Nella parte nord, vicino al terminatore, la zona di transizione tra il giorno e la notte, si rendono visibili con ogni telescopio alcune caratteristiche molto diverse dai soliti crateri da impatto.
La mia ultima immagine della Vallis Alpes |
Al centro di questa larga valle si sviluppa una sottile spaccatura stretta 200-300 metri che solamente i telescopi maggiori di 15 centimetri di diametro riescono a mostrare chiaramente.
La visione con uno strumento di almeno 20 centimetri di diametro, in una serata con scarsa turbolenza atmosferica, è davvero eccezionale: il panorama che possiamo ammirare ricorda da lontano quello delle grandi vette terrestri viste a bordo di un aereo, e ci consente di riflettere sul fatto che quella sfera gialla, che spesso osserviamo distratti nel cielo notturno, è un altro mondo esterno al nostro ma indissolubilmente legato dalla forza di gravità da oltre 4,5 miliardi di anni. Un mondo che un tempo, probabilmente, apparteneva al nostro pianeta, prima che l'impatto di un corpo celeste delle dimensioni di Marte ne staccasse una costola e la posizionasse a 380.000 km di distanza ad illuminare le notti e i sogni degli esseri umani.
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