Il Sole, come tutte le stelle,
brilla di una luce estremamente intensa. Come molti altri suoi colleghi, questa
immensa energia sarà disponibile per diversi miliardi di anni.
Ma da dove proviene?
In Natura l’energia non si crea dal
nulla, ma si può solo trasformare. La luce che possiamo osservare del Sole,
deve quindi provenire da qualche processo che attinge ad una quantità enorme di
energia.
Per molto tempo la fonte di energia
delle stelle è stata uno dei più grandi misteri dell’astronomia, mettendo alla
prova la pazienza e la mente di generazioni di scienziati.
Nel diciannovesimo secolo, alcuni
astronomi ipotizzarono che l’energia derivava direttamente dal processo di
contrazione gravitazionale. Quando un gas si comprime si scalda ed emette luce,
quindi perché le stelle non potrebbero emettere la stessa energia mano a mano
che si comprimono?
Calcoli alla mano, altri astronomi
dimostrarono che questa fonte di energia avrebbe potuto essere sufficiente per
non più di qualche milione di anni, una decina al massimo.
Com’è possibile, allora, che ci
siano stelle molto, molto più vecchie?
La risposta, quindi, è sbagliata;
c’è qualche altro meccanismo che fa brillare le stelle e le mantiene in vita
contro la loro stessa forza di gravità che tenderebbe a farle implodere.
L’energia
prodotta, e successivamente emessa sottoforma di radiazione elettromagnetica,
si origina dal processo di fusione nucleare, che si sviluppa nella zona
centrale del Sole (non oltre un raggio del 10% rispetto al totale),
relativamente facile da comprendere.
L’idrogeno,
che è l’elemento principale, al centro si trova in forma ionizzata, ovvero
privo del suo unico elettrone. L’atomo di idrogeno privato dell’elettrone si
riduce ad una singola particella: il protone, di carica positiva.
A causa
della forza elettromagnetica, due particelle della stessa carica si respingono in
modo maggiore quanto minore è la loro distanza, proprio come succede anche per
due calamite quando vengono avvicinate secondo due poli dello stesso segno.
Al centro
del Sole, tuttavia, la temperatura è così elevata che gli urti tra protoni sono
estremamente energetici. Basti pensare che la forza con cui si avvicinano due
particelle di questo tipo è simile a quella che eserciterebbe una montagna se
si trovasse sulle nostre spalle. Questa enorme forza alla quale tutti i protoni
del nucleo sono sottoposti riesce a farli avvicinare gli uni agli altri fino
alla distanza critica di un milionesimo di
miliardesimo di metro!
Questa
distanza è estremamente importante per il funzionamento stesso dell’Universo.
Quando due
protoni si trovano entro questo raggio, la repulsione elettromagnetica cessa di
colpo e cede il posto ad un nuovo tipo di interazione, chiamato forza forte.
La forza
forte è attrattiva e ben 100 volte più intensa della repulsione
elettromagnetica.
Le particelle,
che fino a quel momento cercavano di allontanarsi in tutti i modi respingendosi
con una forza mostruosa, ad un certo punto si fondono unite da una potentissima
colla.
In realtà
le cose sono un po’ più complesse, al punto da richiedere qualche nozione di
meccanica quantistica, ma noi ci accontentiamo di sapere che se la temperatura
è molto alta, le particelle possiedono così tanta energia che possono vincere
la repulsione elettromagnetica ed essere poi fuse dalla forza forte. Quando
questo accade, si forma una nuova specie atomica (un nuovo elemento).
Ma com’è
possibile che questo processo produca energia?
Se con
una bilancia immaginaria pesassimo questo nuovo elemento e lo confrontassimo
con il peso delle particelle di cui è composto quando si trovano libere,
noteremmo una differenza piccola, ma fondamentale. Dalla fusione di due nuclei
di idrogeno si forma un nucleo di elio che possiede una massa inferiore dello
0,7% rispetto alla somma delle masse delle particelle di cui è composto.
La massa
mancante si è trasformata in energia, secondo la famosissima relazione di Einstein: E=mc^2. È questa energia, liberata sottoforma di raggi gamma,
quella che consente a tutte le stelle dell’Universo di brillare, quindi di
esistere.
Il ciclo
di reazioni più importante che permette al Sole e alle altre stelle di
splendere per molto tempo è chiamato catena protone-protone.
Nella
catena protone-protone vi sono coinvolti 4 nuclei di idrogeno che portano alla
formazione di un nucleo di elio 4, formato da 2 protoni e 2 neutroni.
L’energia
prodotta in questo modo è spaventosamente alta; basti pensare che un grammo di
atomi di idrogeno fondendosi produce la stessa quantità di energia che si
ricava bruciando 11 tonnellate(!) di carbone.
Nel Sole
ogni secondo viene prodotta un’energia spaventosa, pari a 0,38 miliardi di miliardi di miliardi di Watt!
In un
anno l’energia generata è quindi miliardi di volte la produzione dell’intero genere umano
in tutta la sua storia.
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