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giovedì 30 novembre 2017

Nuovo libro di astronomia: Primo incontro con la fotografia astronomica

E' disponibile da oggi il mio manuale che insegna le basi della fotografia astronomica.

Chi non ha mai pensato di fare una foto al cielo, magari a quello spicchio di Luna che illumina spesso le nostre serate? Forse ci abbiamo anche provato ma con pessimi risultati, oppure la foto è venuta tanto bene che ci piacerebbe farne altre. 

In questo libro, grazie a più di 20 anni di esperienza sul campo, propongo un percorso attraverso tutti i campi della fotografia astronomica. Sette progetti, dal più semplice al più complesso, guidano il lettore verso l’apprendimento delle tecniche necessarie per fare ottime foto al cielo. 

Si inizierà con qualche scatto alla Luna; si proseguirà con le tracce stellari, le costellazioni e la Via Lattea. Capiremo come usare un telescopio per catturare i mutevoli dettagli planetari, o le coloratissime nebulose. Infine, l’ultimo tratto della scalata, solo per i più coraggiosi, ci proietterà verso le galassie, fino ai confini dell’Universo, alla caccia di fotoni vecchi miliardi di anni. 

Tutte le foto presenti nel libro sono a colori e in alta risoluzione per una migliore comprensione del testo. Non subiremo pesanti nozioni teoriche o complesse tecniche elaborative. L’obiettivo è andare insieme sul campo e sapere subito cosa fare, per evitare di sprecare tempo e denaro. Ricordiamoci infatti che la storia di una foto si scrive in fase di acquisizione e non in elaborazione. Su questa ci sarà tempo per esercitarsi partendo da qualche interessante spunto presente nel testo. Tra difficoltà, frustrazioni e molta pazienza, se saremo determinati otterremo risultati che non credevamo neanche possibili, perché l’Universo ripaga sempre con dei doni eccezionali chi si dedica con impegno e costanza a imprimere nell’immortalità di una foto le meraviglie che gelosamente custodisce.

Il libro è disponibile:
3) In formato ebook Kindle (per tutti i dispositivi con applicazione gratuita Kindle installata)

domenica 23 agosto 2015

Oltre 1000 mie fotografie astronomiche

Ho finito di organizzare e caricare qui tutte le mie fotografie astronomiche scattate nel corso di circa 12 anni di osservazioni del cielo. E' stato un lavoro enorme perché mi sono accorto di aver ripreso oltre 1000 immagini astronomiche(!). Ci sono tutte le mie fotografie digitali (quasi tutte, alcune mancano all'appello ma cercherò di ritrovarle e caricarle), a partire dai primi, goffi e brutti, tentativi fino alle più recenti riprese di questi giorni.

Guardando velocemente la gallery si può capire in modo spettacolare perché l'astronomia, anche contemplativa, non stanca mai: oltre 1000 immagini tutte diverse le une dalle altre e ancora decine di migliaia di soggetti e fenomeni da immortalare. Non basterà una vita per esplorare tutta quella piccola porzione di Universo accessibile a un telescopio amatoriale; non basterà una vita intera per smettere di meravigliarsi di questo incredibile Universo!

martedì 21 aprile 2015

Nuovo libro: Tecniche, trucchi e segreti della fotografia astronomica

Con un po' di emozione e poche energie rimaste per un progetto che si è rivelato immenso, annuncio la pubblicazione del mio ultimo libro riguardante la fotografia del profondo cielo. Dopo il volume sull'imaging planetario, risalente ormai a più di 2 anni fa, ho cercato di completare la trattazione sulla fotografia astronomica parlando del vastissimo campo delle riprese a lunga posa, dalle foto alle tracce stellari fino alle più lontane galassie che possiamo riprendere con il nostro telescopio.
Non avrei raggiunto lo scopo senza il prezioso aiuto di altri tre amici: Marco Bastoni, Giovanni Giardina e Federico Pelliccia. 

Ecco allora la presentazione, non senza un po' di orgoglio, perché questo è di gran lunga il progetto più lungo, complesso e vasto che abbia mai affrontato.



Quattro astrofotografi con più di 30 anni di esperienza, innamorati del cielo e con la voglia di condividere tutto quello che hanno imparato durante un lungo e difficoltoso percorso. Ecco come è nato il manuale più completo al mondo sulla fotografia astronomica degli oggetti del profondo cielo; un’opera titanica che rende disponibili a tutti le tecniche, i trucchi e i segreti che permettono agli astrofotografi più bravi di ottenere splendide immagini di nebulose, galassie e ammassi stellari.
Partiremo da zero, imparando a prendere confidenza con la fotocamera attraverso i primi progetti di fotografia astronomica, che non richiederanno né un telescopio né una montatura.
Cresceremo insieme con riprese sempre più complesse, fino ad arrivare alla fotografia a lunga posa attraverso il telescopio, la più spettacolare ma anche difficile.
Nella seconda parte, con l’esperienza già acquisita, vedremo uno a uno tutti i segreti in merito all’acquisizione e soprattutto all’elaborazione delle immagini. Impareremo come gestire al meglio le reflex digitali e le camere CCD astronomiche. Apprenderemo l’uso di software potentissimi ma un po’ ostici, come Photoshop, MaxIm DL e PixInsight. Scopriremo tecniche a cui non avevamo neanche pensato. Avremo a disposizione molte riprese grezze, da scaricare dai relativi link presenti nel libro, che elaboreremo insieme passo passo per capire meglio questa delicata fase della fotografia astronomica e alla fine, è una promessa, ci trasformeremo in provetti astrofotografi il cui unico limite sarà solamente il cielo.  
Buona fotografia astronomica a tutti!
  
Qui è possibile scaricare un campione gratuito che include prefazione, indice, introduzione e il primo capitolo.
Come sempre, ci sono diverse edizioni da acquistare:

Come offerta lancio, e solo per una settimana, chi acquista l'edizione cartacea avrà in regalo anche la versione ebook in PDF. Come fare? Acquistate il cartaceo, poi mandate una mail con la ricevuta dell'acquisto (basta uno screenshot dell'ordine fatto) a questo indirizzo email: libro.astrofotografia@gmail.com

mercoledì 11 settembre 2013

Fotografia astronomica: quante stelle nella Via Lattea!

Tra il 3 e il 6 Settembre ho trascorso qualche giorno nella natura (quasi) incontaminata dei monti sibillini, al confine tra l'Umbria e le Marche.
L'obiettivo principale era però osservare e fotografare il cielo stellato, quella cupola cristallina che non vedevo così scura dal mio viaggio in Australia risalente ormai a Novembre 2012.
Impossibile purtroppo trovare un cielo perfetto come quello, ma a 1700 metri di quota ho finalmente visto una Via Lattea scolpita che mi ha emozionato e fatto sognare.
Non ho resistito a qualche scatto a grande campo con la mia Canon 450D modificata in casa.
Ed è incredibile vedere quante stelle ci sono in questo pezzo di cielo. La nostra Galassia è qui, di fronte a noi, più evidente che mai.
Buona visione!



mercoledì 5 giugno 2013

Per i fotografi dei pianeti: eccovi decine di immagini grezze da elaborare

Nel mio libro dedicato all'imaging planetario in alta risoluzione: Tecniche, trucchi e segreti dell'imaging planetario, faccio vedere passo passo come elaborare decine di immagini planetarie, soprattutto nel capitolo riguardante i singoli corpi celesti.

Facciamo pratica nell'elaborazione
Nel pieno spirito di condivisione scientifica e trasparenza, ho allestito una pagina web nella quale sono disponibili molte delle immagini grezze che ho elaborato nel testo.
Ogni immagine ha i riferimenti alla pagina in cui compare nel libro, così ognuno di voi può divertirsi a seguire i consigli e far pratica con la difficile "arte" dell'elaborazione e, spero, imparare qualcosa di questa affascinante disciplina.
Se siete interessati al testo, vi consiglio la versione in PDF ad alta risoluzione, così le immagini sono a colori e perfettamente visibili per un confronto diretto. Se siete interessati la trovate qui.
La pagina nella quale scaricare più di 30 immagini raw è questa (e se volete sapere come si elaborano, allora regalatemi un paio di euro e acquistate il libro).
Mi raccomando, usate le immagini per far pratica e/o lezioni senza scopo di lucro, ma citate sempre il mio nome e non vi appropriate della ripresa!

Buon divertimento!

lunedì 25 febbraio 2013

L'ultimo libro: Tecniche, trucchi e segreti dell'imaging planetario

Aggiornamento: qui è possibile scaricare la prefazione, l'indice e l'introduzione per avere meglio idea della struttura del libro.

Quando tempo fa ho detto di voler smettere di scrivere non stavo mentendo. Le mie intenzioni non sono cambiate, ma prima di finire avevo ancora alcuni manoscritti da correggere e terminare che non potevano andare persi.
Anzi, nel corso di quesi ultimi mesi sono giunto anche a un altro addio: quello alle riprese in alta risoluzione dei corpi del Sistema Solare.

Mio libro sull'imaging planetario
Per salutare degnamente gli ultimi 10 anni della mia vita passati con il telescopio quasi sempre puntato tra i pianeti, ho deciso di terminare il lavoro che avevo iniziato ormai un paio di anni fa e poi avevo abbandonato. Il mio intento è quello di lasciare in eredità a chi ne ha voglia e passione, quella stessa che mi ha accompagnato per tanto tempo, tutto quello che ho imparato, da solo, sulle riprese in alta risoluzione. I miei sogni li ho vissuti ma non posso più permettermi i lusso di farlo.

Spesso gli astroimager più preparati tecnicamente tengono ben nascoste le preziose tecniche che gli permettono di ottenere risultati migliori degli altri. Io ho deciso di rompere questo muro di omertà e rivelare senza filtri tutto quello che nessun libro, nessuna conferenza e neanche nessuna confidenza amichevole ha mai svelato.
Non ho mai creduto ai segreti nella scienza, piuttosto alla condivisione di dati ed esperienze; questo è il mio piccolo contributo.

Nel libro si trovano molti esempi di elaborazione e ripresa ottenuti con la mia strumentazione e per facilitare la comprensione ho messo a disposizione in un apposito spazio all'interno del mio sito (il link si trova nel libro) molte delle immagini (più di 40) grezze. Così possiamo finalmente far pratica, riprodurre i passi descritti nel testo e confrontare la qualità delle riprese con quelle ottenute con i vostri strumenti.

Come solito sono disponibili pù versioni:
-  L'edizione cartacea si trova su Lulu e Amazon.it  (stampa in bianco e nero)
-  L'edizione Kindle è qui
-  L'edizione digitale in formato PDF con immagini in alta risoluzione è invece disponibile qui.

Se acquistate l'edizione cartacea avete diritto anche a quella in PDF senza spendere un euro. Basta mandarmi una mail a : infoATdanielegasparri.com sostituendo AT con @

Continuerò naturalmente a fare divulgazione con il progetto "Astronomia per tutti" che pesca da tutti i testi pubblicati e crea un corso trasversale attraverso tutti i livelli dell'astronomia.
L'astronomia in Italia non ha mai pagato, l'editoria è a un punto morto, figuriamoci cosa succede all'editoria indipendente astronomica. Lo dico io: 12 libri pubblicati mi rendono ben 100 euro al mese quando va bene e alcuni di questi si trovano costantemente in cima alle classifiche di vendita della categoria astronomia di Amazon(!).
Quei due volumi messi a disposizione gratuitamente vendono invece quasi le copie dei bestseller: fino a 20 al giorno ciascuno, vale a dire quasi settemila l'anno, che moltiplicato i due euro che avrei ricevuto se li avessi messi a pagamento mi avrebbero concesso di continuare a sognare.
Un giorno, se avrò voglia, farò meglio i conti e li renderò pubblici perché visti con occhi esterni potrebbero sembrare pure divertenti. Di sicuro lo sono per qualcuno che vive in un Paese normale, non in questo.

mercoledì 29 febbraio 2012

Lo spettacolo della Luna, Venere e Giove vicini nel cielo

Nei giorni passati una sottile falce lunare quasi distesa sull'orizzonte ha dato spettacolo assieme ai pianeti più brillanti del cielo: Venere e Giove.
Luna, Venere e Giove nel cielo di Bologna
L'emozionante quadro cosmico si è protratto per tutta la scorsa settimana e spero proprio che anche voi ve lo siate potuto godere.
Pubblico qui il mio piccolo contributo; uno scatto effettuato dal terrazzo della mia casa di Bologna. La luce del tramonto, la neve ancora presente sui tetti e sulle colline, hanno reso ancora più spettacolare la visione dei tre corpi celesti perfettamente allineati.
L'immagine non è stata ritoccata: gli aloni luminosi attorno ai corpi celesti sono naturali e prodotti dalle sottili nubi ancora illuminati dalla luce del Sole tramontato e resa rossa da una tenue foschia.
La Natura molto spesso è più brava di qualsiasi operazione di foto-ritocco!


Per gli amanti dei dati tecnici: Canon 450D, obiettivo da 18 mm f4.5, 400 ISO, esposizione di 8 secondi.

Aspettiamo il prossimo mese per assistere ad un altro allineamento, con Giove e Venere molto più vicini di ora!

giovedì 26 gennaio 2012

Una magnifica congiunzione tra Venere e la Luna

Quando due corpi celesti così brillanti come Venere ed una sottile falce di Luna si incontrano, magari un un cielo limpido, con i colori del tramonto a fare da sfondo, lo spettacolo è assicurato.
Questo è quanto successo ieri (25 Gennaio), ma l'allineamento si ripeterà, ancora più bello, anche questa sera (26 Gennaio) poco dopo il tramonto del Sole, con la Luna e Venere ancora più vicini nel cielo.
Il nostro satellite naturale mostrerà una sottile falce illuminata e l'evidente luce cinerea che ci consentirà di osservarne debolmente tutto il disco.
Questo debole chiarore non è nient'altro che la luminosità prodotta dalla grande luce della Terra, in grado di illuminare il paesaggio selenico e renderlo visibile anche se non direttamente illuminato dal Sole.

Per immortalare l'evento in modo originale ho preso la mia Canon 450D, l'ho montata su un treppiede ed ho scattato una serie di immagini di 3 secondi di esposizione ogni 5 minuti fino al tramonto dei due oggetti.
In fase di elaborazione, grazie al software gratuito startrails, le immagini sono state unite per formare la versione finale che mostra il percorso dei due corpi celesti ancora immersi nella luce del crepuscolo serale.

Spero che questa semplice fotografia riesca a comunicare la stessa emozione che ho avuto il piacere di provare osservando questi due brillanti corpi celesti scendere lentamente sotto l'orizzonte. Il nostro unico satellite naturale ed il pianeta più vicino ed inospitale del Sistema Solare sono così luminosi che sembra quasi di toccarli, invece non sono altro che gli avamposti di un Universo veramente meraviglioso e sterminato, che noi abbiamo la grande fortuna di poter osservare.

La Luna e Venere vicini nel cielo serale

mercoledì 25 gennaio 2012

Un paio di mie immagini marziane

Marte si sta lentamente avvicinando alla Terra e raggiungerà la minima distanza il 5 Marzo.
Il pianeta rosso, dopo 26 mesi di attesa, si presenta quindi di nuovo in buone condizioni di osservazione, sebbene non come nella storica grande opposizione del 2003.

Il pianeta rosso al telescopio, soprattutto in fotografia, si rivela essere sempre un mondo davvero spettacolare. E' l'unico pianeta che mostra con chiarezza i dettagli superficiali; l'unico che possiede due calotte polari molto simili a quelle terrestri composte per buona parte da ghiaccio d'acqua. L'unico pianeta, oltre la Terra, solcato da nubi formate da cristalli di ghiaccio, da nebbie e foschie che riempiono le grandi depressioni soprattutto nella prima mattinata marziana. Ultimo, ma non per importanza: l'unico pianeta roccioso, oltre al nostro, che mostra un ciclo stagionale durante il quale è possibile assistere a molti fenomeni atmosferici e superficiali degni di nota (scongelamento o formazione delle calotte polari, aumento della nuvolosità, comparsa di uragani o tempeste di sabbia).
Insomma, Marte è il pianeta del sistema solare più somigliante al nostro, ed è forse per questo che la sua osservazione, sebbene più difficoltosa rispetto a pianeti come GIove o Saturno, è sempre più ricca di emozioni ed aspettative.

Nei giorni passati sono riuscito ad ottenere le prime due immagini di questa apparizione; sebbene non siano di qualità eccellente ve le presento sperando che possano affascinarvi come hanno affascinato me.

Nella prima, effettuata la mattina di capodanno, si vede chiaramente il monte Olimpo, la montagna più alta del sistema solare, avvolto da un sottile cappuccio di nubi e con una lunga ombra proiettata sulla superficie marziana.

Marte e la sagoma del grande monte Olimpo
Nella seconda immagine, ripresa il 17 Gennaio scorso, si possono notare le foschie avvolgere la parte sinistra del globo e la struttura intricata della calotta polare nord, che in questo periodo si sta lentamente ritirando per l'approssimarsi dell'estate marziana nell'emisfero nord del pianeta.

Marte ripreso il 17 Gennaio

Spero di potervi mostrare altre immagini nelle prossime settimane, quando le condizioni di osservazione miglioreranno velocemente.

mercoledì 18 gennaio 2012

Il sottile confine tra cielo e terra

Il confine tra cielo e terra
Un cielo scuro, senza il disturbo di luci o della Luna, una serata molto trasparente, le stelle più luminose del cielo a fare da protagoniste indiscusse, uno specchio d'acqua immobile, una macchina fotografica ed ecco che il confine tra cielo e terra si fa improvvisamente sottile, così sottile che si fa fatica ad identificarlo.

E' emozionante vedere stelle ovunque, sia sopra che sotto i nostri piedi; è facile perdersi ed avere la sensazione di volare nello spazio, senza limiti.

Spero che l'immagine che potete osservare a sinistra riesca a comunicarvi tutte le intense emozioni che ho provato anche io, sia al momento dello scatto che successivamente nell'osservarla.

Ho sempre avuto un debole per i giochi di riflessione, ho sempre amato il cielo: non so resistere al fascino della volta celeste che si specchia nell'acqua.

domenica 15 gennaio 2012

Astrofotografia semplice: riprendiamo la nebulosa di Orione

Se non siete esperti astrofotografi, ma avete sempre sognato di riprendere almeno una delle moltissime immagini che si vedono circolare su internet, questo post fa per voi.

Alcuni oggetti, come le nebulose ad emissione, appaiono magnifici quando ripresi al telescopio, mostrando un'estensione e soprattutto dei colori impossibili da osservare attraverso qualsiasi strumento.
Purtroppo fare una buona fotografia di una nebulosa richiede una fotocamera, magari modificata per le applicazioni astronomiche, da collegare ad un telescopio, che poggia su una solida montatura equatoriale in grado di bilanciare il movimento della Terra ed un sistema chiamato autoguida che consente di controllare e correggere il movimento della montatura, affinché l'immagine, che richiede una lunga esposizione, non venga mossa
Tutto questo, oltre ad essere dispendioso in termini economici, è anche piuttosto difficile da mettere in pratica, soprattutto se si è agli inizi.

Se non volete, almeno per il momento, imbarcarvi in un'avventura lunga, dispendiosa e dall'esito incerto, come la fotografia degli oggetti deep-sky, molti astrofili vi diranno allora di continuare ad osservare le immagini di nebulose e galassie comodamente seduti di fronte allo schermo di un computer.

Fortunatamente, anche in questa affermazione pessimistica quanto perentoria, c'è almeno una piacevole eccezione.
In cielo esiste una nebulosa abbastanza brillante da non richiedere altro che una reflex collegata a qualsiasi telescopio ed una montatura equatoriale motorizzata. Niente lunghe esposizioni, niente super telescopi, nessun meccaniscmo di autoguida.

La nebulosa di Orione è molto semplice da riprendere
La grande nebulosa di Orione, ben visibile anche ad occhio nudo in queste fredde ma spesso limpide notti invernali, è la più brillante e spettacolare di tutto il cielo, facilissima e bellissima da fotografare.
Volete una prova? Ve la do subito.
La foto che vedete a lato è stata ottenuta con una comune reflex Canon 450D non modificata, collegandola ad un rifrattore apocromatico da 106 mm f 6.5 a sua volta posto su una montatura equatoriale cinese HEQ5. Non è stato necessario far altro se non scattare una serie di immagini di 30 secondi di esposizione ed allinearle e sommarle con uno dei classici programmi astronomici, tra cui il gratuito Registax.
Non sarà un capolavoro, ma la nebulosa e le tenui colorazioni sono ben visibili; direi che per chi si accontenta di uno scatto senza troppi problemi è già un grande risultato!

mercoledì 11 gennaio 2012

Una ripresa lunare rimasta nel mio computer

Ottenere una buona immagine lunare non è poi difficile.
E' sufficiente avere una reflex digitale, privarla dell'obiettivo e collegarla a qualsiasi telescopio attraverso degli appositi adattatori facili da trovare in commercio.
Non è necessario neanche che la montatura del telescopio sia motorizzata, tanto i tempi di esposizione sono piuttosto brevi.

Immagine lunare ripresa con un rifrattore APO da 106 mm
A proposito del giusto tempo di esposizione, non fidatevi dell'esposizione automatica, perché l'esposimetro, se non regolato nella modalità spot, fa una media tra il brillante disco lunare ed il nero del cielo, restituendovi un'immagine spesso troppo luminosa.
Per impostare manualmente il giusto tempo di esposizione, basta partire da una semplice considerazione.
Il nostro satellite si trova circa alla stessa distanza dal Sole rispetto a noi e per questo motivo riceve la stessa quantità di luce. Quindi la superficie lunare in prima approssimazione possiede la stessa luminosità di una comune scena diurna terrestre. I tempi di esposizione sono quindi piuttosto brevi, attorno ad 1/250 di secondo se riprendiamo a 100 ISO e con un obiettivo dalla luminosità di circa f6-7.
Non fatevi ingannare dal fatto che il nostro satellite è lontano ed immerso nel nero del cielo, la sua superficie è molto brillante!

Una volta trovata la giusta esposizione, vi consiglio di scattare diverse pose, da mediare in fase di elaborazione attraverso un programma gratuito, come Registax ed ottenere un'immagine finale che contiene molto più segnale rispetto alla singola ripresa.

A questo punto, partendo dall'immagine finale, possiamo scegliere se applicare dei filtri di contrasto per far emergere più chiaramente i dettagli, oppure, se la ripresa è stata fatta a colori, decidere di ottenere quella che si chiama mineral moon, già vista in un post di qualche mese fa.
La mineral moon mostra i veri colori della superficie selenica, prodotti dalle diverse abbondanze degli elementi di cui è costituito il suolo.
Per l'immagine che posto, ottenuta un paio di mesi fa ma mai pubblicata, ho scelto questa seconda strada.
Vedere una Luna a colori ha sempre il suo fascino.

Per l'immagine ho utilizzato un rifrattore apocromatico Sharpstar 106 mm f6.5, al fuoco diretto, riprendendo con una Canon 450D. Media di 25 immagini.

venerdì 6 gennaio 2012

Una rotazione celeste facilissima da ottenere

Altra puntata che riguarda le immagini semplici ma spettacolari.
Dopo avervi mostrato come cattuare il colore delle stelle, ecco come rendere ancora più emozionante la classica rotazione della sfera celeste attorno al polo nord celeste.

Rotazione della sfera celeste
Tutto quello che vi serve è un cielo scuro, una reflex digitale su un treppiede, un panorama affascinante.

Ponete la reflex digitale sul treppiede, regolate manualmente la messa a fuoco, impostate una sensibilità bassa, obiettivo di focale minima chiuso a circa f7-8 e scattate immagini in sequenza della durata di circa 10 minuti ciascuna, fino a quando non vi stancate o il freddo di queste notti invernali non vi farà desistere.
Ora scaricatevi un programma molto leggero, chiamato startrails, decomprimetelo in una cartella, apritelo e dategli in pasto le immagini che avete scattato.
Il software provvederà ad unire tutte le immagini e a mostrarvi la bella rotazione celeste che avete ripreso.
Niente di più semplice, ma di sicuro effetto.
Date libero sfogo alla vostra creatività!

venerdì 30 dicembre 2011

Mia immagine della grande nebulosa di Orione

Le notti invernali, spesso limpide e secche a causa del vento proveniente da nord, sono dominate in cielo dalla evidentte figura della costellazione di Orione.
Il grande quadrilatero principale, delimitato sulla diagonale da due grandi stelle, Betelgeuse (rossa) e Rigel (azzurra), racchiude alcune tra le gemme più belle di questo squarcio di cielo nel pieno del disco della Via Lattea.
Ripresa della grande nebulosa di Orione
Al centro del quadrilatero, tre stelle di luminosità simile e quasi perfettamente allineate formano la celeberrima cintura di Orione, che tanto fa discutere archeologi e storici dell'astronomia in merito al significato e all'interpretazione data dagli antichi popoli.
Più in basso, perpendicolarmente alla linea congiungente le tre stelle della cintura, troviamo altri tre astri, più deboli e ravvicinati, che formano la spada di Orione.

Se vi trovate in un cielo scuro e limpido, non farete fatica a notare che la stella centrale della spada appare sempre piuttosto sfocata e come avvolta da un debolissimo alone. In effetti non stiamo osservando un oggetto stellare, ma la grande nebulosa di Orione, una gigantesca distesa di gas estremamente caldo, dal diametro di circa 35 anni luce.

La nebulosa di Orione è l'oggetto diffuso meglio visibile ad occhio nudo, ed è spettacolare da osservare attraverso qualsiasi strumento ottico, dal binocolo ai telescopi più grandi.
All'interno delle intricate trame del caldo ed estremamente rarefatto gas sono nate e stanno ancora nascendo migliaia di stelle, in quella che può definirsi a tutt gli effetti una grande incubatrice cosmica.

La nebulosa di Orione è anche l'oggetto più fotografato del cielo. Basta una semplice reflex digitale, con un piccolo obiettivo ed una posa di qualche minuto, per evidenziare i magnifici intrecci e colori di questa affascinante regione di formazione stellare.
Il nostro occhio, anche se avessimo a disposizione i telescopi più potenti, non riuscirà mai ad ammirare le meravigliose colorazioni e le parti più tenui di questo complesso nebulare, la cui estensione è enormemente maggiore di quella visibile, coprendo buona parte dell'intera costellazione.

Da molto tempo volevo ottenere delle riprese che mostrassero la reale estensione della nebulosa ed i magnifici giochi di colore, così nei giorni passati ci ho provato con la strumentazione a mia disposizione: riffrattore apocromatico Sharpstar da 106 mm ridotto a f5.2, camera CCD ST-7XME, ed un filtro H-alpha per rendere maggiore il contrasto tra il gas ed il fondo cielo.
La mia camera CCD ha un formato dell'immagine davvero ridicolo: 758X512 pixel; inoltre nel campo di ripresa trovava posto solamente la parte centrale della nebulosa. Ho così pensato di comporre un mosaico per aumentare il campo ripreso e le dimensioni dell'immagine.
In due nottate (25-27 Dicembre) ho ripreso 12 porzioni intorno alla nebulosa, ognuna con un'esposizione complessiva di 40 minuti.
Ho elaborato le singole immagini e poi composto il mosaico, ottenendo l'immagine in bianco e nero che potete vedere qui:

Mosaico della nebulosa di Orione in toni di grigio


La versione a risoluzione piena la trovate cliccando qui

Personalmente amo più il monocromatico sulle nebulose, perché si possono osservare le sfumature di gas più fini senza essere "distratti" dai colori, ma capisco che il mio punto di vista può essere molto personale e poco condiviso, così ho cercato di dare colore all'immagine utilizzando i dati provenienti da una serie di riprese effettuate con lo stesso strumento e la mia Canon 450D, una settimana prima.
Il risultato non mi dispiace, considerando che l'esposizione per ogni quadro è stata di soli 40 minuti, con uno strumenti di appena 10 centimetri.

Versione a colori

I colori sono una mia personale interpretazione secondo quello che dovrebbe riuscire a vedere l'occhio se fosse abbastanza sensibile ai bassi livelli di luce. In molte foto il rosso predomina, ma l'occhio ne vedrebbe solamente una piccola parte perché poco sensibile a queste lunghezze d'onda.

La versione a piena risoluzione è visibile qui

Grazie al grande formato dell'immagine, è possibile anche isolare alcune zone interessanti, come ad esempio la parte sud della nebulosa, che mostra un intreccio di gas e colori dalla bellezza mozzafiato:

Particolare della porzione sud della nebulosa

In totale questa immagine ha richiesto circa 8 ore per la ripresa ed un paio di giorni per comporre il mosaico e cercare di estrapolare tutto il segnale ripreso, tenendo a bada il rumore.
Per migliorarla sarebbe necessario che ogni pezzo del mosaico ricevesse un'esposizione almeno doppia, ma probabilmente non ho tutto questo tempo e alla fine mi accontento del risultato ottenuto. Non sarà il massimo, ma è pur sempre una foto personale e soprattutto uno sguardo su questo meraviglioso Universo.

lunedì 26 dicembre 2011

Congiunzione Luna - Saturno - Spica della mattina del 20 Dicembre

La mattina del 20 Dicembre, poco prima del sorgere del Sole, un bell'allineamento celeste ha salutato una nottata ricca di osservazioni ed emozioni, grazie anche all'eccezionale trasparenza.

La Luna, Spica e Saturno la mattina del 20 Dicembre
Uno spicchio di Luna, con ben visibile la luce cinerea, era accompagnato da altri due astri: la stella Spica, della costellazione della Vergine, e Saturno, il pianeta inanellato appena riemerso dalla congiunzione con il Sole di qualche settimana fa.

Il quadretto nel cielo limpido di Bologna era davvero suggestivo e non ho potuto non riprenderlo con la mia Canon.
L'immagine non è niente di spettacolare; la Luna è sovraesposta ed il cielo brillante a causa dell'inquinaento luminoso, ma ha comunque un fascino e testimonia questo insolito accostamento celeste, nel quale tre astri molto diversi, posti a distanze enormemente differenti, sembra si accarezzino prima di lasciare il posto alla nascita della nostra stella.
Volete indovinare quale dei due puntini sopra la Luna è Saturno?

mercoledì 21 dicembre 2011

Osserviamo i colori delle stelle

Molte persone e molti appassionati del settore sono convinti che la fotografia astronomica del cielo sia piuttosto difficile e porti a risultati spesso avari di emozioni, soprattutto agli inizi.
In effetti questo è vero, non voglio di certo illudervi, ma generalizzare esclude le eccezioni, che per quanto possano essere rare ci sono sempre.

In questo post vi propongo una delle eccezioni più insolite e spettacolari della fotografia astronomica.

Tutto parte da un paio di semplici domande:
le stelle appaiono di diversi colori? Risposta naturalmente affermativa.
Come è possibile ammirare il colore delle stelle? Semplice, osservandole ad occhio nudo o, meglio, attraverso un telescopio.
Effettivamente il colore delle stelle appare (quasi) evidente per gli astri più brillanti, soprattutto se possiedono tonalità rossastre, ma ben presto ci si accorge che a parte queste colorazioni molto tenui, tutte le altre sembrano uguali.
I colori delle stelle sono difficili da mostrare anche in foto

C'è un modo per osservare meglio il colore delle stelle ed aggirare l'ostacolo principale, cioè la pessima sensibilità ai colori dell'occhio umano nelle condizioni di bassa luminosità?
La risposta la si trova nella fotografia astronomica, ma non come siete forse portati a credere.
Infatti, se contenti ed emozionati prendiamo una fotocamera e scattiamo una ripresa a grande campo di una ventina di secondi, ci accorgiamo che a parte qualche eccezione, molte stelle restano ostinatamente bianche, esattamente come si vedono ad occhio nudo e come potete osservare nell'immagine a sinistra.

Le cose non migliorano se utilizziamo un telescopio e con uno sforzo sovrumano otteniamo una bella ripresa di un campo popolato di molte stelle, con svariati minuti di esposizione per evidenziare anche le componenti più deboli .
Con nostra grande sorpresa infatti, nonostante si vedano tantissimi astri, pochissimi mostrano i colori e paradossalmente solamente quelli più deboli, quindi meno appariscenti.
Qual è il problema in questo caso? Esattamente l'opposto dell'osservazione visuale: la fotocamera è troppo sensibile e le stelle più luminose saturano il sensore.
Cosa significa questa frase? Semplicemente che i pixel di ogni sensore digitale hanno un limite all'intensità del segnale che possono registrare. Quando questo limite viene superato, la zona occupata dalla stella diventa completamente bianca, con luminosità uguale e pari al massimo possibile, perdendo qualsiasi informazione in merito al colore.

Per ottenere stelle colorate non dovremmo quindi fare esposizioni lunghe che saturano le stelle pù luminose. Se però facciamo esposizioni brevi, andiamo incontro al maggiore difetto delle fotocamere: il limitato range dinamico.
Con queste due parole si identifica l'intervallo massimo di luminosità che è in grado di gestire un sensore digitale senza arrivare alla saturazione.
Evito di entrare in pesanti questioni tecniche, vi spiego solamente il risultato: è molto raro che un sensore digitale riesca a farci vedere differenze di luminosità maggiori di 5-6 magnitudini (senza che alcune stelle saturino). Ne consegue che se facciamo riprese corrette per mostrare il colore delle stelle più luminose, le altre più deboli non le vediamo affatto, ottenendo un'immagine buia e per niente spettacolare.

Come possiamo fare allora per mostrare al meglio il colore delle stelle, anche quelle più deboli?
Una soluzione semplice ed efficace fu trovata ed applicata dall'astronomo australiano David Malin, tra gli anni 80 e 90.
La tecnica prevede di effettuare un'esposizione senza compensare il moto di rotazione della Terra, sfuocando progressivamente l'immagine mentre la fotocamera sta riprendendo.
In questo modo il colore delle stelle più deboli emerge quando sono ancora a fuoco, proprio come abbiamo visto succedere nelle normali immagini, mentre quello delle più brillanti comincia a comparire quando la loro figura sfocata è così grande da non saturare più il sensore digitale. Semplice e chiaro (almeno spero!).

Quindi, per mostrare il colore delle stelle non servono attrezzature sofisticate, telescopi potenti, sistemi di guida ed inseguimento da migliaia di euro. Un semplice obiettivo, o al limite un piccolo telescopio, ed un campo ricco di astri sono gli unici ingredienti necessari. Il moto della Terra in questo caso ci da una mano, spostando contuniamento le stelle mentre vengono sfocate, producendo dei suggestivi coni colorati.

Ho sperimentato questa tecnica qualche giorno fa, in una notte veramente magica caratterizzata da un'ottima trasparenza come non vedevo da anni, ed il risultato è stato semplice e d'effetto.
Ho applicato la mia fotocamera digitale non modificata, una Canon 450D, al fuoco diretto del mio rifrattore apocromatico Sharpstar da 106 mm f6.5. Ho puntato un paio di campi affollati di stelle (che sta a voi riconoscere!), impostato la sensibilità ad 800 ISO e scattato senza attivare l'inseguimento della montatura.
Poi, durante la posa, con mano delicata, ho cominciato a ruotare nel modo più costante possibile il focheggiatore del telescopio. Un minuto e qualche secondo di esposizione è più che sufficiente a questa focale per evidenziare il colore delle stelle.
Per la buona riuscita della foto bisogna non far vibrare il supporto quando si muove il fuoco e trovare il giusto compromesso tra lunghezza e larghezza dei coni, ovvero tra la lunghezza totale della poca e la velocità con cui viene sfocata l'immagine.
Per trovare la giusta misura mi è servito solamente un tentativo; già al secondo ho ottenuto la prima ripresa che potete vedere poche righe più in basso.
L'elaborazione è stata semplicissima. Personalmente ho aumentato di circa il 40% la saturazione e bilanciato leggermente i colori: quando vi ho detto che si tratta di una piacevole eccezione nel campo della fotografia astronomica, includevo anche la fase di elaborazione!

Bene, se siete arrivati a leggere fino a questo punto vi siete anche meritati le prove di quanto ho raccontato, che vi mostro qui sotto.
Prima di lasciarvi, voglio proporvi un piccolo gioco: sapete dirmi a quali oggetti appartengono le colorate tracce stellari visibili nelle due foto sottostanti? Il primo campo è facile da individuare, il secondo un po' meno.

Il colore delle stelle

domenica 27 novembre 2011

Astrofilo riprende un altro sistema planetario!

Che la strumentazione a disposizione degli astrofili abbia consentito negli ultimi anni dei passi da gigante, soprattutto nella fotografia astronomica, è ormai qualcosa di largamente documentato.
Meno chiaro è capire quali sono i limiti dell'attuale tecnologia digitale e degli strumenti a nostra disposizione per osservare il cielo.

La prima immagine amatoriale di un sistema planetario esterno
Non bastano quindi immagini planetarie migliori di quelle delle sonde, ne il fatto che si possa scoprire un pianeta estrasolare con un telescopio cinese da 25 centimetri di diametro; ora un astrofilo Neozelandese è riuscito addirittura ad ottenere la prima immagine di un sistema planetario esterno al nostro!

Rolf Wahl Olsen con un comune riflettore Newton da 250 mm ed una webcam modificata (si, una webcam!), è riuscito a riprendere il disco di polveri che circonda la stella australe Beta Pictoris (non visibile dalla nostre latitudini).
Non si vedono direttamente pianeti, ma un sottile e tenue disco di detriti nel quale si stanno sviluppando nuovi corpi celesti, di cui uno già scoperto con altre tecniche indirette.
Il disco di detriti ha un diametro di circa 250 miliardi di chilometri, posto ad una distanza di circa 50 anni luce.

L'immagine di Rolf Wahl Olsen è stata ottenuta con una particolare tecnica che ha permesso di oscurare il brillante disco stellare, che altrimenti avrebbe sovrastato con la sua luminosità tutta la regione adiacente.
Gli astronomi per fare questo utilizzano un accessorio chiamato occultatore, un po' troppo complicato e costoso per gli astrofili.

Wahl Olsen ha allora avuto una brillante idea: ha prima ripreso Beta Pictoris senza alcun filtro e con un'esposizione lunga per catturare anche il ben più debole disco di detriti. Successivamente ha individuato una stella di spettro simile (Alpha Pictoris) ed ha effettuato un'esposizione di lunghezza tale da dargli la stessa luminosità di Beta Pictoris sul sensore di ripresa.
A questo punto alla ripresa originale contenente il disco di polveri ancora offuscado dalla luce stellare, ha sottratto l'immagine dell'altra stella. Il risultato netto è la totale scomparsa dell'ingombrante luce stellare, con il disco di polveri che appare ben evidente.
Lo stesso autore afferma che si potrebbe fare di meglio, soprattutto con una camera di ripresa di qualità migliore rispetto alla webcam da lui utilizzata, ma questa rappresenta la prima ripresa amatoriale al mondo di un altro sistema planetario, quindi non posso cha fare i miei più sentiti complimenti!
Per confronto, questa è la prima immagine che nel 1984 gli astronomi professionisti ottennero con uno strumento ben più grande.