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Il passaggio della ISS nei pressi della costellazione di Orione |
Blog di Daniele Gasparri, astrofisico e divulgatore scientifico. Cerca i miei libri su amazon.it
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lunedì 22 febbraio 2016
Quel punto luminoso sopra le nostre teste
giovedì 15 ottobre 2015
Quanto è grande la ISS? Ed è possibile osservarla al telescopio?
La stazione spaziale
internazionale (ISS) è il manufatto più grande che sia mai stato collocato nello
spazio.
Nata nel 1998 dalla
collaborazione di tutte le più grandi agenzie spaziali dell’epoca, attualmente
è un gigante più grande di un campo da calcio, con una lunghezza di oltre 110
metri e un volume abitabile pari a 837 metri cubi, equivalente a quello di un appartamento
di oltre 300 metri quadrati, con il vantaggio che in assenza di gravità si può
occupare anche il soffitto!
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La ISS fotografata con un piccolo telescopio inseguendo a mano |
Quando passa sopra i nostri
cieli e si rende visibile perché illuminata dal Sole, la ISS ci regala uno
spettacolo magnifico, diventando luminosa quanto il pianeta Venere, oltre 5
volte più intensa della stella più brillante del cielo, Sirio.
I suoi passaggi sono
caratterizzati da una luce tendente al giallo, che cambia lentamente
d’intensità nel corso del tempo (la luce è quella riflessa dal Sole). Visibilmente più veloce di qualsiasi aereo di
linea, impiega poco più di tre minuti per attraversare il cielo da un orizzonte
all’altro.
Le dimensioni della ISS
sono così generose che se riuscissimo a osservarla con un telescopio la sua
forma sarebbe evidente e spettacolare. Si possono osservare distintamente i
pannelli solari più scuri, i diversi moduli che formano la struttura, le
navette attraccate (se ve ne sono). Un astronomo dilettante ha persino
fotografato la sagoma di un astronauta durante una passeggiata spaziale!
Le osservazioni sono però
rese molto difficoltose dal grande movimento nel cielo. Qualche costoso telescopio
computerizzato è in grado di seguirne il percorso. In alternativa,
meglio attrezzarsi con un buon binocolo e ammirare, seppur piccola, una delle
più imponenti meraviglie dell’intelligenza umana; un piccolo paese fluttuante
nello spazio che si muove a decine di migliaia di chilometri l’ora sopra le
nostre teste, che non possono far atro che sollevarsi per qualche secondo e
accompagnare ammaliate ed emozionate il meraviglioso spettacolo della scienza.
sabato 21 giugno 2014
Che cos'è l'airglow?
Da cieli perfettamente scuri, oltre alla luce
zodiacale e tantissime stelle, è osservabile anche la debole luminosità
della nostra atmosfera, chiamata airglow.
Questo sottile velo luminoso si rende meglio visibile vicino all'orizzonte come una luce verdastra, spesso frastagliata, simile a quella delle aurore polari, ma molto, molto più debole.
Riguardando le mie immagini dell'Australia mi sono accorto di averlo ripreso casualmente una sera e di averlo poi ben osservato la sera prima dell'eclisse, quando il cielo appariva inspiegabilmente lattiginoso pur non avendo alcuna fonte di luce nel raggio di centinaia di chilometri.
Contrariamente alle aurore, l'airglow è osservabile da qualsiasi luogo della superficie terrestre, in ogni periodo dell'anno, anche se statisticamente alcune stagioni, come l'autunno e la primavera, sembrano essere più avvantaggiate.
Il meccanismo che accende l'alta atmosfera è sostanzialmente lo stesso responsabile delle aurore: l'aria, a circa 100 km di altezza, emette luce quando le molecole e gli atomi di cui è composta si ricombinano insieme dopo essere stati allontanati da urti con raggi cosmici e con la stessa luce UV del Sole durante il giorno.
Dallo spazio vicino alla Terra, in particolare dalla privilegiata posizione degli astronauti a bordo della stazione spaziale internazionale, l'airglow è evidentissimo se si osserva lungo la linea dell'orizzonte terrestre, come un tenue e uniforme arco verdastro.
La naturale emissione dell'alta atmosfera della Terra è il motivo per cui il cielo notturno, anche se osservato lontanissimo da qualsiasi luce artificiale, non è perfettamente nero come invece lo sarebbe se visto dallo spazio. Ed è proprio questo il motivo per cui il telescopio spaziale Hubble, benché abbia uno specchio di 2,4 metri di diametro, ottiene immagini più profonde dei mastodontici colleghi terrestri di 8 e più metri di diametro.
Questo sottile velo luminoso si rende meglio visibile vicino all'orizzonte come una luce verdastra, spesso frastagliata, simile a quella delle aurore polari, ma molto, molto più debole.
Riguardando le mie immagini dell'Australia mi sono accorto di averlo ripreso casualmente una sera e di averlo poi ben osservato la sera prima dell'eclisse, quando il cielo appariva inspiegabilmente lattiginoso pur non avendo alcuna fonte di luce nel raggio di centinaia di chilometri.
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L'airglow ripreso dall'Australia |
Il meccanismo che accende l'alta atmosfera è sostanzialmente lo stesso responsabile delle aurore: l'aria, a circa 100 km di altezza, emette luce quando le molecole e gli atomi di cui è composta si ricombinano insieme dopo essere stati allontanati da urti con raggi cosmici e con la stessa luce UV del Sole durante il giorno.
Dallo spazio vicino alla Terra, in particolare dalla privilegiata posizione degli astronauti a bordo della stazione spaziale internazionale, l'airglow è evidentissimo se si osserva lungo la linea dell'orizzonte terrestre, come un tenue e uniforme arco verdastro.
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Airglow sopra l'Italia ripreso dalla ISS |
La naturale emissione dell'alta atmosfera della Terra è il motivo per cui il cielo notturno, anche se osservato lontanissimo da qualsiasi luce artificiale, non è perfettamente nero come invece lo sarebbe se visto dallo spazio. Ed è proprio questo il motivo per cui il telescopio spaziale Hubble, benché abbia uno specchio di 2,4 metri di diametro, ottiene immagini più profonde dei mastodontici colleghi terrestri di 8 e più metri di diametro.
martedì 28 febbraio 2012
La Terra di notte vista dalla ISS
Continua la serie di video time-lapse ripresi dagli astronauti a bordo della stazione spaziale internazionale (ISS) che mostrano da un punto di vista unico la bellezza del nostro pianeta.
Da quasi 400 km di altezza e con una velocità di circa 27000 km/h, gli astronauti che abitano la stazione spaziale possono assistere in un giorno a circa 16 tramonti ed altrettante albe.
Ma non solo: spettacolari aurore polari, le luci delle grandi città ben visibili (purtroppo) anche dallo spazio, addirittura i fulmini dei numerosi temporali che ogni giorno imperversano in molte aree del pianeta.
Ogni descrizione sarebbe superflua perché assolutamente inadatta nel raccontare le emozioni che si possono provare.
In attesa di aver anche noi (difficile) una chance per vedere la Terra dallo spazio, accontentiamoci di uno dei video più spettacolari mai ripresi.
Ad un certo punto dall'orizzonte compare in tutta la sua bellezza anche l'Italia, completamente sgombra da nubi. Sapete riconoscerla?
Un aiuto: è forse il territorio con la più alta concentrazione di luci di tutto il mondo.
Buona visione e buone emozioni!
Consiglio caldamente di guardarlo a risoluzione piena e schermo intero, cliccando qui
Da quasi 400 km di altezza e con una velocità di circa 27000 km/h, gli astronauti che abitano la stazione spaziale possono assistere in un giorno a circa 16 tramonti ed altrettante albe.
Ma non solo: spettacolari aurore polari, le luci delle grandi città ben visibili (purtroppo) anche dallo spazio, addirittura i fulmini dei numerosi temporali che ogni giorno imperversano in molte aree del pianeta.
Ogni descrizione sarebbe superflua perché assolutamente inadatta nel raccontare le emozioni che si possono provare.
In attesa di aver anche noi (difficile) una chance per vedere la Terra dallo spazio, accontentiamoci di uno dei video più spettacolari mai ripresi.
Ad un certo punto dall'orizzonte compare in tutta la sua bellezza anche l'Italia, completamente sgombra da nubi. Sapete riconoscerla?
Un aiuto: è forse il territorio con la più alta concentrazione di luci di tutto il mondo.
Buona visione e buone emozioni!
Consiglio caldamente di guardarlo a risoluzione piena e schermo intero, cliccando qui
mercoledì 23 novembre 2011
Pericolo collisione per la stazione spaziale [aggiornato]
Un allarme collisione è stato lanciato a bordo della stazione spaziale internazionale alle 20:06 locali del 22 Novembre a seguito dell'individuazione di un piccolo detrito spaziale in avvicinamento e addirittura probabile rotta di collisione nella mattinata di oggi, 23 Novembre.
Il detrito spaziale misura circa 10 centimetri e si pensa essere parte dei resti di un satellite meteorologico cinese disintegratosi nel 2007. Le dimensioni possono apparire esigue, ma viste le grandi velocità relative, superiori a qualche decina di migliaia di chilometri l'ora, anche un piccolo pezzo metallico potrebbe trasformarsi in un pericolosissimo proiettile.
Non si sa se l'oggetto colliderà con la stazione spaziale, presumubilmente no, ma sicuramente gli passerà vicino, tanto da aver fatto scattare, per la terza volta in 11 anni di servizio, l'allarme evacuazione. Mano a mano che si seguirà l'orbita del detrito spaziale si capirà se gli astronauti, al momento messi in allerta, dovranno rifugiarsi nella navicella di salvataggio Soyouz oppure potranno tornare alle loro quotidiane attività. La decisione è prevista per le 10:30 locali della mattinata di mercoledi 23 Novembre.
Al momento si sa solamente che la distanza di massimo avvicinamento potrebbe essere inferiore agli 850 metri. La collisione sembra scongiurata, ma il pericolo non è da sottovalutare a causa delle inevitabili incertezze nel prevedere l'esatta orbita del detrito.
Decisamente un bel benvenuto per l'equipaggio arrivato da appena una settimana!
La stazione spaziale ha degli scudi appositi in grado di neutralizzare l'impatto con oggetti fino alle dimensioni di un centimetro, tanto che in passato si sono già verificati eventi simili senza conseguenze per la struttura, ma nulla possono fare contro un detrito di dimensioni 10 volte superiori. L'eventuale impatto potrebbe danneggiare seriamente i pannelli solari o addirittura la struttura portante, provocando una rapida decompressione.
Generalmente quando si scoprono oggetti così pericolosi viene modificata l'orbita in modo da porsi ad una distanza di sicurezza, ma questa volta il caso ha giocato un colpo basso ed imprevisto: è stata proprio l'ultima manovra orbitale di routine che ha portato la stazione spaziale in rotta di collisione con questo detrito di cui si ignorava l'esistenza. Di conseguenza, il pericolo è stato scoperto quando ormai era troppo tardi per tentare un'altra manovra orbitale. L'unica speranza, quindi, è che anche questa volta il proiettile spaziale sfiori la stazione senza creare pericoli. Gli astronauti saranno comunque al sicuro, ma i danni scientifici ed economici di un eventuale impatto potrebbero essere irreparabili.
Gli impatti di piccoli detriti spaziali o micrometeoriti non sono di certo nuovi nella storia dell'astronautica.
Guardate come erano ridotti i pannelli solari della gloriosa stazione spaziale MIR dopo anni di servizio e di esposizione a detriti e micrometeoriti.
Questo invece è il piccolo cratere lasciato sul finestrino dello Shuttle Challenger a seguito dell'impatto con un micrometeorite (di quelli che producono delle deboli meteore quando entrano in atmosfera).
Se volete saperne di più, date un'ochiata qui, e seguite l'homepage di space.com (e questo post) per ulteriori aggiornamenti.
Aggiornamento 23/11 ore 18:30
Buone notizie per l'equipaggio della ISS.
La Nasa ha ridimensionato il pericolo della congiunzione con il detrito spaziale, affermando che per gli astronauti non ci sono pericoli, quindi nessun bisogno di rifugiarsi nella capsula di salvataggio Soyouz.
Anche per questa volta possiamo tirare un sospiro di sollievo!
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Allarme collisione sulla ISS |
Non si sa se l'oggetto colliderà con la stazione spaziale, presumubilmente no, ma sicuramente gli passerà vicino, tanto da aver fatto scattare, per la terza volta in 11 anni di servizio, l'allarme evacuazione. Mano a mano che si seguirà l'orbita del detrito spaziale si capirà se gli astronauti, al momento messi in allerta, dovranno rifugiarsi nella navicella di salvataggio Soyouz oppure potranno tornare alle loro quotidiane attività. La decisione è prevista per le 10:30 locali della mattinata di mercoledi 23 Novembre.
Al momento si sa solamente che la distanza di massimo avvicinamento potrebbe essere inferiore agli 850 metri. La collisione sembra scongiurata, ma il pericolo non è da sottovalutare a causa delle inevitabili incertezze nel prevedere l'esatta orbita del detrito.
Decisamente un bel benvenuto per l'equipaggio arrivato da appena una settimana!
La stazione spaziale ha degli scudi appositi in grado di neutralizzare l'impatto con oggetti fino alle dimensioni di un centimetro, tanto che in passato si sono già verificati eventi simili senza conseguenze per la struttura, ma nulla possono fare contro un detrito di dimensioni 10 volte superiori. L'eventuale impatto potrebbe danneggiare seriamente i pannelli solari o addirittura la struttura portante, provocando una rapida decompressione.
Generalmente quando si scoprono oggetti così pericolosi viene modificata l'orbita in modo da porsi ad una distanza di sicurezza, ma questa volta il caso ha giocato un colpo basso ed imprevisto: è stata proprio l'ultima manovra orbitale di routine che ha portato la stazione spaziale in rotta di collisione con questo detrito di cui si ignorava l'esistenza. Di conseguenza, il pericolo è stato scoperto quando ormai era troppo tardi per tentare un'altra manovra orbitale. L'unica speranza, quindi, è che anche questa volta il proiettile spaziale sfiori la stazione senza creare pericoli. Gli astronauti saranno comunque al sicuro, ma i danni scientifici ed economici di un eventuale impatto potrebbero essere irreparabili.
Gli impatti di piccoli detriti spaziali o micrometeoriti non sono di certo nuovi nella storia dell'astronautica.
Guardate come erano ridotti i pannelli solari della gloriosa stazione spaziale MIR dopo anni di servizio e di esposizione a detriti e micrometeoriti.
Questo invece è il piccolo cratere lasciato sul finestrino dello Shuttle Challenger a seguito dell'impatto con un micrometeorite (di quelli che producono delle deboli meteore quando entrano in atmosfera).
Se volete saperne di più, date un'ochiata qui, e seguite l'homepage di space.com (e questo post) per ulteriori aggiornamenti.
Aggiornamento 23/11 ore 18:30
Buone notizie per l'equipaggio della ISS.
La Nasa ha ridimensionato il pericolo della congiunzione con il detrito spaziale, affermando che per gli astronauti non ci sono pericoli, quindi nessun bisogno di rifugiarsi nella capsula di salvataggio Soyouz.
Anche per questa volta possiamo tirare un sospiro di sollievo!
mercoledì 2 novembre 2011
Occhi all'insù per osservare la stazione spaziale internazionale
La stazione spaziale internazionale (ISS) è il manufatto umano più grande mai collocato nello spazio, situata su un'orbita con un'altezza media di circa 370 km dalla superficie terrestre.
Non tutti forse sanno che la stazione spaziale è facilissima da osservare nel cielo, grazie alle sue cospicue dimensioni (maggiori di un campo da calcio).
Nella particolare configurazione geometrica in cui sulla superficie terrestre è notte, mentre alla quota della ISS è giorno, la luce solare riflessa dalla stazione è sufficiente per farla brillare più del pianeta Giove.
Riconoscere la stazione spaziale nel cielo è semplicissimo: quando vedete un punto molto luminoso muoversi ad una velocità paragonabile a quella di un aereo di linea, ma con una luce giallo/bianca fissa, allora non potete sbagliarvi: state osservando la ISS.
A causa della particolare situazione geometrica richiesta, la stazione spaziale si osserva periodicamente per circa una settimana poco dopo il tramonto del Sole o poco prima dell'alba.
In questi e nei prossimi giorni avremo forse le migliori occasioni per osservarla, già nel tardo pomeriggio.
Il 2 e 3 Novembre potremo assistere a doppi passaggi: il periodo orbitale di soli 90 minuti è sufficiente per farcela vedere due volte nello stesso giorno.
La finestra di visibilità per le nostre latitudini si estende almeno fino al 9 Novembre, poi forse dovremo aspettare un mese per poterla ammirare la mattina prima del sorgere del Sole.
Per prevedere i passaggi per le vostre latitudini e le loro proprietà (altezza, magnitudine, orario preciso al secondo), potete consultare i soliti siti web: www.calsky.org e www.heavens-above.com .
Se siete troppo pigri e non vivete lontano dal centro Italia, queste sono le previsioni per Perugia. Con uno scarto di qualche decina di secondi, sono valide per tutto il territorio italiano.
Se riuscissimo ad osservarla con un binocolo o al telescopio, cosa affatto banale visto il grande moto proprio, la ISS ci rivelerebbe addirittura la sua forma, viste le dimensioni apparenti simili al pianeta Giove.
Bastano 15 ingrandimenti per cominciare ad identificare i grandi pannelli solari.
A 50 ingrandimenti è possibile avere una bellissima visione d'insieme.
La ripresa fotografica è in un certo senso più semplice e sicuramente più dettagliata dell'osservazione.
Con la tecnica di ripresa dei pianeti, è possibile immortalare la sua forma inconfondibile. Anche qui il problema è inseguirla nel suo velocissimo moto apparente (circa mezzo grado al secondo), ma con un po' di esercizio l'impresa non è impossibile, come testimoniano le immagini di questo astrofilo olandese.
Qualsiasi sia il vostro obiettivo, fermatevi un attimo ad osservare quel puntino che sfreccia sopra le vostre teste a decine di migliaia di chilometri all'ora.
Quel piccolo punto è il modo più emozionante per capire che l'uomo è riuscito a costruire astronavi in grado di portarlo nello spazio, di vincere innumerevoli sfide tecnologiche, di raggiungere obiettivi impensabili. E magari agitate una mano in segno di saluto: forse uno degli astronauti a bordo sta guardando dall'oblò la superficie terrestre felice ed ancora un po' incredulo di vivere il suo sogno.
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Visibilità della ISS nei prossimi giorni |
Nella particolare configurazione geometrica in cui sulla superficie terrestre è notte, mentre alla quota della ISS è giorno, la luce solare riflessa dalla stazione è sufficiente per farla brillare più del pianeta Giove.
Riconoscere la stazione spaziale nel cielo è semplicissimo: quando vedete un punto molto luminoso muoversi ad una velocità paragonabile a quella di un aereo di linea, ma con una luce giallo/bianca fissa, allora non potete sbagliarvi: state osservando la ISS.
A causa della particolare situazione geometrica richiesta, la stazione spaziale si osserva periodicamente per circa una settimana poco dopo il tramonto del Sole o poco prima dell'alba.
In questi e nei prossimi giorni avremo forse le migliori occasioni per osservarla, già nel tardo pomeriggio.
Il 2 e 3 Novembre potremo assistere a doppi passaggi: il periodo orbitale di soli 90 minuti è sufficiente per farcela vedere due volte nello stesso giorno.
La finestra di visibilità per le nostre latitudini si estende almeno fino al 9 Novembre, poi forse dovremo aspettare un mese per poterla ammirare la mattina prima del sorgere del Sole.
Per prevedere i passaggi per le vostre latitudini e le loro proprietà (altezza, magnitudine, orario preciso al secondo), potete consultare i soliti siti web: www.calsky.org e www.heavens-above.com .
Se siete troppo pigri e non vivete lontano dal centro Italia, queste sono le previsioni per Perugia. Con uno scarto di qualche decina di secondi, sono valide per tutto il territorio italiano.
Se riuscissimo ad osservarla con un binocolo o al telescopio, cosa affatto banale visto il grande moto proprio, la ISS ci rivelerebbe addirittura la sua forma, viste le dimensioni apparenti simili al pianeta Giove.
Bastano 15 ingrandimenti per cominciare ad identificare i grandi pannelli solari.
A 50 ingrandimenti è possibile avere una bellissima visione d'insieme.
La ripresa fotografica è in un certo senso più semplice e sicuramente più dettagliata dell'osservazione.
Con la tecnica di ripresa dei pianeti, è possibile immortalare la sua forma inconfondibile. Anche qui il problema è inseguirla nel suo velocissimo moto apparente (circa mezzo grado al secondo), ma con un po' di esercizio l'impresa non è impossibile, come testimoniano le immagini di questo astrofilo olandese.
Qualsiasi sia il vostro obiettivo, fermatevi un attimo ad osservare quel puntino che sfreccia sopra le vostre teste a decine di migliaia di chilometri all'ora.
Quel piccolo punto è il modo più emozionante per capire che l'uomo è riuscito a costruire astronavi in grado di portarlo nello spazio, di vincere innumerevoli sfide tecnologiche, di raggiungere obiettivi impensabili. E magari agitate una mano in segno di saluto: forse uno degli astronauti a bordo sta guardando dall'oblò la superficie terrestre felice ed ancora un po' incredulo di vivere il suo sogno.
mercoledì 21 settembre 2011
In volo sopra la Terra...
La stazione spaziale internazionale (ISS) è il manufatto più grande che l'uomo è riuscito a porre al di fuori della nostra atmosfera.
Di dimensioni maggiori di un campo da calcio, orbita sopra le nostre teste ad un'altezza media di 350 km e per fare un giro completo del nostro pianeta impiega appena 90 minuti, alla ragguardevole velocità di circa 28000 km/h.
La stazione è permanentemente abitata da astronauti di ogni nazionalità, che nei rari momenti di tempo libero da attività fisica e progetti di ricerca, fanno quello che ogni essere umano, di fronte ad un tale spettacolo, farebbe: osservare ammirati il nostro pianeta da un punto così privilegiato e scattare bellissime fotografie.
Il nostro astronauta Paolo Nespoli ci aveva già abituato a riprese eccezionali.
Ora è stato fatto qualcosa di più: un bellissimo video time-lapse che mostra la bellezza e l'unicità del nostro pianeta mentre viene sorvolato dalla stazione spaziale.
Impressionante l'effetto di curvatura, la sottile linea verdina prodotta dagli strati più alti della nostra atmosfera, le luci delle città sottostanti che si susseguono velocemente e l'enorme potenza dei temporali che si incontrano verso la metà del filmato.
Ma non vale la pena descrivere tutto questo con parole che non possono in alcun modo suscitare le emozioni che solo la visione del video, magari in HD, può darvi, quindi vi auguro buona visione.
Di dimensioni maggiori di un campo da calcio, orbita sopra le nostre teste ad un'altezza media di 350 km e per fare un giro completo del nostro pianeta impiega appena 90 minuti, alla ragguardevole velocità di circa 28000 km/h.
La stazione è permanentemente abitata da astronauti di ogni nazionalità, che nei rari momenti di tempo libero da attività fisica e progetti di ricerca, fanno quello che ogni essere umano, di fronte ad un tale spettacolo, farebbe: osservare ammirati il nostro pianeta da un punto così privilegiato e scattare bellissime fotografie.
Il nostro astronauta Paolo Nespoli ci aveva già abituato a riprese eccezionali.
Ora è stato fatto qualcosa di più: un bellissimo video time-lapse che mostra la bellezza e l'unicità del nostro pianeta mentre viene sorvolato dalla stazione spaziale.
Impressionante l'effetto di curvatura, la sottile linea verdina prodotta dagli strati più alti della nostra atmosfera, le luci delle città sottostanti che si susseguono velocemente e l'enorme potenza dei temporali che si incontrano verso la metà del filmato.
Ma non vale la pena descrivere tutto questo con parole che non possono in alcun modo suscitare le emozioni che solo la visione del video, magari in HD, può darvi, quindi vi auguro buona visione.
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