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lunedì 25 giugno 2012

Il criovulcanesimo dei satelliti di Saturno


La folta schiera dei satelliti di Saturno, attualmente ne sono noti 62 ma si pensa ne esistano circa 200, mostra un fenomeno molto interessante sia dal punto di vista geologico che biologico.
Un rapido sguardo ancora all’intrigante Titano ci consente di scoprire che oltre a laghi di metano e piogge di idrocarburi probabilmente possiede anche alcuni vulcani.
La notizia non sarebbe importante se non fosse per il tipo di vulcanesimo che si incontra a partire da queste regioni del Sistema Solare. I vulcani di Titano non erutterebbero lava incandescente, ma materiale molto più freddo, probabilmente un miscuglio di ammoniaca, metano e una consistente porzione di acqua liquida.

Un vulcano di ghiacci scoperto su Titano dalla sonda Cassini
I criovulcani, così vengono definiti dagli astronomi, sostituiscono i caldi silicati fusi delle montagne terrestri con materiali più volatili e freddi, proprio come il metano liquido ha sostituito il vapore acqueo sulla superficie del satellite.
Non c’è da meravigliarsi più di tanto ormai: non dobbiamo basare le nostre esperienze sulle limitate situazioni che sperimentiamo qui sulla Terra; l’Universo è un luogo ben più grande e variegato.
Se il magma freddo dei vulcani di Titano contiene acqua liquida è possibile che il satellite possa avere a disposizione tutti gli ingredienti per la nascita della vita.
L’interazione tra l’acqua liquida e le molecole organiche presenti in atmosfera richiede solamente qualche giorno per creare gli aminoacidi, i mattoni fondamentali delle proteine. Questo intervallo di tempo è minore di quello richiesto ad una colata di acqua per congelarsi completamente sulla superficie.
Dallo sviluppo delle proteine alla creazione della vita elementare il passo potrebbe essere relativamente breve e la stabilità dell’atmosfera del satellite potrebbe offrire la protezione ideale per lo sviluppo di forme di vita elementari.

Se il criovulcanesimo su Titano può esserci stato in passato, ma attualmente non si rilevano attività, non si può dire lo stesso per un altro satellite di Saturno: Encelado.
Tre volte più piccolo di Titano, questa luna è stata osservata in dettaglio per la prima volta dalle sonde Voyager, che hanno rilevato subito la scarsa presenza di crateri nelle zone polari e l’elevatissima riflettività. Qual è il materiale che meglio riflette la luce del Sole, rendendo spesso difficili le nostre passeggiate in montagna? Sicuramente la neve!
In effetti, la superficie di Encelado è ricoperta da ghiacci, con un’abbondante presenza di ghiaccio d’acqua.
Gli imponenti getti di acqua dei vulcani di Encelado
A quanto pare questo prezioso elemento chimico sembra essere presente quasi ovunque nel Sistema Solare. Tracce d’acqua sono state addirittura rilevate anche in nebulose oscure e calde atmosfere di pianeti extrasolari.
Secondo recenti osservazioni, l’acqua sembra essere una delle molecole più abbondanti dell’Universo. A pensarci bene, non potrebbe essere altrimenti. Una molecola d’acqua è formata da due atomi di idrogeno ed uno di ossigeno, nient’altro che il primo e terzo elemento più abbondante dell’Universo!

La sorpresa più grande di Encelalo, tuttavia, è arrivata dalle recenti osservazioni della sonda Cassini, che ha rilevato dei vulcani attivi in prossimità del polo sud. Dalle spaccature della crosta superficiale sgorgano a grande pressione getti di acqua liquida, analoghi ai geyser terrestri, ma molto più potenti.
Encelado orbita all’interno del rarefatto anello E di Saturno, così debole da risultare invisibile da Terra. Si pensa addirittura che il materiale che abbia formato e continui ad alimentare l’anello provenga in gran parte dai giganteschi geyser del satellite. 

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