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sabato 2 maggio 2015

Addio sonda Messenger



La sonda Messenger lasciò la Terra il 3 agosto 2004 con l’obiettivo di diventare il primo manufatto umano a inserirsi nell’orbita di Mercurio.
Per raggiungere questo importante traguardo, i tecnici della NASA hanno dovuto studiare un piano di volo estremamente contorto, in grado di dare alla sonda la giusta velocità e direzione per porla, senza sprechi di carburante, nell’orbita del pianeta.

Nel febbraio 2005 Messenger si trovò a passare vicino al nostro pianeta per effettuare un fly-by.
L'ultima immagine di Messenger, a pochi km dallo schianto
Nell’ottobre 2006 e 2007 fece la stessa manovra con Venere, per poi proiettarsi finalmente verso Mercurio. Prima però di entrare nell’orbita del pianeta fece tre passaggi ravvicinati per correggere direzione e intensità della velocità il 14 gennaio 2008, il 6 ottobre dello stesso anno e il 29 settembre 2009.

L’inserimento nell’orbita è avvenuto finalmente il 18 marzo 2011, ma nel frattempo, durante i tre precedenti passaggi ravvicinati, Messenger aveva già osservato oltre il 95% della superficie, concludendo dopo oltre 30 anni il lavoro iniziato dalla gloriosa Mariner 10.

Dopo quattro anni di onorato servizio, ben tre oltre gli obiettivi iniziali, splendide immagini e tantissimi dati scientifici su un corpo celeste che prima non si conosceva quasi per niente, il carburante per le manovre operazioni orbitali è terminato. La forza di gravità del Sole, molto intensa a quelle esigue distanze, ha segnato così il destino dell’impavida viaggiatrice, facendola schiantare su Mercurio il 30 Aprile scorso. A una velocità di diverse migliaia di chilometri l’ora, la sonda ha generato un cratere di circa 16 metri di diametro, di certo il più recente dei migliaia che ha potuto fotografare in grande dettaglio durante la sua florida vita.

Tra le scoperte più importanti di Messenger ci sono sicuramente i giacimenti di ghiaccio d’acqua nel fondo dei crateri polari di Mercurio, laddove l’intensa radiazione solare non penetra mai e consente a questo elemento di sopravvivere anche in un ambiente tanto ostile. 

Per maggior informazioni: http://messenger.jhuapl.edu/

venerdì 2 marzo 2012

Un cratere lunare? No...

Alzi la mano chi nell'immagine ad alta risoluzione qui di fianco è convinto di riconoscere uno dei tanti crateri presenti un po' ovunque sulla butterata superficie lunare.
Anche io a prima vista sono caduto nel tranello, pensando che la sonda Lunar Reconnaissance Orbiter, che ci ha già stupito con le immagini dei siti di allunaggio, ci avesse deliziato con un'altra immagine in altissima risoluzione.
Andando poi a leggere la didascalia, mi sono accorto che questi crateri, così apparentemente familiari, non appartengono in realtà alla Luna ma a Mercurio, il pianeta più piccolo del Sistema Solare ed il più interno.

Cratere lunare? No, di Mercurio!
Mercurio, in effetti, somiglia molto alla nostra Luna, a cominciare dalla dimensioni di poco maggiori.
Proprio come sulla Luna, non esiste atmosfera apprezzabile e nessun segno di tettonica a zolle, con il risultato che i segni del pesante bombardamento meteoritico, subito soprattutto nelle prime convulse fasi dopo la formazione del Sistema Solare, sono ancora ben visibili e probabilmente lo saranno per altri miliardi di anni.

Grazie alla sonda americana Messenger, che nel Marzo 2011 è diventata il primo satellite artificiale della storia di Mercurio, possiamo avere un quadro molto più preciso di questo piccolo ed elusivo pianeta. Troppo vicino al Sole per osservarlo attraverso i grandi telescopi professionali (compreso l'Hubble) e troppo piccolo per essere ripreso in dettaglio dalla più versatile strumentazione amatoriale.

Dopo i tre fugaci passaggi ravvicinati di Mariner 10, tra il 1973 ed il 1974, nessuna sonda si era più avventurata in queste impervie regioni del Sistema Solare, lasciando gli astronomi con molti dubbi e poche certezze in merito alle proprietà di Mercurio.

Messenger, partita il 3 Agosto 2004, ha dovuto compiere un viaggio estremamente tortuoso nelle regioni interne del Sistema Solare per arrivare nei pressi di Mercurio con la velocità adatta ad inserirsi nella sua orbita. Il delicato piano di volo è perfettamente riuscito e dopo ben 7 anni la sonda è riuscita ad inserirsi un un'orbita piuttosto ellittica, con il punto più vicino che può arrivare anche a soli 200 km dalla superficie del pianeta ed il punto più lontano a circa 15200 km.
La missione dovrebbe durare almeno fino al 2013, ma se le condizioni di Messenger saranno ancora buone, non è escluso un prolungamento.
Viste le grandi difficoltà economiche della NASA e l'incapacità dei russi di lanciare affidabili sonde interplanetarie, Messenger resterà per diversi anni l'unica sonda ad aver orbitato intorno a Mercurio. 

Per saperne di più sulla missione: http://www.nasa.gov/mission_pages/messenger/main/index.html