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lunedì 15 giugno 2015

Ho mai visto un UFO?



Molti curiosi si staranno facendo questa domanda, alcuni me l’hanno chiesta più volte quando hanno avuto l’occasione di parlare a quattr’occhi con me. Altri, magari i più timidi, cercheranno di negarlo ma alla fine è normale curiosità, quindi non ci sono problemi: tutte le domande sono lecite.
In tutto questo peregrinare per il cielo stellato per venti e passa anni, mi sarà mai capitato di vedere qualche fenomeno che non sapevo spiegare, un bell’UFO come tanti ne trasmette la televisione?
Posso dare due risposte e la prima, mi si perdoni, è un po’ provocatoria ma interessante, se analizzata con mente aperta.
A rigor di logica, anche un moscerino che, povero lui, ha preso fuoco e ci vola di fronte, può essere un UFO se non lo riconosciamo.

Due satelliti iridium, oggetti volanti ben identificati!
Osservando il cielo per tanti anni, studiando, leggendo, frequentando all’università un corso di laurea in astronomia, si costruisce un bagaglio culturale e di esperienza che permette di affrontare in modo distaccato e razionale ogni fenomeno che ci sembra strano nel cielo. E ogni volta, se non si è condizionati da pregiudizi su alieni e astronavi varie, si trova sempre una spiegazione plausibile e supportata da ottime prove. Quindi, sebbene abbia visto a primo impatto fenomeni che non riuscivo subito a spiegare, non c’è mai stato nella mia avventura tra le stelle nessun UFO rimasto tale per più di pochi minuti o al limite qualche giorno.

Tra gli eventi che più mi impressionarono, anche a causa della mia giovane età e scarsa esperienza, ricordo distintamente una palla di luce attraversare lentamente, luminosa quanto Giove, il cielo per poi separarsi in due parti e scomparire pochi secondi più tardi. Quello era un raro quanto spettacolare bolide, avvistato e tracciato nella sua orbita da molti osservatori esperti. Un sasso un po’ più grande dei granelli che generano le stelle cadenti, niente di più, ma che per un paio di notti della mia adolescenza mi fece preoccupare e fantasticare.

Attorno ai 18-20 anni ricordo che nelle serate estive periodicamente comparivano tre punti deboli più della stella polare, che si muovevano in formazione come fossero un oggetto unico. La lucida curiosità mi portò a fare indagini e a scoprire che era una formazione di tre satelliti spia militari la cui orbita, grazie alla loro visibilità, era ormai ben conosciuta a tutti.

Nelle prime fotografie al cielo, scattate senza compensare il movimento della Terra, notavo spesso degli strani puntini che contrariamente alle stelle restavano fissi. Per anni cercai di capire cosa fossero, se erano reali o artefatti delle fotografie. Quei punti comparivamo anche quando iniziai a fare le fotografie al telescopio, ma erano diversi, e allora ebbi l’intuizione. Se seguivo le stelle diventavano delle linee, se smettevo di inseguirle tornavano a essere punti. Con un po’ di fisica di base e l’informazione su siti corretti (non quelli spazzatura che pullulano in rete parlando di alieni e complotti), capii che quelli erano satelliti geostazionari. Sì, stavo vedendo i satelliti di Sky, o quelli meteorologici, che a 36 mila km dalla superficie restano sempre fissi nel cielo perché orbitano con lo stesso periodo con cui il nostro pianeta ruota su se stesso.

A pensarci bene, ci fu una sera nella quale fui convinto di aver assistito a qualcosa fuori dal comune. Frequentavo i primi anni del liceo e la disinformazione della tv italiana in merito a presunti UFO e alieni aveva iniziato a intaccare la mia mente e la mia capacità di giudizio, creando pericolosi pregiudizi che hanno il brutto vizio di farci accettare un evento senza porci delle sensate domande. Così, quando vidi casualmente nel cielo due luci brillanti quasi fisse stazionare sopra casa per qualche ora, pensai a un’astronave. Le inquadrai con il telescopio, le fotografai, le osservai per molto tempo. Sembravano le luci di qualche veicolo vicino, ma non si sentiva nessun suono. Se i media mi avessero insegnato a pensare, ragionare, indagare proprio come la polizia cerca di scoprire il colpevole di un crimine, invece di cercare di farmi il lavaggio del cervello con storie assurde e prive di logica, quella sera avrei potuto capire con le mie forze che quelle luci erano di un dirigibile che stazionò, per un motivo che non ricordo, sopra la città per un paio d’ore. Un dirigibile, non un’astronave! E poi, per quale assurdo motivo avrei dovuto pensare alla cosa più improbabile dell’Universo, quando c’erano migliaia di spiegazioni più semplici, quindi più probabili?

Guardandomi indietro ora mi sento quasi ridicolo, ma non mi vergogno di quanto accadde perché da quella situazione capii quanta disinformazione facevano i mass media, quanto potente potesse essere il loro condizionamento, al punto da farci immaginare una realtà inesistente e, soprattutto, farci desistere dal capire se fosse corrispondente al vero oppure no.
L’annientamento della capacità di ragionare è il potere più preoccupante che il mondo dell’informazione ha su di noi. Con la speranza che l’opera di cancellazione non sia stata portata a termine, apriamo gli occhi e recuperiamo la lucidità necessaria per analizzare tutte le situazioni con spirito critico e logico. Quello spirito che la scuola dovrebbe averci dato e che in ogni caso si può acquisire e allenare con le nostre forze, perché siamo tutti esseri intelligenti.

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