Tutte le astronavi dirette verso lo spazio sono controllate per intero (o quasi) dai computer di bordo che devono effettuare complicati calcoli in tempo reale per regolare al meglio la velocità e l'assetto dalla partenza all'eventuale rientro a terra.
Questo è il caso delle astronavi con equipaggio umano, che oltre alle delicate fasi di lancio e messa in orbita, dovevano occuparsi anche delle fasi di rientro, soprattutto per quanto riguarda l'angolo di impatto con l'atmosfera terrestre, pena la distruzione della capsula.
La cabina di pilotaggio dello Shuttle Discovery |
Gli Space Shuttle erano e sono ancora le navette più complesse mai concepite ed è normale allora riferisi ai loro computer e alle loro performance.
Si
potrebbe immaginare che il computer dedicato ai controlli in tempo reale
dell’assetto dell’astronave e dei suoi movimenti dovesse avere una potenza di
calcolo inimmaginabile, ma non è così. I computer delle navette Shuttle fino al
1991 disponevano solamente di 500 KB (si, KILO byte!) di memoria, ampliata successivamente a 1
MB. Di fatto, il sistema informatico nato con il progetto Shuttle, sul finire
degli anni 70, non si è più evoluto, nonostante la rivoluzione informatica, eppure è stato sempre all’altezza della situazione.
La verità è che il
computer di un’astronave non necessita di una pesante interfaccia grafica che
richiede grandi quantità di memoria, perché deve limitarsi solamente a fare un gran
numero di calcoli su un sistema operativo il più semplice e affidabile
possibile. Di conseguenza, non sono necessari processori super veloci, né,
soprattutto, grandi quantità di memoria.
Ci sono
un paio di massime che sembrano adattarsi perfettamente a questi casi: ciò che
non c’è non si può rompere; finché qualcosa funziona, meglio non sostituirla.
I vecchi
sistemi informatici degli Shuttle si sono dimostrati sempre affidabili e capaci
di portare a termine, senza ritardi o problemi, tutti i compiti dedicati,
quindi perché i tecnici della NASA avrebbero dovuto sostituire tutto il sistema
informatico, spendendo decine di milioni di dollari e diverso tempo, per fare
tutti i test necessari a evitare pericolosi crash di sistema?
Questa
filosofia è stata seguita anche dalle capsule russe Soyuz, che fino al 2003
utilizzavano un computer con una memoria di appena 6 KB! Proprio la
sostituzione del computer di bordo con uno più performante (ma molto meno del nostro telefono cellulare!) ha fatto schiantare
la prima capsula che lo utilizzava, a testimonianza di quanto sia importante un
sistema informatico semplice e affidabile e non un computer super potente in
grado di mostrare contemporaneamente filmati di diversi milioni di pixel!
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