Questo sottile velo luminoso si rende meglio visibile vicino all'orizzonte come una luce verdastra, spesso frastagliata, simile a quella delle aurore polari, ma molto, molto più debole.
Riguardando le mie immagini dell'Australia mi sono accorto di averlo ripreso casualmente una sera e di averlo poi ben osservato la sera prima dell'eclisse, quando il cielo appariva inspiegabilmente lattiginoso pur non avendo alcuna fonte di luce nel raggio di centinaia di chilometri.
L'airglow ripreso dall'Australia |
Il meccanismo che accende l'alta atmosfera è sostanzialmente lo stesso responsabile delle aurore: l'aria, a circa 100 km di altezza, emette luce quando le molecole e gli atomi di cui è composta si ricombinano insieme dopo essere stati allontanati da urti con raggi cosmici e con la stessa luce UV del Sole durante il giorno.
Dallo spazio vicino alla Terra, in particolare dalla privilegiata posizione degli astronauti a bordo della stazione spaziale internazionale, l'airglow è evidentissimo se si osserva lungo la linea dell'orizzonte terrestre, come un tenue e uniforme arco verdastro.
Airglow sopra l'Italia ripreso dalla ISS |
La naturale emissione dell'alta atmosfera della Terra è il motivo per cui il cielo notturno, anche se osservato lontanissimo da qualsiasi luce artificiale, non è perfettamente nero come invece lo sarebbe se visto dallo spazio. Ed è proprio questo il motivo per cui il telescopio spaziale Hubble, benché abbia uno specchio di 2,4 metri di diametro, ottiene immagini più profonde dei mastodontici colleghi terrestri di 8 e più metri di diametro.
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