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lunedì 8 febbraio 2016

Le colline galleggianti di Plutone

Immaginate un mondo lontano e freddo, al punto che persino gran parte dell'aria che stiamo respirando congelerebbe al suolo.
Tutto questo ghiaccio ci accecherebbe se il Sole fosse brillante come nelle migliori giornate in montagna, ma qui le cose sono molto diverse. Anche nel mezzo di un giorno, che dura 153 ore, la luce è così fioca che sembra di osservare tutto il panorama attraverso uno spesso strato di nuvole nere, che però non ci sono. Le ombre sono tenui, sebbene scurissime, i contrasti deboli, il cielo è nero, con le stelle sia di giorno che di notte, e l'orizzonte si estende per centinaia di chilometri, offuscato in modo impercettibile da una tenue foschia. Il Sole è un luminoso punto lontano, decine di migliaia di volte più debole di quello terrestre.

Su questo mondo le montagne più alte, fino a qualche migliaio di metri, non sono ricoperte di ghiaccio, ma sono fatte di ghiaccio d'acqua, che a 230 gradi sotto zero è duro quanto la roccia.
Questi mostri di ghiaccio dalle pareti scoscese e pieni di crepacci sembrerebbero ben ancorati al suolo, eppure non è così. In una grande pianura ricoperta da un tappeto di fregile azoto ghiacciato, delle colline di ghiaccio d'acqua galleggiano su di esso e lentamente si spostano da un punto all'altro del pianeta.

Che mondo strano, vero? Sembra la descrizione di una scena di qualche film fantasy nei quali non è raro trovare montagne galleggianti. Eppure questa è la realtà: quel mondo è Plutone.

Le ultime immagini rilasciate dalla sonda New Horizons, che l'ha sorvolato a 12 mila chilometri di distanza il 14 Luglio scorso, mostrano una situazione ai limiti della realtà.
La regione denominata Sputnik Planum è una grande pianura ricoperta da azoto ghiacciato, costellata qua e là da colline composte dal ben più duro ghiaccio d'acqua. Questo è meno denso del ghiaccio di azoto e quindi si ritrova a galleggiare sullo strato sottostante come un iceberg dei nostri oceani.
Il ghiaccio di azoto che ricopre la pianura non è uno strato unico ma è composto da tante celle soggette a moti convettivi, un po' come accade alla granulazione sulla superficie del Sole o in una più comune pentola che bolle. I moti convettivi all'interno di queste celle spostano le colline di ghiaccio d'acqua e le fanno ammassare in gruppi lungo i loro confini, formando delle piccole catene montuose di qualche decina di chilometri di diametro.
Queste montagne di ghiaccio d'acqua si pensa vengano staccate dai movimenti dei ghiacciai di azoto dalle catene montuose che circondano Sputnik Planum e una volta giunte nella grande pianura cominciano a spostarsi a seguito dei movimenti dell'azoto.
Plutone non sarà più ufficialmente un pianeta, ma mostra un'attività geologica più complessa di molti dei fratelli più nobili. E a quasi 6 miliardi di chilometri di distanza dal Sole nessuno si sarebbe aspettato un mondo tanto interessante quanto strano.

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