mercoledì 4 maggio 2016

Le eruzioni vulcaniche più grandi del Sistema Solare

Il vulcanesimo è un fenomeno comune sulla Terra, e sembra pure aver giocato un ruolo molto importante nel creare un'atmosfera e permettere agli esseri viventi di prosperare. Sono pochi i pianeti con vulcani attivi: probabilmente solo Venere mostra segni di eruzioni, almeno in tempi geologicamente recenti (qualche milione di anni), ma il Sistema Solare non è formato solo da pianeti.

Se vogliamo cercare il mondo più vulcanico in assoluto, dobbiamo spingerci a circa 800 milioni di chilometri dal Sole, circa 650 dalla Terra, su un corpo celeste che a prima vista nessuno avrebbe pensato potesse essere così attivo: Io. No, non sono impazzito credendo di essere un vulcano posto a centinaia di milioni di chilometri dal Sole. Io è una delle quattro principali lune di Giove, scoperte da Galileo Galilei nel 1609, all'alba della storia delle osservazioni al telescopio. Poco più grande della nostra Luna (ha un diametro di soli 180 km maggiore), posto in una zona del Sistema Solare che anche alla luce fioca del Sole sperimenta temperature di -140°C, privo di atmosfera, è questo il mondo più attivo del Sistema Solare con centinaia, se non migliaia, di vulcani in eruzione su tutta la sua superficie.

Come si spiega la presenza di un gran numero di vulcani attivi, quando il corpo celeste più simile per dimensioni e massa, la nostra Luna, è geologicamente morta da miliardi di anni? Il segreto non è Io ma la sua posizione. Se prendessimo la Luna o qualsiasi altro corpo celeste di dimensioni paragonabili e lo ponessimo nella stessa orbita di Io, si accenderebbe in breve tempo di centinaia di imponenti vulcani.

L'enorme attività di Io è da imputare all'ingombrante vicino: Giove, il gigante del Sistema Solare, oltre 300 volte più massiccio della Terra e 11 volte più grande. Non è difficile, a questo punto, immaginare gli effetti di un padrone di casa di così spropositate dimensioni. Io orbita a una distanza dal centro di Giove di circa 420 mila km, simile a quella del sistema Terra-Luna. E se la Terra è stata in grado, a causa della forza di marea che esercita sulla Luna, di rallentarne la rotazione sul proprio asse fino a renderla uguale al periodo di rivoluzione, di innescare, probabilmente, decine di eruzioni vulcaniche quando il suo interno era ancora caldo e tuttora riesce a stirare la roccia di centinaia di metri e provocare deboli lunamoti a causa dello stress che esercita sulla superficie, cosa succederebbe se sostituissimo il nostro piccolo pianeta con un gigante come Giove?

Io transita su Giove e mostra un enorme vulcano.
Su Io le forze di marea sono estremamente violente, al punto da deformare l'intero corpo celeste di diversi chilometri e di mantenere, a causa del calore sprigionato dalle rocce che si deformano e sfregano le une contro le altre, un interno fuso e una crosta fratturata in centinaia di punti da cui esce il magma.
A rendere ancora più efficace il vulcanesimo di Io concorrono anche gli altri satelliti galileiani, tutti più massicci e su orbite relativamente vicine. Di conseguenza, non è solo Giove a stirare la luna ma anche la forza di marea esercitata dagli altri satelliti nei punti orbitali in cui si trovano a passare a breve distanza da Io. Il satellite, quindi, viene continuamente stirato in direzioni differenti nel corso della sua veloce orbita intorno a Giove, che ha una durata di meno di due giorni e viene percorsa a una velocità media di 17300 km/h (4,8 km/s!). L'accumulo di tutta questa energia trova quindi un'unica valvola di sfogo: immensi fenomeni di vulcanesimo che rigenerano di continuo tutta la sua superficie, che non a caso risulta priva di crateri da impatto.

Le eruzioni vulcaniche di Io sono talmente enormi che sono state pure osservate dalla Terra dal telescopio spaziale Hubble. Le piume di magma, grazie alla ridotta forza di gravità, circa 1/5 di quella terrestre, si sollevano dalla superficie per centinaia di chilometri, per poi ricadere in spettacolari fontane incandescenti che riescono a coprire migliaia di chilometri di superficie. Sarebbe uno scenario apocalittico se accadesse sulla Terra, ma alla debita distanza di 650 milioni di chilometri diventa uno spettacolo di assoluta bellezza, una delle tantissime imponenti, eleganti e straordinarie manifestazioni della Natura.

Il vulcano Tvashtar in eruzione immortalato da New Horizons.
La più bella fotografia di un'eruzione vulcanica su Io è stata catturata però da un'insospettabile sonda: New Horizons. Nel suo viaggio quasi decennale verso Plutone, nel 2007 si avvicinò a Giove, dal quale avrebbe preso la spinta per raggiungere il pianeta nano. Nel mezzo della numerosa corte di satelliti del gigante gassoso, New Horizons attivò la strumentazione e riuscì per la prima volta nella storia a filmare un'eruzione vulcanica di un altro mondo. Io, per gran parte illuminato dalla luce riflessa da Giove, mostra il vulcano Tvashtar, nei pressi del suo polo nord, che immette fino a 400 km di altezza una fontana di lava che ricade al suolo con un'eleganza e un'imponenza che hanno pochi eguali nel Sistema Solare e nella parte di Universo che conosciamo. Se questo vulcano si fosse trovato sulla Terra, i suoi zampilli di lava avrebbero raggiunto addirittura la Stazione Spaziale Internazionale e sarebbero poi ricaduti su una superficie con il diametro dell'Italia intera!


Iniziò così, forse un po' in sordina, anche la straordinaria avventura di New Horizons, che diede una spettacolare prova di cosa era in grado di fare la sua sofisticata strumentazione di bordo. Come sono andate po le cose ormai lo sappiamo: New Horizons ha raggiunto Plutone e ci ha svelato un mondo che nessuno sulla Terra si sarebbe aspettato di trovare.

Per approfondire: http://www.nasa.gov/multimedia/imagegallery/image_feature_956.html
http://www.nasa.gov/topics/solarsystem/features/io-volcanoes-displaced.html

3 commenti:

  1. Complimenti!!! Straordinario articolo e informazioni rarissime!!!

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  2. non è la forza di marea diretta che rende caldo IO, ma il fatto che i satelliti fanno variare anche se di poco l'orbita del fratello, rendendola eccentrica. Orbita allungata, vuol dire diversa deformazione mareale tra punto più vicino e punto più lontano da Giove, da cui il continuo sfregamento della parte interna. La differenza è essenziale, ed è simile a ciò che capita su Encelado che è costretto da Dione ad assumere un'orbita eccentrica...

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    1. Quindi in sostanza è sempre la forza mareale ad agire; se vogliamo è la forza di marea differenziale (anche se suona male, visto che la stessa forza di marea è una forza differenziale) dovuta all'eccentricità indotta dell'orbita. Ho cercato di semplificare il discorso nel post parlando di generico effetto causato dagli altri satelliti ma apprezzo questa puntualizzazione che rende più completo e approfondito il motivo per cui Io è così attivo.

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