mercoledì 28 novembre 2012

Sotto un cielo perfetto. Prologo

Dal 31 Ottobre al 20 Novembre ho finalmente realizzato un sogno che mi portavo dietro fin da bambino: visitare l'Australia, viaggiare tra le grandi città e le sterminate radure, fino a incontrare il deserto e osservare il Cielo, quello con la C mauscola, quella meraviglia che qui in Italia solo i nostri nonni possono ricordarsi, ormai cancellato dallo scempio dell'illuminazione pubblica selvaggia e fuori da ogni controllo.

Il Cielo, quell'ambiente che dalle nostre città appare spesso color arancio e privo di qualsiasi interesse perché popolato al massimo da una manciata di stelle, da un luogo buio, lontano migliaia di chilometri dalle grandi città e centinaia dalle luci artificiali più vicine, si accende come il più grande ed emozionante spettacolo che potremmo mai sperare di vedere.
Le stelle escono allo scoperto. All'inizio sono centinaia, poi diverse migliaia... Insieme riescono a illuminare debolissimamente l'ambiente intorno a noi, che però risulta buio, così scuro che è quasi impossibile vedere i propri piedi o la mano distesa di fronte a noi.

L'imponente luce zodiacale
Brillante di una debole luminosità, questo cielo incontaminato ci svela ad occhio nudo gemme e fenomeni che spesso abbiamo solamente letto, con una buona dose di scetticismo, sui libri di astronomia.
La luce zodiacale, quella debole luminosità visibile dopo il tramonto del Sole o prima dell'alba, prodotta dalla riflessione della luce solare da parte delle polveri presenti lungo il piano dell'eclittica nel Sistema Solare, diventa quasi fastidiosa tanto è evidente.

Una lunga cappa di luce bianca si innalza fino allo zenit, a volte lungo tutta l'eclittica, da orizzonte a orizzonte.
"Cavolo, quelle sono le luci di una grande città!" è l'espressione che ognuno di noi, me compreso, eclamerebbe con una certa delusione la prima volta che la osserva.
Poi subentra la razionalità: "No, non è possibile, sono a 200 km di distanza dal paese più vicino, a 3000 km dalla metropoli, quella non può essere luce artificiale!".

Inizia così una notte perfetta, stupendosi della luce del cielo che noi abbiamo cancellato.
Se poi il chiarore della luce zodiacale si sovrappone al centro della Via Lattea, alto circa 15° sull'orizzonte, lo spettacolo diventa da brividi, qualcosa che nessun libro è in grado di descrivere e nessuno può immaginare fino a quando non lo vede e lo sente con i propri occhi.

Comincia sempre in questo modo una delle 5 notti trascorse nell'outback australiano, in compagnia di canguri curiosi che saltellano e si avvicinano guardinghi a quegli strani animali bipedi che fanno stupidi versi di meraviglia osservando quello che per loro è ciò che di più comune esiste.

Inizia sempre così ogni notte, sia dal punto di vista dello spettacolo del cielo che delle emozioni, troppo grandi e per troppo tempo nascoste per potersi calmare in una manciata di ore, rispetto alle decine di anni trascorsi sotto una stupida cappa di luce artificiale.

Dopo lo stupore iniziale, si ritorna abbastanza lucidi per iniziare a dare un'occhiata al cielo, e subito si scopre che le costellazioni visibili anche dai nostri cieli qui sono....capovolte!
Normale, visto che siamo letteralmente a testa in giù rispetto alle nostre latitudini, ci suggerisce la nostra parte razionale. Eppure è una sensazione troppo strana, direi buffa, se non fosse per il fastidio che si prova cercando di riconoscere, spesso invano, figure sottosopra!

Non c'è tempo per infastidirsi, anzi, si sorride perché si sa perfettamente che questo è solo un intermezzo tra due grandi emozioni: la prima, passata, è proprio la luce zodiacale, mentre la seconda deve venire ed è rappresentata dai tesori visibili solo dall'emisfero australe, quelle gemme brillanti e sorprendenti che il nostro orizzonte ci nasconderà per sempre.

Lo sguardo corre allora verso l'orizzonte sud, perché lì si trova il cielo invisibile.
Una rapida occhiata e subito un disappunto: "ci sono due nuvole in mezzo, guarda quanto sono brillanti e fastidiose, che sfortuna!".
La prima sera si aspetta qualche minuto sperando che se ne vadano, ma non è così: "Siete coriacee, non vi siete spostate di un millimetro!".
Si andrebbe avanti in un'attesa eterna, se non fosse per un dettaglio estremamente importante: in prossimità dell'orizzonte le stelle stanno scomparendo e un'inquietante sagoma scura sta mangiando la debole luminosità del cielo.
A questo punto un dubbio comincia a serpeggiare nell'inconscio ma fa fatica ad affiorare perché la parte conscia cerca di negarlo.
Vengono alla mente le parole lette su un vecchio libro di astronomia: "Da un cielo incontaminato le nubi risultano più scure, a volte come dei veri e propri buchi oscuri".
"Assurdo!" eclamo da solo nel silenzio della notte..."Non ci posso credere, quelle nere come la pece sono davvero nuvole! mai viste così!".
Nuvole nell'Universo: le nubi di Magellano
"Ma allora, cosa sono quelle due nubi brillanti sopra, così simili alle illuminate nuvole dei nostri cieli?"
Se quegli occhi brillanti e un po' inquietanti che mi osservavano in mezzo a un prato avessero avuto coscienza, probabilmente si sarebbero divertiti a esclamare: "Povero ingenuo, ma dove vivi? Quelle sono si nuvole, ma dell'Universo, si chiamano nubi di Magellano!"
Da quel momento in poi, i miei occhi già provati da tante emozioni tutte insieme, si apriranno per raccogliere più luce possibile e non si staccheranno più, per tutta la notte, tutte le notti, da quell'incredibile opera d'arte sopra le nostre teste chiamata Universo... Un'opera d'arte che insieme, nei prossimi giorni, ripercorreremo, sperando che riesca a trasmettervi almeno in minima parte la meraviglia di questo straordinario Universo.



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