldate dall'abbraccio gravitazionale di Saturno. E' proprio la sua enorme massa a fornire l'energia all'interno di Encelado per mantenere, si pensa da miliardi di anni, un ambiente caldo e stabile di acqua liquida, riscaldata fino ad alte temperature da sorgenti idrotermali del tutto simili a quelle che sulla Terra ospitano la vita da oltre 3,5 miliardi di anni, ben prima che conquistasse la superficie.
Nell'attesa delle analisi, godiamoci le spettacolari immagini del satellite e ammiriamo una mappa dei suoi poli, dalla quale si può già intravedere che nei pressi del polo sud le spaccature della crosta lasciano affiorare un materiale solido dal colore azzurro, quasi cristallino, molto simile al ghiaccio puro che qui sulla Terra si forma dagli specchi d'acqua più puliti e freddi.
Mappa in alta risoluzione delle regioni polari |
Per saperne di più: http://www.nasa.gov/feature/jpl/saturns-geyser-moon-shines-in-close-flyby-views
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