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domenica 13 marzo 2016

ExoMars in partenza per Marte

Mentre la Nasa è impegnata a risolvere i problemi al sismografo della nuova missione Insight, che per questo motivo è stata posticipata di due anni (verrà lanciata nel 2018), l'agenzia spaziale europea sta per iniziare un ambizioso programma di esplorazione marziana, denominato ExoMars, in collaborazione con l'agenzia spaziale russa. ExoMars consiste di due importanti missioni che verranno lanciate a distanza di due anni, con l'obiettivo di cercare segni di attività biologica nel suolo e nell'atmosfera del pianeta rosso. Una terza è in programma per il gli anni '20 e avrà il compito ancora più ambizioso, di riportare a Terra campioni di suolo marziano, se le due missioni precedenti avranno avuto successo. Di fatto, almeno fino al 2018, sarà solo l'Europa a portare verso Marte un altro piccolo pezzo di umanità con l'obiettivo di migliorare ancora di più la nostra conoscenza del pianeta più simile alla Terra che conosciamo al momento.

Il razzo Proton pronto per spedire ExoMars verso Marte
La prima missione ExoMars è in partenza dal cosmodromo di Bajkonur: il lancio è previsto per le 10:31, ora italiana, del 14 Marzo, a bordo di un razzo russo Proton-M. Si può seguire la diretta del lancio qui, a partire dalle 9:30 ora locale: http://www.esa.int/Our_Activities/Space_Science/ExoMars/Watch_ExoMars_launch


Nell'involucro del grosso vettore dell'ex Unione Sovietica trova posto un orbiter (TGO = Trace Gas Orbiter) e un piccolo lander chiamato Schiaparelli, in onore dell'astronomo italiano che per primo effettuò dettagliate osservazioni del pianeta rosso e scoprì i fantomatici canali marziani. L'obiettivo principale della missione è quello di studiare in dettaglio la composizione atmosferica di Marte e la sua eventuale variazione nel corso del tempo. Il sacro Graal si chiama metano, un gas che sulla Terra è presente in forma stabile solo grazie all'attività biologica e che quindi segue cicli giornalieri e annuali. Studiare la composizione chimica, l'abbondanza e l'eventuale variazione del metano marziano su un lungo periodo temporale potrebbe dare importanti indizi sull'eventuale esistenza di forme di vita in grado di produrlo.

Schiaparelli (in alto) attaccato alla sonda madre TGO
Il piccolo lander Schiaparelli è invece costruito sulla falsa riga del lander Huygens, che nel Gennaio 2005 si separò dalla sonda madre Cassini e si gettò nell'atmosfera di Titano.
Si tratta di una piccola stazione meteorologica, alimentata a batterie, che opererà per un massimo di 8 giorni marziani e studierà le condizioni atmosferiche e superficiali del pianeta rosso, come intensità e direzione dei venti, andamento della temperatura, umidità, pressione e trasparenza dell'atmosfera.

Schiaparelli dovrebbe atterrare, in modo del tutto autonomo, nella Meridiani Planum, 3 giorni dopo l'arrivo di ExoMars nei pressi di Marte, dopo un viaggio di circa 7 mesi. Il sofisticato e automatico sistema di atterraggio, che prevede diverse fasi delicate come il dispiegamento dello scudo termico, la sua corretta angolazione, la sua espulsione, l'apertura del paracadute e l'ultima fase gestita dai razzi per un atterraggio morbido, è fondamentale per la riuscita della missione ed è stato il tallone d'achille di quasi tutti i lander che hanno tentato di raggiungere il suolo integri. L'obiettivo principale di ESA per Schiaparelli è proprio quello di testare il complicato sistema di atterraggio in preparazione allo sbarco del rover, più complicato, costoso e longevo, che verrà inviato nella successiva missione del 2018. Siamo quindi ancora lontani dalle complicate macchine mobili spedite dalla NASA negli anni passati, il cui punto più alto si è raggiunto con Curiosity, un complesso rover di quasi una tonnellata alimentato a energia nucleare, ma è comunque un passo fondamentale per avere un'ottima probabilità di successo nel 2018.

La sequenza di discesa del piccolo rover Schiaparelli
Si potrebbe pensare che ormai una missione verso Marte sia qualcosa quasi di routine, ma in realtà non è così: nessun corpo celeste ha mietuto più vittime del piccolo pianeta rosso. Fino a questo momento solo gli americani sono riusciti a far poggiare qualcosa sulla sua superficie senza farlo schiantare in mille pezzi. I russi ci hanno provato decine di volte, ma la maledizione marziana con loro è stata davvero impietosa: venti(!) missioni e nessuna è arrivata sana e salva nemmeno nell'orbita del pianeta rosso e quelle che hanno provato ad atterrare sono finite sempre in mille pezzi. Anche l'Europa ha provato a far posare con delicatezza un lander: si tratta dell'inglese Beagle 2, che nel 2003 si separò dalla navicella madre Marx Express e tentò di atterrare sulla superficie. Nessuno ebbe più sue notizie. Nel 2013 il potente obiettivo della sonda della NASA Mars Reconnaissance Orbiter riuscì a trovare il piccolo Beagle 2, in apparenza sano e salvo, sulla superficie. Perché non contattò mai la Terra resta e resterà per sempre un mistero.
Il più recente fallimento di una missione verso Marte appartiene ai Russi (e chi altri!). Fobos-Grunt era una missione in collaborazione con l'azenzia spaciale Cinese che avrebbe dovuto portare per la prima volta in orbita marziana un satellite e un lander su Phobos, piccola luna di Marte. La missione rimase bloccata nella bassa orbita terrestre a causa di un'avaria e dopo pochi giorni precipitò in atmosfera, distruggendosi.

Dopo tutti questi fallimenti quindi, c'è da augurarsi che con questa missione vengano abbattuti i due grandi tabù: la prima missione con partecipazione russa che arriva sana e salva nei pressi di Marte e il primo manufatto non americano a riuscire ad atterrare e a trasmettere dati verso la Terra. Noi, che alla superstizione non crediamo, facciamo un grande in bocca al lupo a ExoMars e aspettiamo di vedere le prime immagini della storia della superficie del nostro vicino cosmico provenienti da un manufatto non americano. Sarebbe un gran successo per la scienza, l'Europa e l'Italia, che nella costruzione di ExoMars ha avuto un ruolo molto importante.

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