Continuiamo a parlare delle caratteristiche dei pianeti extrasolari introducendo il concetto di Indice di similarità terrestre.
Questo post è estratto dal mio libro: "Vita nell'Universo: eccezione o regola?"
Poiché l’appartenenza o meno di un pianeta alla zona di abitabilità non implica
che il pianeta possa avere le condizioni per la vita come la conosciamo, gli
astronomi hanno definito un parametro, denominato ESI, acronimo di indice di
similarità terrestre (Earth Similarity Index), che considera anche le altre
variabili citate.
I pianeti più simili alla Terra ordinati secondo l'indice ESI |
La formula per calcolare il parametro si può applicare a qualsiasi
oggetto, anche asteroidi e satelliti, ma a noi la sua espressione non interessa (e se dovesse interessare si trova qui).
Affinché un corpo celeste abbia una buona probabilità di essere
abitato è necessario un indice pari o superiore a 0,80.
Corpi celesti con valori compresi tra 0,70 e 0,80 potrebbero
essere popolati solamente da organismi semplici, probabilmente l’analogo dei
nostri estremofili, mentre al di sotto non si dovrebbero trovare condizioni
adatte allo sviluppo di vita in superficie, almeno su tempi scala lunghi. Ciò non toglie che altre forme biologiche
potrebbero essere possibili, come gli organismi metanogeni su Titano o nelle profondità
degli oceani di Europa.
Titano infatti ha un indice di similarità pari a 0,24, il
che significa semplicemente che massa, dimensioni e temperatura superficiale
sono estremamente diverse dalla Terra. Europa ha un valore pari a 0,26. In
effetti, nessun organismo terrestre potrebbe (forse) prosperare in questi
ambienti.
La
Luna
ha un indice pari a 0,56, più alto dei precedenti perché si trova nella fascia
di abitabilità, ma ancora lontano da una condizione propizia alla vita a causa
della totale mancanza di un’atmosfera stabile, diretta conseguenza della
piccola massa.
Il pianeta più simile alla Terra nel Sistema Solare è naturalmente
Marte, il cui indice è attualmente pari a 0,64. I valori possono oscillare a
causa dei parametri utilizzati e del “peso” che gli attribuiamo; ad esempio per
Marte qualcuno propone un indice ESI pari a 0,70, al limite della sopravvivenza
di qualche organismo terrestre semplice.
L'indice ESI per alcuni extrasolari, la Terra e Marte |
Negli anni recenti, allora, è stato definito un altro
parametro che cerca di approfondire il discorso e prova a capire quali siano effettivamente
i pianeti potenzialmente abitabili, tenendo sempre ben in mente che ancora non
li vediamo direttamente.
Lo vedremo nel prossimo post.
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