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venerdì 6 novembre 2015

Cassini si getta nei geyser d'acqua di Encelado

Il 28 Ottobre scorso la sonda Cassini, in orbita attorno a Saturno dal 2004, ha effettuato un sorvolo ravvicinato da brividi della luna attualmente più interessante e intrigante del Sistema Solare: Encelado.
Dettaglio di una porzione del polo sud di Encelado
Questo pezzo di roccia e ghiacci, dal diametro di appena 500 km, nasconde infatti al suo interno un vasto oceano globale di acqua liquida. L'acqua, insinuandosi tra le spaccature della spessa crosta, riesce a risalire in superficie nei pressi del polo sud, proiettandosi nello spazio attraverso decine, anzi, centinaia di enormi geyser.

L'acqua che viene proiettata nello spazio congela all'istante, formando una tenue foschia di minuscoli cristalli di ghiaccio, sporcati dalla sabbia e dalle rocce del fondale oceanico. Senza quindi dover scavare profondi, quanto improbabili, buchi di decine di chilometri per capire quali siano le condizioni di quell'oscuro oceano d'acqua, il modo migliore per studiarne le proprietà è far passare a decine di migliaia di chilometri l'ora un'astronave in mezzo a queste nuvole di detriti. Questo è quello che, con una buona dose di coraggio, hanno deciso di fare i tecnici di missione all'impavida Cassini, giunta quasi alla fine della propria vita operativa.

A soli 49 km dalla superficie, Cassini si è tuffata nei suoi geyser
Il flyby ha portato la sonda ad appena 49 chilometri dalla superficie, una distanza davvero esigua che qui sulla Terra nessuna sonda potrebbe mai raggiungere perché si ritroverebbe a nuotare nella nostra densa atmosfera. Sorvolando le grandi spaccature attive di Encelado, Cassini ha ripreso delle immagini di incredibile dettaglio, ma soprattutto ha potuto analizzare con i suoi strumenti la composizione chimica del materiale che fuoriesce con un ritmo di centinaia di kg al secondo da questa incredibile luna.

Gli imponenti geyser di Encelado
Le analisi sulla composizione chimica della nuvola di acqua e detriti saranno lunghe e impegneranno gli scienziati per diverse settimane prima di poter avere dei risultati, ma intanto possiamo sognare godendoci la vista meravigliosa che si è trovata di fronte Cassini, tra canyon, spaccature, panorami innevati (parte del materiale dei geyser ricade in superficie formando un sottile strato nevoso), spingendosi là dove nessun essere umano era mai arrivato.

Non sappiamo cosa ci sia sotto la spessa crosta ghiacciata, ma questi geyser sono delle vere e proprie porte per capire se effettivamente questo satellite al suo interno possa ospitare forme di vita, protette dagli impervi ambienti dello spazio vuoto e riscaldate dall'abbraccio gravitazionale di Saturno. E' proprio la sua enorme massa a fornire l'energia all'interno di Encelado per mantenere, si pensa da miliardi di anni, un ambiente caldo e stabile di acqua liquida, riscaldata fino ad alte temperature da sorgenti idrotermali del tutto simili a quelle che sulla Terra ospitano la vita da oltre 3,5 miliardi di anni, ben prima che conquistasse la superficie.

Nell'attesa delle analisi, godiamoci le spettacolari immagini del satellite e ammiriamo una mappa dei suoi poli, dalla quale si può già intravedere che nei pressi del polo sud le spaccature della crosta lasciano affiorare un materiale solido dal colore azzurro, quasi cristallino, molto simile al ghiaccio puro che qui sulla Terra si forma dagli specchi d'acqua più puliti e freddi. 

Mappa in alta risoluzione delle regioni polari

Per saperne di più: http://www.nasa.gov/feature/jpl/saturns-geyser-moon-shines-in-close-flyby-views

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